• 20 Aprile 2024 16:56

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Con Sinner, Berrettini, Musetti e Sonego l’Italia può vincere la Davis?

Ago 1, 2022

AGI – Sono passati 46 anni dalla vittoria della Coppa Davis da parte del ‘dream team’ azzurro – Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli (capitano Nicola Pietrangeli) – in Cile il 19 dicembre 1976. Un evento che resta unico nella storia sportiva italiana e che mai come quest’anno potrebbe essere finalmente replicato.

L’AGI ne ha parlato con Paolo Bertolcci, ex compagno di doppio in Davis di Adriano Panatta e oggi apprezzato commentatore tv. Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, il doppio Fognini-Bolelli: una squadra potenzialmente fortissima. Questa è la volta buona per tornare a vincere la Coppa Davis? “Potrebbe essere davvero la volta buona, comunque se non sarà quest’anno accadrà probabilmente nei prossimi anni”.

Ne è convinto Bertolucci che poi spiega che “oggi questa manifestazione è molto diversa da quella che abbiamo vinto noi. Oggi – continua parlando al telefono con l’AGI – si gioca tutta d’un fiato, due set su tre, due singolari e un doppio nella stessa giornata… anche le squadre più forti possono avere problemi perché un singolare puoi sempre perderlo e poi il doppio spesso è un’incognita. Ai miei tempi se perdevi un singolare, essendocene quattro oltre al doppio, potevi recuperare. Ora è più difficile e si gioca sul filo di lana due su tre”.

Gli azzurri di capitan Volandri saranno impegnati alla Unipol Arena di Bologna nel gruppo A contro i finalisti del 2021 della Croazia mercoledì 14 settembre, con l’Argentina venerdì 16 settembre e con la Svezia domenica 18 settembre. Le prime due di ogni gruppo volano a Malaga per la fase finale, prevista dal 21 al 27 novembre.

Quest’anno non c’è la squadra più forte, la Russia (squalificata a causa della guerra in Ucraina, ndr), la Spagna non avrà Nadal e forse neanche Alcaraz – continua Bertolucci – per questo è certamente una buona occasione per l’Italia, ma dipende anche da altri fattori”.

“La fase finale della Coppa Davis si svolge una settimana dopo le Atp Finals di Torino (in programma dal 13 al 20 novembre al Pala Alpitour, ndr) – dice ancora l’ex campione azzurro – i nostri due tennisti più forti, Sinner e Berrettini, sono impegnati per entrare tra i primi otto della speciale classifica per disputare quel torneo. Se riusciranno a qualificarsi qualche settimana prima della competizione, potranno giocare a Torino e arrivare alla finale di Malaga in forma – spiega ancora Bertolucci – altrimenti li vedremo giocare tutti i tornei prima di Torino con lo scopo di qualificarsi. Cosa che probabilmente li vedrà senza energie a fine novembre”.

La Coppa Davis vinta da Bertolucci & C. nel 1976, tornata prepotentemente d’attualità grazie alla bella e fortunata docuserie ‘Una squadra’ di Domenco Procacci trasmessa su Sky, era diversa non solo per la formula con cui si disputava, ma anche per l’interesse che avevano i giocatori stessi a disputarla.

“Dobbiamo partire da una considerazione – chiarisce Bertolucci – il tennis è uno sport individuale in cui sei poco collegato a un discorso di squadra. Ai miei tempi noi avevamo un debito con la Federtennis perché avevamo fatto questa professione solo grazie a lei che ci aveva formato, ci aveva dato gli allenatori, i preparatori tecnici, fornito materiali e tutto. Oggi non è più così: i giocatori vengono da circoli privati, hanno allenatori e team propri. Ciononostante resta di sicuro la conapevolezza dell’importanza di vincere questa competizione. Quando giocavo io – aggiunge – la Davis era una vetrina per farti vedere ed era un modo per avere degli sponsor perché gran parte degli altri tornei non li seguiva nessuno: ai miei tempi, se avessi ottenuto una vittoria come quella di Sinner ieri a Umago con Alcaraz, forse lo averebbe saputo solo mia madre”.

UNA NUOVA MAGIA DI SINNER ✨

A Umago Jannik #Sinner supera Carlos Alcaraz in rimonta 6-7(5) 6-1 6-1 e celebra il sesto titolo in sette finali ATP in carriera. #CroatiaOpenUmag #tennis @janniksin @federtennis pic.twitter.com/JG9mYL3cqg

— CONI (@Coninews)
August 1, 2022

La Coppa Davis, essendo l’unica competizione a squadre nazionali, mantiene comunque un grande fascino e una discreta importanza anche oggi. “Per i nostri tennisti vincere la Coppa Davis con la nazionale italiana sarebbe un successo prestigioso – dice ancora Bertolucci all’AGI – e sono certo che tutti si impegneranno al massimo per conquistarla. Ne sono convinto anche perché ho visto che hanno sempre risposto positivamente alla chiamata del capitano Volandri. Non so se ce la faranno quest’anno, ma sono sicuro che nel giro di due-tre anni la Davis tornerà in Italia”, conclude profetico.

