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Confindustria taglia stime Pil: +0,7% nel 2016 e +0,5% nel 2017. «Avanti con riforme, persi 15 anni»

Set 15, 2016

Dopo il taglio di fine giugno gli economisti di Confindustria hanno limato ancora al ribasso le stime sulla crescita: nel 2016 il Pil previsto al +0,7% (era +0,8%) e nel 2017 al +0,5% (era +0,6%). Ma la crescita 2017, avvertono gli economisti di viale dell’Astronomia, non scontata e va conquistata. Dopo un quindicennio perduto, il Paese soffre oggi di una debolezza superiore all’atteso. Non solo. Ai ritmi attuali di incremento del Pil – indica il Csc – l’appuntamento con i livelli di crescita lasciati nel 2007 rinviato al 2028. E il contesto resta molto difficile con tutti gli indicatori qualitativi al ribasso. E senza margini di flessibilit aggiuntivi per il 2017 sar necessaria una manovra complessiva sui saldi di 16,6 miliardi.

Le slide presentate nel corso del seminario del Centro Studi con le nuove stime sul #PIL 2016-2017 http://www.slideshare.net/ConfindustriaOfficial/scenari-economici-settembre-2016

Confindustria(Confindustria)

Di qui l’appello: vitale proseguire e approfondire il processo riformista. Un processo legato all’esito del referendum costituzionale. Confindustria suggerisce di concentrare le poche risorse disponibili su tre priorit: il sostegno agli investimenti privati e infrastrutturali, lo scambio salario-produttivit a livello decentrato e la crescita dimensionale delle imprese . L’elenco degli ostacoli da eliminare comprende il credito (la cui contrazione sta proseguendo), l’edilizia (ancora in stallo) e la minore competitivit (causata dallo sganciamento del costo del lavoro dalla produttivit).

Dopo la crescita zero registrata dall’Istat nel secondo trimestre 2016 e le previsioni di un Pil ancora debole nei prossimi mesi, anche il governo ha annunciato che le previsioni di crescita saranno riviste al ribasso nella nota di aggiornamento al Def (si va insomma verso lo 0,9% quest’anno rispetto all’1,2% previsto ad aprile). Il Fondo monetario internazionale, nell’aggiornamento delle stime condotte a luglio, prevede che la crescita dell’economia italiana si attester allo 0,9% quest’anno e all’1% il prossimo. E anche la Banca d’Italia, nel suo ultimo Bollettino economico, lamenta un rallentamento della crescita, con un incremento del Pil stimato poco al di sotto dell’1% nel 2016 e attorno all’1% nel 2017. La risalita del Pil – ricorda Confindustria – si arrestata gi nella scorsa primavera. Gli ultimi indicatori congiunturali non puntano a un suo rapido riavvio, piuttosto confermano il profilo piatto.

Nel 2016 deficit al 2,5% e debito sale a 133,3% del Pil

Secondo le nuove stime macroeconomiche del Centro studi di Confindustria presentate oggi, il rapporto deficit/Pil sar del 2,5% nel 2016 con un leggero calo di un decimo di punto rispetto all’anno prima e nel 2017 scender al 2,3%. Il debito invece previsto in salita dal 132,6% del 2015 al 133,3 quest’anno e al 134% l’anno prossimo. Il governo invece nel Def di aprile prevede una minima inversione di tendenza del debito gi quest’anno (dal 132,7 al 132,4% del Pil).

Confindustria: Italia ferma 15 anni, altri crescono

Non riusciamo a schiodarci dalla malattia della bassa crescita di cui soffriamo dall’inizio degli anni Duemila avverte il capo economista di Confindustria, Luca Paolazzi. I dati Csc mostrano come prima, durante e dopo la Grande Recessione (in Italia pi intensa e pi lunga) si accumulato un distacco molto ampio con altri Paesi Ue. Tra 2000 e 2015, ricorda Confindustria, il Pil aumentato in Spagna del 23,5%, Francia +18,5%, Germania +18,2%. In Italia calato dello 0,5% e con le dinamiche in corso i gap aumentano oggi ancor pi rapidamente.

