In realtà anche quello era un piccolo trucco, il tocco artistico di un noto fotoreporter della “Gazzetta dello sport” inviato al Tour de France, Carlo Martini, che, saputo di un vero scambio di borraccia avvenuto tra i due rivali, chiede a Fausto e Gino di ripetere il gesto a beneficio del pubblico. Una astuzia a fine di bene. Perché mai foto fu più vista e rivista di questa, diventando un simbolo di quella rivalità, ma anche una sorta di affresco di un periodo storico in cui l’Italia, pur con le sue divisioni e le sue difficoltà, trovava l’energia e la volontà comune per risalire la china dopo gli anni disastrosi della guerra.
Ma c’è anche un altro motivo per cui questa mostra – con gli scatti di fotoreporter come Vito Liverani e Walter Breveglieri – ci sorprende e perfino ci intenerisce. Un motivo banale, ma nello stesso tempo importante, perchè ci restituisce il Campione nella sua dimensione più intima e umana. Scatti intensi con il figlio Faustino e con il fratello Serse, nel lettino dei massaggi in lacrime dopo una delle sue tante cadute.
Oppure con la nuova compagna, Giulia Occhini, la celebre “Dama Bianca” che per Coppi finì addirittura in carcere per adulterio. Foto quasi “rubate”, nel salotto della villa di Novi Ligure, in quella irripetibile atmosfera degli Anni Cinquanta, tra passato e futuro, tra la fatica e la polvere della strada e il primo benessere che precede gli anni del “boom economico”.
Coppi viene da una famiglia di contadini, ma pedalando è diventato un uomo facoltoso. Ha una bella casa, una compagna elegante, un bambino che a Natale riceve ogni ben di Dio. Ma lui, Coppi, ha sempre lo sguardo di un uomo in guardia, di chi sa che qualcosa può sempre succedere, come in corsa, dove basta una buca o una foratura in agguato per farti perdere tutto il vantaggio che hai.
Ma c’è anche un Coppi allegro: che scherza coi gregari, che si intrattiene coi suo tifosi, che sorride disinvolto per un servizio di un giornale francese che lo riprende come natura l’ha fatto nell’intento di mostrare la sua eccezionale struttura fisica, quel torace carenato con la potentissima muscolatura dei quadricipiti e la sottile linea delle caviglie. A volte sembra un attore, a volte un uomo inchiodato dalla fatica; in altre un comune uomo del suo tempo, sempre un po’ trattenuto, mai scomposto, anche nei momenti di relax.