• 28 Febbraio 2025 13:01

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Come funzionano tutor e autovelox, le differenze spiegate

Feb 28, 2025

Autovelox e safety tutor hanno l’obiettivo comune di prevenire gli incidenti stradali. Sanzionano gli automobilisti che superano i limiti consentiti, ma differiscono nel loro funzionamento, nelle metodologie di rilevamento e nelle tipologie di infrazione rilevate. La differenza tra tutor e autovelox non è affatto marginale ed è un aspetto fondamentale che ogni automobilista dovrebbe conoscere per muoversi sulle strade italiane.

Come funzionano gli autovelox

Gli autovelox sono dispositivi elettronici che rilevano la velocità istantanea di un veicolo in un punto della strada. Il funzionamento è semplice ma efficace. Possono essere mobili, ovvero installati temporaneamente dalle forze dell’ordine su cavalletti o all’interno di veicoli di servizio, oppure fissi, posizionati permanentemente lungo le strade in punti critici.

Gli autovelox si basano su due tecnologie: radar e laser. I sistemi radar inviano un segnale radio che rimbalza sul veicolo in transito, calcolando la velocità in base al tempo impiegato dal segnale per tornare al dispositivo. I dispositivi laser emettono un raggio luminoso che, riflettendosi sul veicolo, permette di misurare con estrema precisione la velocità al momento esatto del passaggio.

Nel momento in cui l’autovelox rileva un superamento del limite di velocità consentito, il dispositivo scatta una fotografia che documenta l’infrazione e intercetta targa del veicolo, data, ora e velocità rilevata. Questo sistema ha il vantaggio di essere molto preciso nel rilevare l’infrazione istantanea e ha un potere dissuasivo, soprattutto in punti pericolosi, come curve strette o aree ad alta incidentalità. Proprio la natura istantanea della rilevazione fa sì che gli autovelox possano essere aggirati da automobilisti che rallentano in prossimità del controllo, per poi accelerare una volta superato il punto di misurazione.

Come funzionano i tutor

Il safety tutor, noto ufficialmente come Sistema informativo per il controllo della velocità, si differenzia dall’autovelox perché non misura la velocità istantanea, ma la velocità media di un veicolo su un tratto stradale prestabilito, di solito compreso tra 10 e 25 chilometri. Questo sistema, introdotto sulle autostrade italiane a partire dal 2005, si basa sull’utilizzo di due portali dotati di telecamere e sensori: uno posto all’ingresso del tratto controllato e uno all’uscita. Al passaggio del veicolo sotto il primo portale, il sistema registra la targa, data e ora, ripetendo la stessa operazione al secondo portale. Questi dati permettono di calcolare il tempo impiegato dal veicolo per percorrere il tratto e, di conseguenza, la velocità media tenuta.

Il safety tutor è considerato più efficace dell’autovelox nel ridurre gli incidenti poiché disincentiva i comportamenti di guida discontinui e pericolosi, come brusche frenate prima del punto di controllo e successive accelerazioni. Poiché la velocità media è calcolata su una distanza estesa, per evitare sanzioni gli automobilisti devono mantenere una condotta di guida costante e rispettare i limiti di velocità per tutto il tratto monitorato.

Come riconoscere autovelox e tutor in autostrada

Per gli automobilisti è utile riconoscere la differenza tra tutor e autovelox anche visivamente, così da adeguare la propria guida e rispettare i limiti. Gli autovelox fissi sono preceduti da segnali stradali specifici che ne indicano la presenza, e il dispositivo è individuabile: spesso appare come una cabina posta al lato della strada, di colore grigio o arancione.

Gli autovelox mobili non sono sempre segnalati in modo visibile poiché sono collocati temporaneamente dalle forze dell’ordine, a volte anche all’interno di veicoli civili e rendono più difficile la loro individuazione preventiva.

Il sistema tutor è ben segnalato in autostrada con cartelli indicanti il tratto controllato. Si compone di due o più portali posti sopra la carreggiata, equipaggiati con telecamere e sensori, facilmente riconoscibili da lontano. Questi portali sono preceduti da segnali che avvisano dell’inizio del tratto controllato.

In ogni caso anche se la presenza del tutor è ben indicata, mantenere una guida costante aiuta a evitare multe poiché non basta rallentare solo in prossimità dei portali di controllo.

Limiti di velocità che controllano

Un’altra differenza tra tutor e autovelox riguarda i limiti di velocità monitorati e le modalità con cui ciascun sistema gestisce eventuali tolleranze. Gli autovelox sono utilizzati su strade di diversa categoria: urbane, extraurbane e autostrade. Di conseguenza, i limiti monitorati variano a seconda del luogo in cui sono posizionati. In città, il limite standard è di 50 km/h, mentre sulle strade extraurbane principali può oscillare tra 70 km/h e 90 km/h. In autostrada, il limite massimo è fissato a 130 km/h, salvo diverse indicazioni locali. Essendo basati sulla misurazione istantanea, gli autovelox rilevano anche un superamento momentaneo del limite, senza possibilità di compensare brevi accelerazioni.

I tutor sono prevalentemente installati su tratti autostradali con un limite massimo di 130 km/h, che può essere ridotto a 110 km/h in caso di pioggia o maltempo. Il sistema è calibrato per considerare le variazioni temporanee della velocità: un breve sorpasso oltre il limite può non comportare una multa, purché la velocità media tra i due punti di rilevamento rimanga entro i limiti consentiti. Per i neopatentati, il limite in autostrada è abbassato a 100 km/h, un aspetto che il tutor tiene sotto controllo.

Tolleranza di velocità: differenze tra autovelox e tutor

Una delle questioni tecniche più discusse nel confronto tra i due sistemi riguarda la tolleranza nella rilevazione della velocità. Entrambi i dispositivi applicano una tolleranza del 5% sulla velocità misurata, come stabilito dal Codice della Strada, per compensare eventuali errori di misurazione. Nella pratica, la differenza va cercata nel fatto che, con l’autovelox, la tolleranza è applicata su una velocità istantanea, quindi il margine è molto ridotto: anche un lieve superamento del limite potrebbe comportare una multa.

Nel caso del tutor la tolleranza ha un’applicazione più elastica. Trattandosi di velocità media, è possibile che l’automobilista superi temporaneamente il limite, ad esempio durante un sorpasso, a patto che recuperi rallentando in seguito così da mantenere la velocità media entro il limite consentito.

Diritto alla privacy: tutor e autovelox sotto la lente

Un aspetto interessante della differenza tra tutor e autovelox riguarda le questioni relative al diritto alla privacy. Mentre l’autovelox, scattando una semplice fotografia del veicolo in infrazione, solleva meno problematiche dal punto di vista della riservatezza, il sistema tutor, registrando la targa e i dati temporali in ingresso e uscita da un tratto autostradale, è stato più volte oggetto di contestazioni in ambito giuridico proprio in relazione alla privacy. Il tutor raccoglie dati che permettono di tracciare gli spostamenti degli automobilisti, andando oltre la semplice verifica della velocità.

Corte di Cassazione e Garante della Privacy italiano hanno comunque stabilito che il sistema tutor è conforme alle normative vigenti in materia di trattamento dati personali, in quanto i dati raccolti sono conservati per un periodo limitato e utilizzati solo per la verifica delle infrazioni. Questi dati vengono infatti automaticamente cancellati dopo un certo periodo, a meno che non sia stata riscontrata un’infrazione, nel qual caso la loro conservazione è giustificata.

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