parlare dell’epidemia
Per l’Organizzazione mondiale della Sanità a complicare la gestione dell’epidemia concorre la diffusione di fake news sul virus, sulla pericolosità e sui rimedi
di Marco lo Conte
2 febbraio 2020
3′ di lettura
Ormai lo certifica anche un’istituzione internazionale. E non una caso: quella che si occupa e si preoccupa innanzitutto della salute degli esseri umani. C’è una sindrome che condiziona pesantemente la nostra mente, la nostra attenzione, la nostra capacità di comprensione, di elaborare le informazioni che riceviamo e di ricostituirle. Ed è qualcosa che – nella civiltà dell’informazione – popola il nostro ecosistema in modo ormai strutturale. Infodemia è il termine usato dall’Organizzazione mondiale della sanità per indicare quell’«abbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno».
Pandemie a infodemia
Una pioggia di notizie in cui si incrociano e si confondono verità e falsità, dicerie e conferme, ipotesi, assiomi, teoremi. L’allarme lanciato dall’Oms è stato al centro di un focus diffuso pubblicato “per rintracciare e rispondere a falsi miti e voci” sul virus di Wuhan. L’organizzazione con sede a Ginevra è particolarmente impegnata nella gestione delle notizie che riguardano il Corona Virus e che è decisivo sotto diversi punti di vista: per la gestione dell’epidemia del virus in senso stretto, ma anche per gli effetti che gli allarmi immotivati provocano nella popolazione. Si pensi ai numerosi casi di intolleranza nei confronti di cittadini cinesi in giro per il mondo, Italia compresa.
Certo, il Corona virus può preoccupare e spaventare: ma è anche noto che la mortalità di questa infezione è decisamente più alta rispetto alle “comuni” influenze che ogni anno d’inverno colpiscono milioni di persone e mietono un numero di vittime vicino all’1%. Il corona virus sfiora il 3% dei casi accertati, cui occorrerebbe aggiungere tutte le migliaia di persone per le quali il virus non è stato rilevato per assenza di sintomi. La mortalità della Spagnola che nel 1918 falcidiò l’Europa fu di poco superiore al 2%.
La mappa interattiva dei contagi e delle vittime del coronavirus
Manipolazioni e psicosi
Da sempre l’impatto delle notizie sui comportamenti umani è oggetto di riflessione e attenzione: l’intreccio del Nome della Rosa ruota sul rischio connesso alla lettura di un libro “pericoloso”. Ma la moltiplicazione della possibilità di ciascun cittadino di comunicare in modo anche anonimo, su ciascun argomento ha portato la questione a un livello totalmente diverso.
La vicenda Cambridge Analytica, le elezioni di Trump e Brexit pesantemente condizionate da campagne mirate sui social, hanno spinto il dibattito pubblico sul tema fino a ipotizzare varie forme di controllo sugli account social (la proposta di registrazione con documento). Ma la velocità tecnologica è tale che il deep fake (la manipolazione di video con personaggi noti cui vengono fatte dire frasi che non si sognerebbero di pronunciare) che solo ieri scandalizzava e preoccupava, domani rischia di essere desueto.