AGI – L’ex ministro Luca Lotti e Tiziano Renzi, padre del leader di Italia Viva ed ex premier, Matteo, sono stati assolti nel processo nato dall’inchiesta Consip. Lo hanno deciso i giudici del tribunale di Roma, al termine di una camera di consiglio di oltre 3 ore. Oltre a Lotti e a Renzi senior sono stati assolti altri 6 imputati. Si tratta dell’ex parlamentare Italo Bocchino; degli imprenditori Alfredo Romeo e Carlo Russo; del carabiniere Emanuele Saltalamacchia, all’epoca dei fatti comandante dei carabinieri della Legione Toscana; di Filippo Vannoni, ex presidente di Publiacqua e di Stefano Massimo Pandimiglio. Condannati, invece, i carabinieri Gianpaolo Scafarto (1 anno e 6 mesi) e Alessandro Sessa (3 mesi).
I reati, contestati a vario titolo, erano quelli di millantato credito, traffico d’influenze, tentata estorsione, favoreggiamento, falso, rilevazione di segreto. Il pm Mario Palazzi, lo scorso 22 dicembre, aveva sollecitato otto richieste di condanna e due di assoluzione nel procedimento legato alla centrale acquisti della pubblica amministrazione. Per Lotti era stata sollecitata una pena a 1 anno di reclusione. Stessa condanna richiesta per Bocchino. La procura di Roma aveva poi sollecitato, inoltre, una condanna 2 anni e 6 mesi per Romeo e a 5 anni per Russo. Per l’ex ufficiale del Noe Scafarto e’ stata chiesta una condanna a 1 anno e 10 mesi, mentre per il colonnello Sessa e’ stata sollecitata una condanna a 3 mesi: per loro è caduta l’accusa di depistaggio.
La condanna era stata chiesta anche per l’ex generale Saltalamacchia (a 1 anno di reclusione); e per Vannoni, (a 1 anno). Chiesta invece l’assoluzione per Renzi senior e Pandimiglio. L’accusa, nel corso della requisitoria, aveva ricordato che, su questo processo, si sarebbe abbattuta “la mannaia della prescrizione”. “Un processo – aveva ricordato il pm Palazzi – destinato più alla storia che alla giustizia, molti di questi reati saranno travolti dalla prescrizione”. Gianpaolo Scafarto e Alessandro Sessa, carabinieri che, all’epoca dei fatti, erano in servizio al Noe, sono stati condannati anche al pagamento di una provvisionale di 50mila euro immediatamente esecutiva nei confronti del ministero della Difesa.
Lotti: avanti a testa alta, ho vissuto sette anni difficili
“Sono stati sette anni e mezzo difficili che non auguro a nessuno. Vedersi sbattuto da innocente in prima pagina con accuse anche da parte di quelli che dovrebbero essere i tuoi ‘vicini di banco’. Comunque è andata bene, vado avanti a testa alta. Sono contento”, ha commentato l’ex ministro dello Sport, Luca Lotti.
“È una vicenda che mi è costata dal punto di vista personale: la politica va e viene, è impegno civico che io ho fatto per 10 anni con massimo rispetto per gli incarichi che ho svolto da quando ho cominciato come consigliere comunale fino all’incarico da ministro. Oggi faccio altro, ma non ho lasciato la politica. Posso guardare in faccia tante persone che negli anni mi hanno accusato o facevano commenti su di me: oggi finalmente si è messo un punto” ricorda Lotti.
“Nel Pd sono un semplice iscritto, non ho condiviso tante scelte nel mio partito. Molti militanti del mio partito che in passato potevano additarmi come un problema oggi possono ricredersi. Poi sulla non candidatura io ho sempre detto che non avrei mai potuto e voluto essere uno scandalo per il mio partito e oggi ne ho data la dimostrazione. Manderò a tutti i membri di quell’assemblea, dove ad agosto del 2022 ho detto e pronunciato queste parole, la sentenza di oggi” conclude Lotti.