AGI – Sono passati 46 anni dalla vittoria della Coppa Davis da parte del ‘dream team’ azzurro – Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli (capitano Nicola Pietrangeli) – in Cile il 19 dicembre 1976. Un evento che resta unico nella storia sportiva italiana e che mai come quest’anno potrebbe essere finalmente replicato.
L’AGI ne ha parlato con Paolo Bertolcci, ex compagno di doppio in Davis di Adriano Panatta e oggi apprezzato commentatore tv. Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, il doppio Fognini-Bolelli: una squadra potenzialmente fortissima. Questa è la volta buona per tornare a vincere la Coppa Davis? “Potrebbe essere davvero la volta buona, comunque se non sarà quest’anno accadrà probabilmente nei prossimi anni”.
Ne è convinto Bertolucci che poi spiega che “oggi questa manifestazione è molto diversa da quella che abbiamo vinto noi. Oggi – continua parlando al telefono con l’AGI – si gioca tutta d’un fiato, due set su tre, due singolari e un doppio nella stessa giornata… anche le squadre più forti possono avere problemi perché un singolare puoi sempre perderlo e poi il doppio spesso è un’incognita. Ai miei tempi se perdevi un singolare, essendocene quattro oltre al doppio, potevi recuperare. Ora è più difficile e si gioca sul filo di lana due su tre”.
Gli azzurri di capitan Volandri saranno impegnati alla Unipol Arena di Bologna nel gruppo A contro i finalisti del 2021 della Croazia mercoledì 14 settembre, con l’Argentina venerdì 16 settembre e con la Svezia domenica 18 settembre. Le prime due di ogni gruppo volano a Malaga per la fase finale, prevista dal 21 al 27 novembre.
“Quest’anno non c’è la squadra più forte, la Russia (squalificata a causa della guerra in Ucraina, ndr), la Spagna non avrà Nadal e forse neanche Alcaraz – continua Bertolucci – per questo è certamente una buona occasione per l’Italia, ma dipende anche da altri fattori”.
“La fase finale della Coppa Davis si svolge una settimana dopo le Atp Finals di Torino (in programma dal 13 al 20 novembre al Pala Alpitour, ndr) – dice ancora l’ex campione azzurro – i nostri due tennisti più forti, Sinner e Berrettini, sono impegnati per entrare tra i primi otto della speciale classifica per disputare quel torneo. Se riusciranno a qualificarsi qualche settimana prima della competizione, potranno giocare a Torino e arrivare alla finale di Malaga in forma – spiega ancora Bertolucci – altrimenti li vedremo giocare tutti i tornei prima di Torino con lo scopo di qualificarsi. Cosa che probabilmente li vedrà senza energie a fine novembre”.
La Coppa Davis vinta da Bertolucci & C. nel 1976, tornata prepotentemente d’attualità grazie alla bella e fortunata docuserie ‘Una squadra’ di Domenco Procacci trasmessa su Sky, era diversa non solo per la formula con cui si disputava, ma anche per l’interesse che avevano i giocatori stessi a disputarla.
“Dobbiamo partire da una considerazione – chiarisce Bertolucci – il tennis è uno sport individuale in cui sei poco collegato a un discorso di squadra. Ai miei tempi noi avevamo un debito con la Federtennis perché avevamo fatto questa professione solo grazie a lei che ci aveva formato, ci aveva dato gli allenatori, i preparatori tecnici, fornito materiali e tutto. Oggi non è più così: i giocatori vengono da circoli privati, hanno allenatori e team propri. Ciononostante resta di sicuro la conapevolezza dell’importanza di vincere questa competizione. Quando giocavo io – aggiunge – la Davis era una vetrina per farti vedere ed era un modo per avere degli sponsor perché gran parte degli altri tornei non li seguiva nessuno: ai miei tempi, se avessi ottenuto una vittoria come quella di Sinner ieri a Umago con Alcaraz, forse lo averebbe saputo solo mia madre”.

UNA NUOVA MAGIA DI SINNER ✨ A Umago Jannik #Sinner supera Carlos Alcaraz in rimonta 6-7(5) 6-1 6-1 e celebra il sesto titolo in sette finali ATP in carriera. #CroatiaOpenUmag #tennis @janniksin @federtennis pic.twitter.com/JG9mYL3cqg — CONI (@Coninews)
August 1, 2022

La Coppa Davis, essendo l’unica competizione a squadre nazionali, mantiene comunque un grande fascino e una discreta importanza anche oggi. “Per i nostri tennisti vincere la Coppa Davis con la nazionale italiana sarebbe un successo prestigioso – dice ancora Bertolucci all’AGI – e sono certo che tutti si impegneranno al massimo per conquistarla. Ne sono convinto anche perché ho visto che hanno sempre risposto positivamente alla chiamata del capitano Volandri. Non so se ce la faranno quest’anno, ma sono sicuro che nel giro di due-tre anni la Davis tornerà in Italia”, conclude profetico.

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