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Coronavirus, 6 contagiati in Lombardia: “5 sono gravi” – Il Fatto Quotidiano

Feb 21, 2020

Il coronavirus arriva anche in Italia: sono sei i casi di contagio, tutti avvenuti in Lombardia. Cinque di loro, ha spiegato in conferenza stampa l’assessore al Welfare Giulio Gallera “sono gravi“. Il ‘paziente uno’ è un manager 38enne italiano originario di Castiglione d’Adda che abita a Codogno, nel Lodigiano, e lavora alla Unilever di Casalpusterlengo. Le autorità sanitarie stanno cercando di ricostruire tutti i suoi spostamenti degli ultimi giorni. Poi ci sono altre cinque persone contagiate: una è la moglie incinta (è alla fine del sesto mese), un’insegnante già in congedo e che è l’unica in buone condizioni. È ricoverata all’Ospedale Sacco di Milano, dove la Regione spera di potere trasferire presto tutte le persone infettate. Un altro è un amico che si è presentato spontaneamente in un ospedale con sintomi di polmonite: “Condivideva l’attività sportiva con il primo paziente” (anche lui si trova al Sacco). Infine, ci sono altre tre persone con la polmonite ricoverate sempre all’ospedale di Codogno. “Gli ulteriori 3 casi positivi sono persone che si sono presentate con un quadro clinico di polmonite importante. Oltre alla presa in carico terapeutica, stiamo cercando di capire se sono contatti” dei primi 3 casi confermati, ha spiegato Maria Gramegna della direzione generale Welfare della Lombardia. Si tratta tutte di persone intorno ai 40 anni. Da aggiungere anche che sono in corso test per il nuovo coronavirus anche su un medico di base che lunedì avrebbe visitato a domicilio il 38enne ricoverato nella Terapia intensiva di Codogno. Il medico, sempre a quanto si apprende, è ricoverato all’ospedale Sacco di Milano con un quadro di polmonite.

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È ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza una donna, sintomatica, collega del paziente 38enne positivo. Lo afferma la Regione Emilia-Romagna in una nota. Di questa paziente è atteso l’esito del tampone. A seguito dei casi in Lombardia, un’ordinanza del ministero della Salute ha disposto oggi l’obbligo di quarantena “fiduciaria” domiciliare per chi torna da un viaggio in Cina negli ultimi 14 giorni e “sorveglianza attiva” per chi è stato nelle aree a rischio, cioè nel paese asiatico così come indicato dall’Oms, con obbligo di segnalazione alle autorità sanitarie locali al proprio rientro in Italia.

Il “paziente uno”: il 38enne di Codogno – Ha avuto i primi sintomi il 15 febbraio e si è presentato al pronto soccorso la prima volta il 18, quando è stato rimandato a casa. Poi è tornato il giorno successivo per l’aggravarsi delle sue condizioni. A quel punto, la moglie ha comunicato che il marito aveva cenato con un amico che tornava dalla Cina all’inizio di febbraio: l’uomo è stato trovato negativo al test sul coronavirus, ma sarà sottoposto a ulteriori verifiche. Essendo passate circa due settimane tra il possibile contagio e il manifestarsi della malattia, sono molte le persone che sono entrate in contatto con il paziente uno: “A oggi abbiamo un numero cospicuo di persone su cui stiamo intervenendo, sono circa 250 le persone in isolamento a cui faremo il tampone“, ha spiegato sempre l’assessore Gallera. “Oggi abbiamo 149 persone, tra infermieri e altre persone che sono state in contatto con il primo paziente, a cui faremo” i test. A questi si aggiungono “coloro che lavorano nella sua azienda a cui andremo a fare un tampone, non tutti però. Solo chi ha avuto contatti molto ravvicinanti“. Tra le 250 persone ci sono 149 infermieri, medici, familiari e persone entrate in contatto diretto con il 38enne ricoverato a Codogno.

