• 8 Gennaio 2025 9:28

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Con Blue Origin la corsa allo spazio dei privati diventa competitiva

Gen 7, 2025

Blue Origin, l’azienda spaziale fondata da Jeff Bezos, è pronta a lanciare il suo primo razzo orbitale, il New Glenn, segnando un passo cruciale nella competizione per l’esplorazione commerciale dello spazio. Questo settore è attualmente dominato da SpaceX, l’azienda guidata da Elon Musk. Il lancio è programmato presso la Cape Canaveral Space Force Station in Florida. La finestra di lancio principale è prevista per mercoledì alle ore 1:00 (ora di Greenwich), mentre una finestra di backup è stata fissata per venerdì. Le informazioni provengono da un avviso ufficiale della Federal Aviation Administration. Sebbene Blue Origin non abbia ancora confermato ufficialmente la data del lancio, l’attesa è cresciuta significativamente dopo un recente test dei motori effettuato il 27 dicembre.

 

               

 

Il razzo sarà impegnato nella missione denominata Ng-1 e trasporterà un prototipo denominato Blue Ring, una piattaforma sviluppata con il sostegno del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Questa piattaforma è stata progettata per agevolare il dispiegamento di satelliti e rimarrà integrata nel secondo stadio del razzo per l’intera durata del volo, che durerà sei ore. Questo evento rappresenta l’ingresso ufficiale di Blue Origin nel mercato dei lanci orbitali, un segmento considerato particolarmente redditizio. Fino a questo momento, l’azienda si era concentrata principalmente su voli suborbitali con il razzo New Shepard, utilizzato per brevi missioni ai confini dello spazio.

Secondo diversi analisti, il settore dei voli spaziali commerciali è dominato dai lanci orbitali, in quanto questi rappresentano il principale mercato di riferimento. I voli suborbitali offrono opportunità limitate, sia in termini di carichi utili che di clienti. Questo lancio segna un momento importante anche nella rivalità personale e commerciale tra Jeff Bezos, uno degli uomini più ricchi al mondo, e Elon Musk, attualmente il più ricco. SpaceX è riuscita a consolidare una posizione dominante nel settore grazie ai razzi Falcon 9, che vengono utilizzati sia per missioni governative che commerciali, tra cui il trasporto di astronauti e materiali verso la Stazione Spaziale Internazionale.

Il razzo New Glenn di Blue Origin è dotato di un primo stadio riutilizzabile, progettato per effettuare atterraggi verticali su una piattaforma in mare. Questa tecnologia innovativa è considerata essenziale per ridurre i costi di lancio. Con un’altezza di 98 metri, il New Glenn supera il Falcon 9 di SpaceX, che misura 70 metri. Questo razzo è stato progettato per trasportare carichi di dimensioni e peso maggiori rispetto al Falcon 9, posizionandosi come una valida alternativa tra quest’ultimo e il Falcon Heavy, un altro modello di SpaceX. Inoltre, il New Glenn utilizza un combustibile più pulito rispetto al cherosene tradizionale, basandosi su gas naturale liquido, e fa affidamento su un numero inferiore di motori.

Secondo esperti del settore, l’ingresso di Blue Origin nel mercato dei lanci orbitali potrebbe contribuire a una maggiore competizione, riducendo i costi e migliorando l’accessibilità allo spazio. Attualmente, SpaceX domina il mercato, mentre altri attori come United Launch Alliance, Arianespace e Rocket Lab occupano posizioni di secondo piano. Nonostante Blue Origin sia stata fondata due anni prima di SpaceX, ha incontrato maggiori difficoltà nello sviluppo e nella messa in opera di tecnologie avanzate. Ritardi nella realizzazione del New Glenn hanno portato a diverse opportunità mancate, ma il successo di questo lancio potrebbe segnare una svolta per l’azienda.

Jeff Bezos nutre da tempo una profonda passione per l’esplorazione spaziale. Tuttavia, la sua visione differisce da quella di Elon Musk. Mentre Musk punta alla colonizzazione di Marte, Bezos immagina un futuro in cui la Terra venga preservata grazie alla creazione di insediamenti orbitanti che ospitino gran parte dell’attività umana. Con il lancio imminente del New Glenn, Blue Origin si prepara a diventare un attore rilevante nella corsa allo spazio, contribuendo ad ampliare le opportunità per i lanci orbitali e a ridefinire il panorama della competizione spaziale globale.

La crescente presenza di aziende private nella corsa allo spazio sta ridefinendo il nostro rapporto con il cosmo, portando con sé possibilità concrete e dilemmi ancora in evoluzione. Da un lato, l’abbassamento dei costi e l’accelerazione tecnologica offrono strumenti che solo pochi decenni fa erano impensabili. Razzi riutilizzabili, satelliti miniaturizzati e infrastrutture per colonie extraterrestri sono ormai questioni pratiche, non semplici sogni futuristici.

Questa trasformazione ha il potenziale per ampliare la portata dell’esplorazione, includendo nuovi attori che in passato sarebbero stati esclusi per motivi economici o logistici. Università, piccoli stati e startup tecnologiche potrebbero trovare spazio in un settore che sta diventando sempre più accessibile. La possibilità di utilizzare l’orbita terrestre per scopi di ricerca, comunicazione e monitoraggio ambientale è destinata a cambiare il nostro modo di comprendere e gestire il mondo che abitiamo.

Tuttavia, questa accelerazione porta con sé interrogativi urgenti. Lo spazio non è infinito nel modo in cui spesso immaginiamo. Le orbite utili si stanno riempiendo rapidamente, con detriti e satelliti che rischiano di trasformare un’area cruciale in un cimitero tecnologico. Inoltre, l’estrazione di risorse extraterrestri, pur promettente, solleva questioni su chi debba beneficiarne e con quali regole.

Un altro tema è l’accentramento delle capacità spaziali nelle mani di pochi attori privati e i rischi che questo comporta. Se l’accesso allo spazio diventa una questione di capitale e infrastruttura, il rischio è che le opportunità restino concentrate in poche nazioni e in pochissime aziende, accentuando disuguaglianze globali che già conosciamo sulla Terra. L’assenza di regole chiare a livello internazionale rende ancora più delicata questa fase di espansione.

C’è anche un aspetto meno visibile, ma ugualmente importante: il senso di questa corsa. Lo spazio sarà uno strumento per migliorare la vita sulla Terra, oppure un nuovo fronte per la competizione economica e geopolitica? La privatizzazione dell’accesso allo spazio non deve sottrarre il significato collettivo di questa impresa: quello di scoprire e comprendere, non solo di conquistare.

In definitiva, la corsa spaziale dei privati è una questione aperta. Può rappresentare un’opportunità per trasformare il nostro rapporto con il cosmo e tra di noi, ma solo se sarà accompagnata da una riflessione collettiva e da un’azione concertata per governare questo nuovo scenario in modo equilibrato. Lo spazio, come la Terra, è una risorsa unica e condivisa: come decideremo di usarlo dirà molto sul futuro che immaginiamo per l’umanità.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close