• 22 Gennaio 2025 19:14

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Colonnine elettriche, enorme flop dei bandi del PNRR: a rischio oltre 500 milioni di euro

Gen 22, 2025

L’Italia è alle prese con una dura prova da affrontare per compiere dei passi in avanti nella transizione verso la mobilità sostenibile: la creazione di una rete capillare di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato ingenti risorse per realizzare questo obiettivo ambizioso, ma la strada si sta rivelando più tortuosa del previsto e gran parte di questi fondi potrebbe andare in fumo: oltre 500 milioni di euro. Il Governo dovrà impegnarsi per evitarne che questi soldi tornino a Bruxelles.

Un inizio zoppicante

Il PNRR prevedeva l’installazione di 18.000 colonnine di ricarica in tutto il Paese, un passo fondamentale per incentivare l’adozione di veicoli elettrici e ridurre le emissioni di CO2. Tuttavia, i primi bandi di gara lanciati si sono conclusi con un flop clamoroso. Al momento sono soltanto 3.800 le infrastrutture effettivamente realizzate, evidenziando un divario preoccupante tra le aspettative e la realtà.

Diversi fattori hanno contribuito a questo risultato deludente. In primo luogo, i requisiti rigidi imposti dai bandi iniziali che hanno scoraggiato molti operatori del settore. Le procedure complesse e le specifiche tecniche stringenti hanno reso la partecipazione poco appetibile, soprattutto per le piccole e medie imprese. Inoltre, la domanda di infrastrutture di ricarica si è rivelata disomogenea sul territorio nazionale. Mentre alcune Regioni, come Lombardia e Alto Adige, hanno registrato un elevato interesse da parte degli operatori, le aree del Meridione d’Italia, meno sviluppate nella transizione elettrica, sono rimaste indietro. Questa disparità territoriale ha contribuito al fallimento dei primi bandi.

Come cambiare la sorte dei fondi del PNRR

Nel 2024, il Governo italiano ha tentato di rimediare alla situazione lanciando due nuovi bandi con condizioni più flessibili. L’obiettivo era quello di semplificare le procedure e attrarre un maggior numero di operatori, soprattutto nelle aree meno sviluppate. Questa strategia ha portato a un aumento delle offerte, ma non ha risolto il problema dello squilibrio territoriale. Le Regioni più avanzate nella transizione elettrica hanno continuato ad attrarre la maggior parte degli investimenti, mentre il Sud Italia è rimasto indietro.

Anche per i progetti approvati, il sentiero verso la realizzazione completa è ancora lungo e incerto. Gli operatori non solo devono costruire le colonnine, ma anche attivarle entro il 2025, come richiesto dal PNRR. Questa scadenza stringente, unita alla necessità di coordinarsi con la rete elettrica nazionale, potrebbe causare ulteriori ritardi e difficoltà. Il rischio concreto è che molti fondi stanziati rimangano inutilizzati, vanificando gli sforzi compiuti per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica.

Cosa fare adesso

Con oltre 500 milioni di euro ancora disponibili, il Governo deve decidere se tentare un nuovo bando o destinare i fondi a progetti alternativi. Considerati i risultati deludenti ottenuti finora, la seconda ipotesi appare la più probabile. La rimodulazione del PNRR prevista nelle prossime settimane sarà decisiva per il futuro di queste risorse. L’obiettivo principale è evitare di dover restituire il denaro all’Unione Europea, e dimostrare che l’Italia è in grado di utilizzare i fondi in modo efficiente per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Anche se per tagliare questo traguardo è ancora tutto in ballo.

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