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Conte non vuole il governo, ma punta alla guida del M5S – Corriere della Sera

Feb 5, 2021

Giuseppe Conte non vuole entrare nel nuovo governo, ma nemmeno intende arroccarsi. E poche cose lo hanno offeso in questi giorni tormentati, quanto il sospetto che abbia mai pensato di ostacolare la formazione di una maggioranza a sostegno di Mario Draghi, indicato dal Quirinale: I sabotatori cerchiamoli altrove. In quei 180 secondi in piedi dietro al tavolino di piazza Colonna, assediato da cameramen, fotografi e giornalisti, l’avvocato degli italiani ha plasticamente detto addio a Palazzo Chigi, la cui facciata faceva da fondale alla scenografia studiata dal portavoce Rocco Casalino. Ma chi si aspettava un passo di addio, ha assistito a una mossa del cavallo che sa tanto di discesa in campo.

La dichiarazione (senza contraddittorio) con cui il presidente del Consiglio dimissionario rinuncia alla tentazione dell’Aventino, raccoglie l’appello di Mattarella alla responsabilit nazionale e si ritaglia uno spazio politico, contiene messaggi destinati a incidere su uno scenario in convulsa evoluzione. Per dirla con Goffredo Bettini, Conte ha messo con delicatezza una mano sulla testa dei 5 Stelle. Ha detto loro io ci sono e ci sar, parole che tanti parlamentari hanno interpretato come la volont di mettersi alla testa del Movimento e traghettarlo per il bene del Paese nella nuova maggioranza. La scelta sofferta di Conte, favorita in primis da Beppe Grillo, sposta il partito numericamente pi grande del Parlamento dal campo di una possibile, barricadera opposizione, a quello della maggioranza. E ancora, altro non trascurabile effetto, congela l’idea della lista elettorale e del partito personale che Conte accarezzava da mesi. Chiedersi se il professore di Diritto privato sar il candidato premier del centrosinistra prematuro, ma colui che per il Nazareno il punto di equilibrio della coalizione, non nasconde l’ambizione di proporsi come federatore di una alleanza per lo sviluppo sostenibile tra M5S, Pd e Leu. Questione tutta da vedere alla luce del nuovo sistema elettorale proporzionale, che il Pd vorrebbe calendarizzare al pi presto. Il secondo messaggio, indirettamente rivolto a Matteo Renzi, traducibile prosaicamente con parole come queste: sei riuscito a rottamare il mio governo e a cacciarmi da Palazzo Chigi, ma non manderai in pezzi l’alleanza tra Pd, M5S e Leu. Agli amici della coalizione che gli sono rimasti leali, Conte offre un orizzonte elettorale con la promessa di realizzare il nostro progetto politico.

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