Avanti con riforme, ma dipende da referendum

In questo contesto vitale proseguire e approfondire il processo riformista dice il centro studi di Confindustria, che avverte: Ci dipende dall’esito del referendum sulle modifiche alla Costituzione che migliorerebbero la governabilit del Paese e aiuterebbero a far cader alcuni degli impedimenti denunciati dalle imprese. Ci sono state importanti riforme nell’ultimo biennio, spiega il CsC, ma in gran parte attendono piena attuazione e la trasformazione in comportamenti. Quando invece vengono attuate i risultati non tardano a concretizzarsi.

Le nuove previsioni del #CSC sul #PIL: +0,7% nel 2016, +0,5% nel 2017.

Confindustria(Confindustria)

Dal Jobs Act risultati concreti, finora oltre 340mila posti fissi

Le riforme sono vitali e quando vengono attuate, i risultati non tardano a concretizzarsi. Un chiaro esempio fornito dal Jobs Act accompagnato dalla temporanea riduzione della contribuzione sociale a carico delle imprese. Quasi i quattro quinti degli oltre 426mila posti di lavoro aggiuntivi creati dall’inizio del 2015 a met 2016 sono con contratti a tempo indeterminato si legge nel Centro studi di Confindustria nel rapporto presentato oggi.

“La crisi ha comportato un netto abbassamento del potenziale di crescita italiano, oltre ad aver diminuito l’utilizzo della capacit produttiva ancora esistente”

Centro Studi Confindustria

Ma il Centro studi di Confindustria calcola anche che a met 2016 sono 7,9 milioni le persone senza lavoro in tutto o in parte in Italia, con un aumento del 78,1% rispetto al 2008. Agli ancora tre milioni di disoccupati nel secondo trimestre 2016 (+78,3% rispetto a otto anni prima) bisogna aggiungere gli occupati part-time involontari che sono 2,7 milioni (+95,9%) e i non-occupati che sarebbero disponibili a lavorare ma non hanno compiuto azioni di ricerca attiva (1,4 milioni, +40,5%) e quelli che aspettano l’esito di passate azioni di ricerca (705mila, il doppio). Elevatissimo lo stock di disoccupati di lunga durata, quasi 1,8 milioni in cerca di impiego da almeno 12 mesi (+123,1% sul 2008).

Flessibilit o rischio manovra da 16 miliardi

Dal definitivo posizionamento dell’asticella del Pil per il 2016 e il 2017, oltre che dall’esito del confronto con la Ue sugli ulteriori margini di flessibilit utilizzabili, dipenderanno l’entit definitiva e, soprattutto, la composizione della manovra. Confindustria avvisa che una crescita ferma nel 2016 allo 0,7% e nel 2017 allo 0,5%, con un deficit che raggiunge il prossimo

anno il 2,3% del Pil, richiederebbe una manovra complessiva sui saldi di 16,6 miliardi. E che un aggiustamento di queste dimensioni avrebbe effetti molto negativi sull’economia italiana, soprattutto alla luce dell’enorme capacit produttiva inutilizzata, dell’incerta e fragile risalita della domanda interna e dell’indebolimento della fiducia di famiglie e imprese. Per tale ragione

necessario che siano sfruttati tutti i margini di flessibilit gi previsti dal Patto di stabilit, in caso di andamento pi debole dell’attivit economica, e siano negoziati con la Commissione europea ulteriori spazi di manovra sui conti pubblici. Confindustria, infine, suggerisce di concentrare le poche risorse disponibili su tre priorit: il sostegno agli investimenti privati e infrastrutturali, lo scambio salario-produttivit a livello decentrato e la crescita dimensionale delle imprese.

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