Il 38enne si trova tuttora ricoverato in terapia intensiva in prognosi riservata, con insufficienza respiratoria, e le sue condizioni sono ritenute molto gravi. Al momento non può essere trasferito all’Ospedale Sacco di Milano, punto di riferimento regionale per le bioemergenze, dove già si trovano “in isolamento” la moglie e l’amico con cui è stato a cena a inizio febbraio. I medici hanno deciso di tenerlo a Codogno “per le sue condizioni ancora instabili“. A Codogno sono quindi ricoverati tutti i 5 pazienti in gravi condizioni.

L’ospedale di Codogno

La quarantena obbligatoria – Il premier Giuseppe Conte ha annunciato la quarantena obbligatoria per chi è venuto in contatto con il 38enne ma ha chiesto di evitare “allarmismo sociale e panico”. Il ministero della Salute guidato da Roberto Speranza ha emanato una nuova ordinanza che intensifica i controlli. Al momento le autorità sanitarie stanno ricostruendo gli spostamenti del 38enne: tre interi paesi, Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo, sono stati messi “in quarantena” dalla Regione Lombardia: “I cittadini stiano a casa”.

CRONACA ORA PER ORA

17.19 – medico di base del 38enne ricoverato al Sacco con la polmonite

Lo ha spiegato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera a Sky Tg24 che ha precisato come non si abbia ancora la conferma della positività al virus. vln

17.10 – Epidemiologo: “Tutti gli ospedali d’Italia si devono preparare”

“Tutti gli ospedali d’Italia devono approfittare di questo periodo per prepararsi a fronteggiare il nuovo coronavirus, non solo il Sacco e lo Spallanzani, che sono strutture perfettamente attrezzate”, ha detto Pierluigi Lopalco, professore ordinario di Igiene dell’Università di Pisa. “La situazione è da tenere strettamente sotto controllo”, aggiunge l’esperto. E restano ancora molte le cose da capire. “A partire dal paziente zero: dobbiamo ancora capire se è stato individuato, oppure no. Il contatto del malato ricoverato a Codogno, e rientrato dalla Cina, è risultato negativo al test: potrebbe essersi liberato del virus, e questo ce lo dirà l’eventuale presenza di anticorpi nel suo sangue. Altrimenti occorrerà cercare ancora. Un altro problema – aggiunge Lopalco – è rappresentato dal fatto che quelli individuati sono quasi tutti casi gravi, che sappiamo essere il 20% del totale. Dove è finito l’altro 80%?. I colleghi stanno facendo proprio questo lavoro, testando 250 contatti. Il paziente di Codogno infatti anche con i sintomi ha lavorato, ha fatto sport ed è andato in giro”. Dunque per l’epidemiologo “al momento qualunque misura di restrizione che possa limitare la circolazione del virus è ottima. Dobbiamo approfittare per preparaci. E devono farlo – conclude – tutti gli ospedali d’Italia”.

16.06 – Test coronavirus sui dipendenti Unilever

Sono arrivati nella sede della Unilever di Casalpusterlengo i medici e il personale specializzato per effettuare i tamponi per verificare eventuali casi di contagio da coronavirus. Lo apprende l’Adnkronos. Nello stabilimento dell’azienda lavora il 38enne ricoverato a Codogno e colpito dal virus.

15.57 – I contagiati andranno al Sacco di Milano

A quanto si apprende, al momento all’ospedale Sacco di Milano restano ricoverati la moglie del 38enne in Terapia intensiva per coronavirus a Codogno e il ‘caso indice’ tornato dalla Cina e negativo al test, con cui il giovane ha avuto ripetuti contatti. Ma l’obiettivo è avere al Sacco, centro di riferimento nazionale insieme allo Spallanzani di Roma, tutti i 6 pazienti positivi. I trasferimenti da Codogno sarebbero quindi attesi nelle prossime ore, in base a quanto consentiranno le condizioni cliniche dei malati.

