AGI – È cresciuto a pane e tennis, e nel suo caso non si tratta di un’immagine banale ma di pura realtà. Federico Cinà, il 17enne palermitano che ieri a Miami, nel primo match della sua vita nel circuito ATP si è concesso il lusso di battere da 441 del ranking mondiale (grazie alla vittoria è già 369) il numero 67 del mondo Francisco Comesana, ha la racchetta in mano da quando aveva due anni.
È figlio d’arte, la madre Susanna Attili è stata una giocatrice di buon livello ma le grandi emozioni del tennis le ha sempre respirate in casa e nei grandi templi internazionali della racchetta grazie al papà Francesco, che prima di lui ha allenato una top come Roberta Vinci. Federico allora era considerato un po’ il portafortuna dell’azzurra: a 7 anni era nel box nel giorno della storica vittoria di Roberta contro Serena Williams in semifinale agli US Open nel 2015, prima della finale tutta tricolore persa contro Flavia Pennetta.
Per tutti era “Pallino” o più affettuosamente “Palli” nomignolo che lo accompagna ancora oggi che sfiora il metro e 90: se lo inventò sua sorella dopo averlo visto per la prima volta nell’ecografia.
Le caratteristiche tecniche e l’ispirazione
Gran dritto, rovescio bimane anticipato con cui ieri ha spiazzato più volte Comesana, gioco al volo da migliorare ma tenuta mentale ammirevole che gli ha permesso di gestire alla grande i crampi che nel secondo set avevano fatto temere un ribaltamento del match (vinto 7-6 7-6), Federico si ispira a Novak Djokovic. È nato sulla terra battuta ma ama il veloce, anche se il suo sogno è quello di vincere Wimbledon.
Lo descrivono come un ragazzo solare, tranquillo e divertente che non vive il tennis come pressione, ma come la passione di una vita. Passione dominante ma non totalizzante: Federico che quest’anno si diplomerà al liceo inglese di Palermo, ama il calcio (tifa per la squadra della sua città ma ha una predilezione per Cristiano Ronaldo) è appassionato anche di padel e di pallacanestro, nel tempo libero gioca alla PlayStation. Guarda i film di Spiderman, il suo supereroe preferito, e il libro del cuore è ovviamente ‘Open’ di Andre Agassi.
Suo padre, però, è ben più delicato di quello dell’americano: descrivendo il suo rapporto da padre e coach Cinà senior ha detto: “Lavorando con i figli ci si porta il lavoro a casa. Ma cerco di non parlare sempre di tennis, in campo sono l’allenatore, poi, in macchina verso casa, ritorno ad essere il papà e parlo d’altro. In questo modo separo i due ruoli. Finiti gli allenamenti, stop con il tennis, si fa il papà”.
Il percorso professionistico e il futuro
Federico ha avuto un magnifico percorso junior con la finale del Roland Garros juniores in doppio nel 2024 e la semifinale dello US Open Under 18 nel 2023. Nel circuito professionistico ha ottenuto il primo punto ATP a 15 anni e ha già vinto due tornei ITF, l’ultimo poche settimane fa in Egitto. È stato invitato dagli organizzatori di Miami con una wild card dopo i grandi progressi degli ultimi mesi (la prima finale Challenger giocata a Creta, con la sconfitta contro il bulgaro Dimitar Kuzmanov dopo aver vinto in semifinale contro Aslan Karatsev, ex numero 14 del mondo) che lo hanno portato dal numero 1583 al 441 del ranking mondiale. Domani a Miami incontrerà Grigor Dimitrov che ha il doppio dei suoi anni e il triplo di esperienza) e come si suol dire in questi casi, dovrà scendere in campo pensando solo a divertirsi.
Chissà… Intanto i paragoni già si sprecano. Con Sinner innanzitutto, che aveva 17 anni e 269 giorni quando vinse il suo primo match in un Masters 1000, poco più giovane di Federico che diventerà maggiorenne il 30 marzo. Sognare è lecito. Intanto, per stare sul concreto, superando il primo turno a Miami, Cinà ha guadagnato 23.760 dollari, quasi quanto il montepremi conquistato in carriera, pari a 28.945 dollari, oltre a un bel po’ di posizioni in classifica.
