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Coronavirus, a Cosenza un nuovo ospedale da campo. Boccia: «Sono una soluzione per l’emergenza»

Nov 23, 2020

ottava struttura da campo

Un modo «per alleggerire la pressione sugli ospedali calabresi garantendo ai cittadini la possibilità di effettuare i tamponi e avere cure, quando necessario, cure immediate», ha spiegato il ministro Boccia

di Nicoletta Cottone

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Un modo «per alleggerire la pressione sugli ospedali calabresi garantendo ai cittadini la possibilità di effettuare i tamponi e avere cure, quando necessario, cure immediate», ha spiegato il ministro Boccia

23 novembre 2020


3′ di lettura

Quaranta posti letto, tutti per pazienti affetti dal nuovo Coronavirus, con tre posti di terapia intensiva. E un laboratoriio per i tamponi. L’ospedale da campo di Cosenza, montato dall’Esercito lavorando anche la notte, è una struttura di supporto all’ospedale di Cosenza, dove il Covid-19 sta mietendo vittime. Un modo «per alleggerire la pressione sugli ospedali calabresi garantendo ai cittadini la possibilità di effettuare i tamponi e avere cure, quando necessario, cure immediate», ha spiegato su Facebook il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, prima di visitare la struttura, insieme al capo della Protezione civile Angelo Borrelli e al presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì.

Una soluzione per l’emergenza acuta

«Questa non è la soluzione per la sanità calabrese, ma è la soluzione per l’emergenza acuta per una provincia come quella di Cosenza», ha detto il ministro Boccia visitando l’ospedale da campo a Cosenza. «Abbiamo fatto il punto della situazione – ha aggiunto Boccia – e questo ospedale da campo mette in sicurezza un’intera area e Cosenza aveva bisogno dell’aiuto dello Stato».

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É l’ottava struttura da campo

Quella di Cosenza è l’ottava struttura allestita in Italia. E arriva dopo le cinque allestite in Campania – tre a Napoli e due a Cosenza – e quelle di Genova e Perugia. per la gestione di queste strutture vengono attivate alcune associazioni, fra cui Emergency, che, come si legge sulla pagina Facebook di Gino Strada, opereranno «per contribuire concretamente a rispondere all’emergenza sanitaria in Calabria». In arrivo nelle prossime ore la firma dell’accordo fra la Protezione civile ed Emergency. La ong ha già definito, come ha annunciato Strada, un accordo di collaborazione con la Protezione civile «per contribuire concretamente a rispodnere all’emergenza sanitaria in Calabria».

Il mandato di Emergency

Il mandato della ong in Calabria lo ha tratteggiato in una lettera la presidente di Emergency Rossella Miccio in una lettera ai volontari: «Non sappiamo ancora che cosa ci aspetta in Calabria perché la confusione regna sovrana, ma ci è sembrato giusto provarci, soprattutto per le tantissime persone per bene che in questi giorni hanno scritto chiedendoci una mano». Attivati dalla Protezione civile per la risposta al nuovo coronavirus in Calabria. «La delibera – ha spiegato ai suoi la Miccio – è analoga a quella di marzo in base alla quale siamo stati coinvolti in Lombardia, a Brescia e Bergamo. Questa volta però il mandato è più ampio, prevedendo una collaborazione su attività socio-sanitarie che vanno dagli ospedali da campo, ai Ps e Triage, ai Covid hotel fino (potenzialmente ) al supporto delle persone in quarantena sul modello “Milano Aiuta”.In particolare nella delibera si dice che “il contributo dell’Associazione Emergency è ritenuto essenziale per rispondere ad urgenti esigenze sanitarie e socio-sanitarie della popolazione”.Direi un riconoscimento importante e per nulla scontato».

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«Per quanto riguarda gli ospedali chiusi in questa regione, per alcuni ci sarà una valutazione oggettiva, e tutti quelli che potranno essere utilizzati lo saranno. Perché se c’è una cosa che la pandemia ha insegnato a tutti è che il diritto alla salute, così come quello all’istruzione, non dovrà mai più essere compresso da vincoli di bilancio. Nello stesso tempo il rispetto per i contribuenti e il bilancio dello Stato lo si attua non sperperando denaro pubblico. Quindi lo Stato ci sarà per garantire il diritto alla salute, ma sarà anche vicino alla magistratura che fa pulizia di coloro che si impossessano di risorse pubbliche», ha chiarito il ministro rispondendo alle domande dei giornalisti.

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