• 25 Novembre 2024 0:44

Corriere NET

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Cinque operai sono morti vicino a Palermo mentre lavoravano all’interno della rete fognaria

Mag 6, 2024

Oggi pomeriggio cinque operai sono morti mentre lavoravano alla rete fognaria di Casteldaccia, in provincia di Palermo, probabilmente a causa delle esalazioni inalate mentre stavano operando all’interno di una vasca di sollevamento delle acque reflue. Un sesto operaio è rimasto gravemente ferito e al momento si trova ricoverato nel reparto di rianimazione al Policlinico del capoluogo siciliano ed è in coma. I sei lavoratori lavoravano con la Quadrifoglio Group, l’azienda che opera per conto di Amap, la società pubblica di Palermo che gestisce le condotte idriche e fognarie in città. In totale i lavoratori che stavano operando in quel tratto di rete fognaria erano sette: l’ultimo, rimasto illeso, è riuscito a dare l’allarme.

 

 

Secondo una prima ricostruzione, si sarebbe trattato di un incidente “a catena”. Gli operai stavano svolgendo una regolare manutenzione all’interno dei cunicoli dell’impianto di sollevamento delle acque fognarie e sarebbero morti uno dopo l’altro: vedendo che il primo operaio non dava segnali, un secondo si sarebbe calato nelle fogne per controllare cosa stesse succedendo, così fino all’ultimo lavoratore, che non vedendo risalire nessuno ha deciso di dare l’allarme. Uno dei sei tecnici è stato riesumato in vita ma privo di sensi, motivo per cui è stato prima intubato e poi trasportato in condizioni gravissime al Policlinico di Palermo. Secondo il comandante provinciale dei Vigili del fuoco Girolamo Bentivoglio Fiandra i lavoratori sarebbero morti inalando l’idrogeno solforato, anche chiamato l’acido solforico. Si tratta di un gas che ad alte concentrazioni non solo è estremamente tossico, ma inibisce il nervo olfattivo rendendo impossibile riconoscerne la presenza nell’aria.

 

 

Dei sei operatori coinvolti, quattro sono alle dipendenze della ditta Quadrifoglio, mentre uno era un interinale dell’Amap. Le vittime note al momento sono Epifanio Assazia di 71 anni; Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri 50 anni; Ignazio Giordano, 59 anni e Giuseppe La Barbera (non tutte le età sono ancora note). La tragedia arriva dopo poche settimane dall’incidente al lago di Suviana, vicino a Bologna, e a pochissimi giorni dalla Festa dei Lavoratori del primo maggio

Le reazioni

Nel corso del pomeriggio anche i rappresentanti delle istituzioni hanno commentato la notizia. “Sia fatta piena luce su questa tragedia” ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui canali social: “Alle famiglie delle vittime il mio profondo cordoglio, unitamente al sentimento di vicinanza verso il lavoratore che si trova attualmente nel reparto di Rianimazione all’ospedale Policlinico di Palermo“. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso cordoglio alle famiglie delle vittime: “Auspico che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente. Ma l’ennesima inaccettabile strage sul lavoro, a pochi giorni dal 1 maggio, deve riproporre con forza la necessità di un impegno comune che deve riguardare le forze sociali, gli imprenditori e le istituzioni preposte”, ha detto il capo di stato da New York, dove si trova in visita.

 

 

“È un dolore profondo quello che ho provato alla notizia della morte degli operai a Casteldaccia. A nome mio e di tutta la giunta esprimo il più sincero cordoglio alle famiglie delle vittime per la terribile e inaspettata tragedia che le ha colpite”, ha detto il presidente della regione Siciliana Renato Schifani. “Il mio cordoglio e la mia vicinanza ai familiari delle vittime. La mia gratitudine ai Vigili del fuoco e a tutto il personale sanitario subito intervenuti per prestare soccorso”, ha invece detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sui social.

 

 

“Una nuova strage nel palermitano, un altro incidente con cinque vittime che grida giustizia e lascia sgomenti. Basta parlare di fatalità. Non è sufficiente il cordoglio o la pietà”, afferma Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl. “Dietro i caduti ci sono responsabilità da accertare e omissioni da verificare. La magistratura deve fare al più presto luce. La Cisl proseguirà la sua mobilitazione sui territori e nelle aziende fino a che non ci sarà un cambiamento vero in tutti i luoghi di lavoro, con una strategia nazionale che fermi questa intollerabile scia di sangue. Di lavoro si deve vivere, non morire“.
 

“Un’altra tragedia oggi, in Sicilia, a Casteldaccia. Cinque operai morti e uno in situazione molto grave. Il primo pensiero, naturalmente, va a loro, alle loro famiglie ed è un pensiero di forte vicinanza, ma non basta, non può bastare” ha detto Elly Schlein. “Non possiamo trovarci ogni volta davanti a una morte sul lavoro, a una morte di stage, a ribadire che la sicurezza sul lavoro non è una priorità tra le tante, è la priorità – ha continuato la segretaria del Pd –. Se siamo una Repubblica fondata sul lavoro, come scrive la Costituzione, bisogna essere conseguenti e bisogna che tutte le istituzioni mettano in campo il massimo impegno per dire basta a questa strage quotidiana di lavoratrici e di lavoratori. Bisogna investire molto di più sulla prevenzione, sulla formazione, sull’assunzione del personale che può fare i controlli, responsabilizzare le aziende. Insomma, la politica deve e può fare molto di più davanti a questa tragedia quotidiana, per cui noi continueremo a batterci in questa direzione“.    

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