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Cnr, dipendenti precari occupano la sede centrale a Roma

Nov 23, 2017

ROMA – La scienza precaria occupa. Quaranta dipendenti del Consiglio nazionale delle ricerche oggi, intorno alle 14, sono entrati, requisendola, nella Sala Enrico Fermi della sede centrale e amministrativa del Cnr, a Roma. E’ la stanza a fianco dell’ufficio del presidente Massimo Inguscio, imbarazzato per l’iniziativa. Gli occupanti sono entrati nell’area della presidenza, che di fatto ora è bloccata, picchiando sulle porte a vetri chiuse e poi si sono allargati nella sala più prestigiosa, sede delle riunioni del Consiglio d’amministrazione. Da un paio di giorni, dopo un’assemblea dei lavoratori, si stavano organizzando picchetti attorno alla sede di Piazzale Aldo Moro 7. Oggi l’ingresso, con qualche maschera di lotta calata sul viso e lo striscione “Cnr occupato” allargato sulla finestra interna.

I dimostranti chiedono al presidente Inguscio, insediato da febbraio 2016, di rispettare gli accordi di stabilizzazione graduale dei 4.731 lavoratori a tempo determinato (su 11.703 dipendenti) distribuiti nei 108 istituti del Paese. Sono il 40,4 per cento, i precari al Cnr. “La Legge Madia oggi offre la possibilità di assumere chi ha i requisiti”, dicono, “e il presidente deve mantenere le promesse fatte lo scorso 20 giugno e ribadite il 4 ottobre”. Tra l’altro, oggi la ministra Marianna Madia ha firmato la circolare applicativa sulle stabilizzazioni nella pubblica amministrazione.

Tra i cinque punti della mozione firmata dai lavoratori – appoggiano l’assemblea Cgil, Cisl e Precari uniti Cnr – si leggono le richieste della base: stabilizzazione dal primo gennaio di tutti i precari che hanno i requisiti evidenziati dalla Legge Madia, scorrimento delle graduatorie per l’assunzione che privilegi gli interni, utilizzo dell’intero stanziamento in Legge di bilancio a favore del Cnr proprio per questo fine, utilizzo di tutte le risorse interne al Consiglio per la proroga di ogni tipo di contratto, compresi quelli per gli assegnisti e i co.co.co: “Oggi gli assegnisti sono fuori anche da un’ipotesi di assunzione”.

Nella lettera che hanno provato a consegnare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita all’Università della Sapienza, i manifestanti hanno ricordato le 311 assunzioni di ricercatori previste per tutti i ventidue enti pubblici di ricerca dalla Legge di Bilancio in via di approvazione: “Sono insufficienti, uno schiaffo ai lavoratori”. Per i ventidue istituti i precari sono quasi diecimila su oltre trentamila lavoratori, uno su tre.

La Federazione dei lavoratori della conoscenza (Cgil) dopo l’occupazione in Piazzale Aldo Moro scrive: “I numeri emersi dalla bozza di Legge di bilancio sono totalmente insufficienti a fronte dell’enormità del problema. Le misure non consentono le stabilizzazioni previste dal Decreto Madia. Il Cnr, dal canto suo, non garantisce la proroga di tutti i precari in scadenza entro la fine dell’anno, tanto meno gli assegni di ricerca, lamentando una ingiustificata assenza di risorse”.

Alberto Bucciero, coordinatore dei Precari uniti: “Non sappiamo quanto sarà il finanziamento straordinario che potrà entrare in Legge di bilancio, l’emendamento più accreditato chiede 50 milioni in più per tutti gli enti. Noi restiamo qui, anche questa notte”.

Il presidente Massimo Inguscio dice infine: “Non sono la controparte di questi lavoratori. Nel piano triennale ho scritto in maniera chiara che utilizzeremo la Legge Madia, mi sto prodigando a ogni livello per avere le risorse e ho prorogato tutti i contratti a tempo determinato per sei mesi. Non capisco perché vengono ad occupare il Cnr e dimostrare disordine può essere pericoloso, io resto ottimista”.

Due giorni fa precari del Consiglio nazionale hanno occupato l’area di ricerca di Palermo, e da allora dormono in sede con i sacchi a pelo. Il 25 ottobre scorso i lavoratori Usb del Cnr di Pisa avevano indetto una “mobilitazione a oltranza”. Si annunciano occupazioni nelle sedi di Napoli e Milano.

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