• 25 Novembre 2024 23:45

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Confindustria attacca Stellantis, nel mirino le scelte prese dal colosso automotive

Ott 28, 2024

Il mondo delle auto negli ultimi anni sta facendo fronte ad una transizione ecologica che inevitabilmente sta portando cambiamenti in tutto il settore. Dopo un secolo di motori endotermici, infatti, per venire incontro alle direttive di molti paesi, tra cui l’Europa, di produrre auto ad emissioni zero, si è deciso di puntare su altro. Tra le nuove tecnologie, quella elettrica sembra avere un significativo vantaggio su tutte le altre, ma anche l’idrogeno è al vaglio così come altri carburanti che potrebbero offrire gli stessi risultati degli EV.

Naturalmente un cambiamento epocale come questo ha significato per i costruttori un ingente esborso nel campo dello sviluppo. Proprio per questo, diversi colossi hanno deciso di unirsi tra loro per dare vita a delle holding. Per quanto riguarda il comparto automobilistico italiano, il Gruppo FCA capitanato da FIAT ha operato una fusione con i francesi del Gruppo PSA, dando origine a Stellantis.

Confindustria attacca Stellantis

Proprio l’azienda, che ha sede nei Paesi Bassi, di recente è stato oggetto di critiche sia da parte del Governo italiano che di Confindustria. Stellantis, infatti, viene accusata di aver delocalizzato la produzione in altri Paesi, sfilando posti di lavoro agli italiani. Come riportato da ANSA, Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha così commentato la cosa: “Ciò che mi dispiace è che invece di fare investimenti nel Paese vengono fatti investimenti in altri Paesi”.

Orsini ha poi sottolineato che si riferiva esattamente a Stellantis e ha rimarcato che bisogna finanziare chi crede nell’industrializzazione del nostro Paese. Parole quindi affilate come un coltello, che hanno colpito in pieno la holding, che ha replicato: Per produrre auto o veicoli commerciali servono gli ordini, è la domanda a creare il mercato e non viceversa”. Insomma la partita è decisamente aperta tra le parti.

La difesa di Stellantis

Stellantis ha anche ribadito che il problema dell’elettrificazione è la sua accessibilità economica da parte dell’utente finale. Il richiamo è naturalmente agli incentivi statali che l’azienda chiede a gran voce per abbattere i costi delle auto elettriche. Secondo l’ultimo piano strategico varato dalla Holding, verranno investiti 50 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. Inoltre, Stellantis ci ha tenuto a precisare di aver investito già 2 miliardi di euro all’anno in Italia negli ultimi anni. Infine, ha ribadito la centralità del nostro Paese nei loro progetti, facendo riferimento ai 2 stabilimenti di produzione: Stla Medium a Melfi e Stla Large a Cassino e il Battery Technology Centre di Torino, dove si trova anche il primo Circular Economy Hub.

Dall’altro lato, invece, Orsini ha lanciato una stoccata all’elettrico: “Non lo si può imporre per normativa. Le tecnologie si cambiano perché sono accessibili a tutti”. Secondo il numero uno di Confindustria bisognerebbe frenare sugli EV e non spingerli a tutti i costi. Questa è una riflessione che in passato diverse persone hanno avanzato. Naturalmente la questione resta aperta. L’Europa ha fissato come deadline per la vendita di motori endotermici il 2035, ma c’è la possibilità che questa data venga spostata in avanti. La domanda, infatti, almeno per il momento, stenta a decollare in diversi Paesi.

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