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Consultazione M5s sul processo a Salvini: Comma 22 e sindrome di Procuste, cosa sono – Repubblica.it

Feb 17, 2019

ROMA. Beppe Grillo sferra, a sorpresa, un uno-due potentissimo al Movimento 5 Stelle con tre righe su Facebook. Forse una “sveglia” data appunto per ridestare i 5S, già sommersi da critiche interne per la formulazione confusa del quesito sul processo a Salvini. Ma forse solo un attacco di pura e feroce satira, che non sembra proprio bonaria e che per colpire duro tira in ballo letteratura e psicologia. In pieno stile grillesco, quasi come ai tempi di Craxi e la Rai. Solo che stavolta l’avversario politico è la sua stessa creatura, il Movimento 5 Stelle.

Riferendosi al quesito, da lunedì oggetto di voto sul portale Rousseau, Grillo ha scritto: “Se voti Sì vuol dire No. Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!”. Citazioni non proprio immediate ma che hanno un obiettivo chiaro: la formulazione sghemba del quesito, a cui sostanzialmente se gli utenti di Rousseau risponderanno “No” esprimeranno un voto positivo e al contrario, votando “Sì” diranno no all’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Diciotti.

Ma cosa sono il Comma 22 e la sindrome di Procuste? Il Comma 22 è un rimando letterario al paradosso descritto da Joseph Heller nel suo Catch 22, tradotto appunto in Comma 22, una regola che però è un tranello. Il romanzo è incentrato sulle vicende belliche dell’aviazione americana, e il Comma 22 indica una facoltà di scegliere solo apparente in un contesto di decisione: quello che si voterà insomma porterà ad un corto circuito che renderà il voto vano, un “loop” logico senza uscita, che di fatto annulla il quesito. La sindrome di Procuste invece indica la condizione per cui una persona tende a disprezzare e se possibile svantaggiare chi considera avere maggior talento e più possibilità di successo. Un disturbo psicologico quindi, che nasce dal non saper accettare la propria condizione rispetto ad individui più preparati o dotati. Ovvero dal non sopportare la propria mediocrità. Che rimane comunque una caratteristica umana comune a tutti rispetto alle eccellenze – saper fare tutto ai massimi livelli è sostanzialmente inumano – ma resta di difficile assimilazione.

Grillo sembra quindi dire che il M5s si sia avvitato su sé stesso con la formulazione del quesito, offrendo scarsa possibilità di comprensione e di fatto sminuendo il ruolo di chi parteciperà alla votazione. Se il sì e no e viceversa e si incarta con un quesito in burocratese, il M5s ha perso l’orientamento, dice Grillo. Un attacco non atteso e di potenza inedita verso il soggetto politico che ha contribuito a creare insieme a Gianroberto Casaleggio. E che oggi, tra dati elettorali e sondaggi, non vive un momento facile. Soprattutto al suo interno, con le polemiche attorno alla consultazione e mal di pancia attorno alla leadership.

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