Nel labirinto burocratico delle assicurazioni, tra polizze, risarcimenti e perizie, si annidano vicende di ordinaria furbizia, piccoli inganni e truffe ben orchestrate. Fra queste brilla l’episodio di un uomo che ha imperversato sulle strade di Torino e Napoli, come protagonista di una moltitudine di incidenti stradali. Nel suo caso si parla di 105 risarcimenti in meno di vent’anni: un po’ troppi, anche per uno sfortunato in stile “Paperino”. La sua storia, costellata di sinistri e richieste di rimborso, mette in luce l’importanza dei controlli incrociati e delle indagini approfondite da parte delle compagnie assicurative per smascherare i tentativi di truffa.
Ricostruzione della bizzarra storia
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è datata dicembre del 2019 a Portici, in provincia di Napoli. Qui, un uomo di 45 anni, di origine partenopea, si trova coinvolto in un incidente stradale. Fin qui, nulla di strano. Ma questo incidente è il 105esimo in 18 anni, come anticipato. Un numero che desta sospetti e che fa scattare un campanello d’allarme nella compagnia assicurativa piemontese a cui viene presentata la richiesta di risarcimento.
La richiesta viene inoltrata dalla moglie dell’uomo, titolare di un’agenzia infortunistica. Nella denuncia si racconta di un tamponamento tra la Fiat 500L dell’uomo e un Renault Trafic, avvenuto in piazzale De Lauzieres a Portici. Danni lievi, poco più di 500 euro. Una pratica che, in altre circostanze, sarebbe potuta passare inosservata. Ma il destino, o forse la scrupolosità di un impiegato, ha voluto che venisse effettuato un controllo nella banca dati dell’Ivass (Istituto per la vigilanza assicurativa). Ed è qui che emerge la particolarità della situazione: il nome dell’automobilista compare in ben 104 sinistri avvenuti in 18 anni. Un record che solleva più di un dubbio.
La campagna assicurativa fiuta la truffa
La compagnia assicurativa decide quindi di approfondire la questione. Viene incaricato un perito esperto, il cui compito è quello di analizzare i danni riportati dai due veicoli e di ricostruire la dinamica dell’incidente. Ed è qui che emergono le prime incongruenze: i danni alla Fiat 500L e quelli al Renault Trafic non sembrano compatibili. Qualcosa non quadra.
Ma le sorprese non finiscono qui. Il perito decide di rintracciare la proprietaria del furgone, una fruttivendola di Portici. La donna racconta una storia ben diversa da quella fornita dall’assicurato: il suo Renault Trafic era parcheggiato nel piazzale fin dal mattino e non è stato coinvolto in alcun incidente. Una versione confermata anche da un’altra negoziante. A questo punto, il quadro è completo: si tratta di una truffa.
Truffa ai danni dell’assicurazione
L’uomo viene quindi denunciato per truffa ai danni dell’assicurazione. Inizia così un processo che si svolge nelle aule del Palagiustizia di Torino. In primo grado, l’uomo è imputato insieme alla moglie. Ma la donna viene assolta. I giudici ritengono che possa essersi semplicemente fidata del marito. L’uomo, invece, viene condannato a 10 mesi. Una condanna che viene confermata anche in appello.
Questa breve storia ci ricorda della parabola dei rischi che si nascondono dietro le frodi assicurative. Un sistema che, se non adeguatamente contrastato, può generare costi elevati per le compagnie e, di conseguenza, per tutti gli assicurati. La storia dell’uomo di origini napoletane è un monito per tutti gli automobilisti: la truffa non paga. E le compagnie assicurative sono sempre più attrezzate per smascherare i furbetti. Un plauso va quindi alla compagnia piemontese che, grazie alla sua scrupolosità, ha permesso di assicurare alla giustizia un truffatore seriale.