15.46 – Iss: “Confermato primo caso al Sacco di Milano”

E’ stato confermato dall’Istituto Superiore di Sanità “il primo caso risultato positivo all’Ospedale Sacco di Milano. Per la prima volta anche in Italia si sono verificati casi di trasmissione locale di infezione da nuovo coronavirus”. Si tratta del paziente uno, il 38enne ricoverato a Codogno.

15.51 – È possibile essere negativi al test dopo avere avuto un’infezione da coronavirus SarsCoV2

Lo rileva Giorgio Palù, ordinario di Microbiologia e Virologia dell’ Università di Padova, dopo il caso del dipendente della Mae di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) attualmente isolato nell’ospedale Sacco di Milano, risultato negativo al tampone. Ci sono diversi motivi per i quali questo può accadere e al momento non ci sono elementi sufficienti per preferire un’ipotesi a un’altra, dice l’esperto.

15.21 – A Castiglione d’Adda domani chiusi uffici e biblioteca comunale

15.11 – Codogno, la decisione del sindaco: fino a domenica chiusi bar, scuole e locali

Esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, di pubblico intrattenimento e i luoghi di ritrovo e assembramento al pubblico, come discoteche sale giochi, impianti sportivi utilizzati per manifestazioni pubbliche saranno chiusi almeno fino a domenica. Il sindaco ha ritenuto, si legge nell’ordinanza, di “dover tutelare la pubblica incolumità vietando temporaneamente e in via provvisoria e precauzionale” e almeno fino alla giornata di domenica 23 febbraio inclusa la chiusura di tutti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, di pubblico intrattenimento e di assembramento.

15.01 – Lodigiano, non vengono segnalati altri dipendenti contagiati

Nella zona del lodigiano, oltre alla Unilever di Casalpusterlengo (Lodi) dove lavorava il 38enne, non vengono segnalate altre aziende con dipendenti contagiati dal coronavirus. Lo si apprende da fonti industriali e sindacali. Numerose sono le telefonate giunte ad Assolombarda da parte di imprenditori che chiedono informazioni sui comportamenti e sui provvedimenti da adottare in caso di lavoratori contagiati dal coronavirus. Assolombarda sta fornendo agli imprenditori una serie di informazioni ed un decalogo del comportamento da adottare, coerenti con quanto già diffuso dal Ministero della Salute e dalla Farnesina.

14.55 – All’ospedale Sacco vietato l’ingresso ai parenti

“È assolutamente vietato l’ingresso ai parenti”. È quanto segnala un cartello appeso alla porta di ingresso del Padiglione G 56 dell’Ospedale Sacco di Milano, dove sono ricoverati alcuni dei contagiati da Coronavirus in Lombardia. Il cartello, affisso alla porta con solo due pezzi scotch, non era presente questa mattina e infatti parenti e pazienti potevano accedere all’edificio liberamente.

14.43 – “L’allarme non è al livello massimo”

“Al momento non c’è motivo di elevare il livello di allarme in Italia al massimo. Il massimo livello è se si contano molti casi autoctoni in varie parti d’Italia, cioè servono focolai plurimi che si accendono contemporaneamente”, ha detto il presidente della Società Malattie infettive e tropicali, Marcello Tavio all’Ansa. “A quel punto non vale più il criterio epidemiologico di contatto con una persona che ha avuto o ha il virus o è stata in un paese ad alto rischio, perché chiunque potrebbe avere il virus, ma siamo ancora fuori da questo scenario”.

14.15 – Piano per evitare il contagio dei medici di famiglia

Il medico di famiglia che visita un paziente con sintomi sospetti da COVID-19 dovrà essere dotato di sistema di sicurezza: mascherine FPP2 e FPP3, tuta e occhiali (forniti dall’Asl) per evitare di diventare lui stesso soggetto contaminante. Nel caso in cui abbia visitato un paziente risultato poi positivo senza sistema di sicurezza, dovrà essere messo lui stesso il quarantena. A illustrare la dinamica da mettere in campo – già all’attenzione della task force del ministero – è Silvestro Scotti, segretario della Fimmg, Federazione Italiana Medici Di Medicina Generale.

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