AGI – Tra gli stretti e umidi canali di Venezia, dove fermarsi a bere un’ombra (e molto altro) oltre a essere un piacere è una tradizione, è arrivata la terza edizione della Venice cocktail week, sette giorni dedicati alle nuove tendenze della mixology, con incontri ed eventi nei migliori cocktail bar della laguna. Appassionati di spirit, professionisti e curiosi di quello che propongono i migliori bartender del mondo si sono dati appuntamento qui, sfidando l’acqua alta di questi giorni.
Alla singolare masterclass che si è tenuta in una sala dell’hotel Aman Venice, all’interno di Palazzo Papadopoli, uno degli otto palazzi monumentali della città sul Canal Grande, si è parlato di ghiaccio. Sì, perché il ghiaccio è a tutti gli effetti un ingrediente fondamentale di ogni cocktail che si rispetti.
A organizzarla è Ice cube, partner tecnico della manifestazione e azienda leader nella produzione, vendita e distribuzione di ghiaccio alimentare confezionato. Arriva direttamente da Termini Imerese, dove grazie al sole caldo della Sicilia, con un impianto fotovoltaico realizzato sul tetto dall’azienda, produce “in un anno quasi 2 milioni di kg e più di 100 milioni di cubetti di ghiaccio usando solo l’energia solare, riducendo così le Emissioni di CO2” come ha spiegato Simone De Martino, Direttore Commerciale di Ice Cube.
I loro ‘cubetti’ sono figli delle Madonie e della fonte di Scillato, da cui sgorga un’acqua microbiologicamente pura, con bassi contenuti di minerali e livello di alcalinità. Il risultato è un “ghiaccio puro e povero di minerali – ha aggiunto – e quando inizia il suo processo di fusione all’interno della bevanda, le proprietà organolettiche e il sapore di quest’ultima non vengono minimamente alterati”. Negli anni, insieme al raddoppio della produzione in tempi covid, le tecniche si sono evolute con il brevetto di un nuovo processo produttivo, Ox Ice che, con l’arricchimento di ossigeno attivo dell’acqua prima del congelamento, garantisce una barriera naturale contro le eventuali contaminazioni accidentali.
Dopo le ‘novità’ introdotte negli ultimi anni, come la Ice Cup, il bicchiere monouso sigillato contenente ghiaccio ready-to-use, fino alla soluzione Mix at Home, sviluppata in partnership con il retail e pensata per fornire tutto l’occorrente per un aperitivo preparato a casa, adesso la tendenza per bartender e spirit lovers è il ghiaccio tagliato artigianalmente, da una grande lastra che ha bisogno di almeno 6-7 giorni per congelarsi, dalla quale si possono ottenere sfere e cubi di diverse dimensioni, impreziositi da fiori edibili di tutti i colori o da altri dettagli scelti dai clienti.
Questi cubi ad hoc, prendono vita nel giro di qualche settimana. Si tratta della linea Ice 3 Lab, realizzata con il clear ice, tagliato artigianalmente in vari formati. C’è Cube Deluxe, 5x5x5 cm, Old Fashioned, 5x5x7 cm, High Ball 4x4x10 cm, Collins 4x4x1 2 cm e Sphere di diametro 5,5 cm.
A parlare dell’evoluzione della mixology, anche uno special guest come “Hand-Shake Speakeasy”, il cocktail bar di Città del Mexico, 11esimo nella classifica dei 50 migliori al mondo. In chiusura un accenno al nuovo prodotto di cui si è svelato poco più del nome: si chiama Zhero ed è un ghiaccio inusuale, che ha un sapore e un odore, arricchito di infusi.