AGI – È cresciuto a pane e tennis, e nel suo caso non si tratta di un’immagine banale ma di pura realtà. Federico Cinà, il 17enne palermitano che ieri a Miami, nel primo match della sua vita nel circuito ATP si è concesso il lusso di battere da 441 del ranking mondiale (grazie alla vittoria è già 369) il numero 67 del mondo Francisco Comesana, ha la racchetta in mano da quando aveva due anni.
È figlio d’arte, la madre Susanna Attili è stata una giocatrice di buon livello ma le grandi emozioni del tennis le ha sempre respirate in casa e nei grandi templi internazionali della racchetta grazie al papà Francesco, che prima di lui ha allenato una top come Roberta Vinci. Federico allora era considerato un po’ il portafortuna dell’azzurra: a 7 anni era nel box nel giorno della storica vittoria di Roberta contro Serena Williams in semifinale agli US Open nel 2015, prima della finale tutta tricolore persa contro Flavia Pennetta.
Per tutti era “Pallino” o più affettuosamente “Palli” nomignolo che lo accompagna ancora oggi che sfiora il metro e 90: se lo inventò sua sorella dopo averlo visto per la prima volta nell’ecografia.
Le caratteristiche tecniche e l’ispirazione
Gran dritto, rovescio bimane anticipato con cui ieri ha spiazzato più volte Comesana, gioco al volo da migliorare ma tenuta mentale ammirevole che gli ha permesso di gestire alla grande i crampi che nel secondo set avevano fatto temere un ribaltamento del match (vinto 7-6 7-6), Federico si ispira a Novak Djokovic. È nato sulla terra battuta ma ama il veloce, anche se il suo sogno è quello di vincere Wimbledon.
Lo descrivono come un ragazzo solare, tranquillo e divertente che non vive il tennis come pressione, ma come la passione di una vita. Passione dominante ma non totalizzante: Federico che quest’anno si diplomerà al liceo inglese di Palermo, ama il calcio (tifa per la squadra della sua città ma ha una predilezione per Cristiano Ronaldo) è appassionato anche di padel e di pallacanestro, nel tempo libero gioca alla PlayStation. Guarda i film di Spiderman, il suo supereroe preferito, e il libro del cuore è ovviamente ‘Open’ di Andre Agassi.
Suo padre, però, è ben più delicato di quello dell’americano: descrivendo il suo rapporto da padre e coach Cinà senior ha detto: “Lavorando con i figli ci si porta il lavoro a casa. Ma cerco di non parlare sempre di tennis, in campo sono l’allenatore, poi, in macchina verso casa, ritorno ad essere il papà e parlo d’altro. In questo modo separo i due ruoli. Finiti gli allenamenti, stop con il tennis, si fa il papà”.
Il percorso professionistico e il futuro
Federico ha avuto un magnifico percorso junior con la finale del Roland Garros juniores in doppio nel 2024 e la semifinale dello US Open Under 18 nel 2023. Nel circuito professionistico ha ottenuto il primo punto ATP a 15 anni e ha già vinto due tornei ITF, l’ultimo poche settimane fa in Egitto. È stato invitato dagli organizzatori di Miami con una wild card dopo i grandi progressi degli ultimi mesi (la prima finale Challenger giocata a Creta, con la sconfitta contro il bulgaro Dimitar Kuzmanov dopo aver vinto in semifinale contro Aslan Karatsev, ex numero 14 del mondo) che lo hanno portato dal numero 1583 al 441 del ranking mondiale. Domani a Miami incontrerà Grigor Dimitrov che ha il doppio dei suoi anni e il triplo di esperienza) e come si suol dire in questi casi, dovrà scendere in campo pensando solo a divertirsi.
Chissà… Intanto i paragoni già si sprecano. Con Sinner innanzitutto, che aveva 17 anni e 269 giorni quando vinse il suo primo match in un Masters 1000, poco più giovane di Federico che diventerà maggiorenne il 30 marzo. Sognare è lecito. Intanto, per stare sul concreto, superando il primo turno a Miami, Cinà ha guadagnato 23.760 dollari, quasi quanto il montepremi conquistato in carriera, pari a 28.945 dollari, oltre a un bel po’ di posizioni in classifica.