L’audizione del premier
La procura indaga sulla mancata chiusura della Val Seriana tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Per il premier la Regione Lombardia poteva intervenire da sola
di Sara Monaci

La procura indaga sulla mancata chiusura della Val Seriana tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Per il premier la Regione Lombardia poteva intervenire da sola
12 giugno 2020
2′ di lettura
È stato ascoltato dai pm di Bergamo pertre ore, a Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte . L’incontro è avvenuto a Palazzo Chigi, e Conte è stato ascoltato come persona informata dei fatti.
La procura di Bergamo indaga sulla mancata zona rossa in Val Seriana durante la piena emergenza Covid, quando il contagio avanzava senza sosta già tra fine febbraio e inizio marzo.
A chi spettava la decisione di chiudere i comuni di Nembro e Alzano Lombardo, che contano in tutto 25mila abitanti? Per i vertici della Regione Lombardia, già ascoltati dai magistrati, è il governo che deve decidere. E in quei giorni, tra il 3 e il 6 marzo, la Lombardia fornì gli strumenti necessari per valutare l’andamento del contagio all’Iss.
Proprio l’Istituto superiore della Sanità aveva inviato parere favorevole alla chiusura del territorio, dopo aver ricevuto i dati del Comitato tecnico scientifico della Lombardia che sottolineavano la crescita dei contagi e dei decessi (oggi arrivati quasi al 600% in più rispetto a quelli dello scorso anno). Le circostanze sono state confermate dall’assessore al Welfare Giulio Gallera e dal presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, entrambi ascoltati dai pm nei giorni scorsi, sempre come persone informate dei fatti.
Conte ha sottolineato che avrebbe rifatto tutto quello che ha fatto, e che la Regione Lombardia avrebbe avuto eventualmente tutti gli strumenti per chiudere in autonomia la bergamasca. Il premier ha presentato una sua memoria ai procuratori coordinati da Maria Cristina Rota, in cui ricostruisce quanto avvenuto durante le settimane tra il 22 febbraio e l’11 marzo, dal primo lockdown a Codogno e nel lodigiano e a Vò Euganeo (in Veneto), alla zona arancione istituita dal 7 marzo in Lombardia e in altre province italiane del Nord, fino al Dpcm che ha stabilito la zona rossa per tutta Italia.