• 18 Marzo 2025 18:05

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Come cambierà l’economia se Trump e Putin dialogano

Mar 18, 2025

AGI – Un possibile accordo di pace tra Ucraina e Russia apre nuovi scenari economici dopo la battuta d’arresto dovuta allo scoppio della guerra tre anni fa. In un’analisi ad hoc, il Financial Times osserva che gli investitori stanno monitorando con attenzione l’evoluzione del riavvicinamento tra Donald Trump e Vladimir Putin, perché ciò potrebbe in parte sbloccare le sanzioni occidentali contro Mosca e di conseguenza indirizzare verso la Russia un’ondata di capitali.
In altre parole, secondo il Ft, gli hedge fund e i broker stanno cercando di capire come negoziare gli asset russi che potrebbero registrare un forte rialzo se il presidente degli Stati Uniti allentasse le sanzioni, come parte di un accordo per mediare un cessate il fuoco nella guerra della Russia contro l’Ucraina. Le speranze di uno stop al conflitto hanno generato nel corso dell’ultimo anno un rialzo del rublo di circa un terzo nei confronti del dollaro.

Asset russi e obbligazioni

 

In questo scenario gli asset russi sembrano ancora off-limits per i trader europei che punterebbero con decisione sulle obbligazioni di Mosca che erano considerate quasi prive di valore dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022, ma che ora, secondo quanto riporta FT, sono state rivalutate nelle dinamiche interne di alcuni investitori. Obbligazioni che con la guerra sono rimaste forzatamente bloccate nei portafogli.

Sanzioni e negoziazione del debito

In concreto dall’inizio della guerra, le sanzioni vietano la negoziazione del debito sovrano russo e molte società emittenti del Paese non riescono a trovare banche o intermediari per gestire i pagamenti ai creditori. La negoziazione diretta di rubli, invece, è molto difficile a causa delle sanzioni su Mosca e delle regole interne delle banche occidentali. Il volume degli scambi internazionali di rubli è di appena 50 milioni di dollari a settimana, rispetto ai miliardi di dollari di prima della guerra.

Scommesse sui movimenti della divisa russa

Per aggirare questa situazione alcune banche e broker offrono scommesse sui movimenti della divisa russa che vengono regolati in dollari, in modo che gli investitori possano evitare l’esposizione diretta al Paese. Questi cosiddetti non-deliverable forwards (Ndf) sono spesso utilizzati per negoziare valute che sono difficili da reperire al di fuori dei loro paesi d’origine, come quelle della Nigeria o dell’Egitto. Su questo aspetto Luis Costa, responsabile globale della strategia per i mercati emergenti di Citi, al FT ha detto: “Le banche occidentali sono ovviamente vincolate alle sanzioni. Il forward non consegnabile è uno strumento che non richiede il possesso della valuta o di asset russi”.

Conseguenze economiche interne

 

L’invasione del 2022 ha avuto anche conseguenze economiche sul fronte interno della Russia che da allora ha subito un’enorme fuga di capitali. E ancora: la banca centrale russa ha aumentato i tassi di interesse mentre i costi delle importazioni crescevano e la carenza di manodopera aumentava, in particolare quando il Cremlino ha avviato un programma di produzione bellica. Dunque chi scommette sul rublo ritiene che questa dinamica si invertirà, soprattutto se i russi che sono fuggiti dal Paese per paura di essere mobilitati torneranno con i loro risparmi nascosti in Georgia, Armenia e altre nazioni vicine. A tal proposito sempre Costa nel suo colloquio con il FT ha specificato: “L’obiettivo è il potenziale miglioramento dei flussi di capitale verso la Russia“.

Timori degli scommettitori

Tra gli scommettitori, però, c’è pure chi teme che il dialogo tra Trump e Putin non porti alla pace ma a un inasprimento tra le due potenze, con inevitabili ricadute economiche e finanziarie. Per esempio nell’ipotesi in cui gli Stati Uniti inaspriscano le sanzioni e Mosca rifiuti i termini del cessate il fuoco. O anche “se le sanzioni venissero allentate, gli investitori russi con denaro bloccato nel Paese potrebbero cogliere l’opportunità di uscire, mentre molti di coloro che sono emigrati potrebbero non tornare affatto”, ha detto Mark di Ninety One, al FT. Così si torna al punto di partenza, ossia al mercato obbligazionario. “A questo punto non si può comprare molto, perché chi ha le obbligazioni in genere non vuole venderle”, ha detto Igor Nartov, emerging markets trader di KNG, al FT. “Ma le compravendite avvengono. Ci sono più richieste – ha aggiunto – da parte degli operatori di mercato che chiedono le implicazioni della revoca delle sanzioni e se le cedole saranno pagate”.

Debito in rubli e sanzioni

Intanto le sanzioni e le restrizioni di Mosca sui pagamenti ai Paesi “non amici” fanno sì che il debito in rubli del governo russo rimanga off limits per gli investitori occidentali. Le disponibilità estere di obbligazioni del Paese si sono ridotte e le banche nazionali hanno ampiamente soddisfatto i recenti prestiti di Mosca.

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