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Ciclismo, Italia in seconda fascia al mondiale britannico

Set 28, 2019

In Italia invece siamo andati indietro. Certo, abbiamo dei giovani interessanti che proprio a questi mondiali si sono messi in evidenza: il valtellinese Alessio Martinelli, 18 anni, ha conquistato giovedì un bell’argento nella prova in linea juniores. Anche Antonio Tiberi, vincitore della crono juniores, fa ben sperare. Per non parlare di Filippo Ganna, classe ’96, bronzo nella cronometro di mercoledì e campione mondiale dell’inseguimento su pista, e Samuele Battistella, fresco vincitore della medaglia d’oro nella gara in linea Under 23 maschile. Tutti talenti che poi, però, in Italia non trovano sbocchi adeguati.

Davide Cassani si è trovato a fare il cittì in uno dei periodi peggiori della nostra storia. E da squadra da battere, faro degli appuntamenti iridati, siamo diventati dei comprimari. Sempre organizzati, sempre disciplinati, ma privi della punta di diamante che dà la stoccata quando bisogna arrivare al dunque. Talenti come Paolo Bettini, trionfatore nel 2006 e 2007, per intenderci. Gente che quando le cose si mettono male, ti inventa qualcosa e salva la spedizione. Erano i tempi di Franco Ballerini, l’indimenticabile citti che aveva raccolto l’eredità del mitico Alfredo Martini. Una scuola straordinaria che purtroppo, per l’evoluzione del ciclismo, non ha più potuto dare i risultati di un tempo.

La realtà è questa. Per questo non essere favoriti, come lo è ad esempio l’olandese Mathieu Van der Poel, 24 anni, può essere un vantaggio. Ti permette di giocare di sorpresa, di colpire in contropiede. Però bisogna essere umili, consapevoli dei propri limiti. Un po’ come faceva l’indimenticabile Felice Gimondi, cui Cassani per ricordarlo si è ispirato. «Voglio una squadra d’assalto» dice il citti. «Una squadra umile, ma tosta. Consapevole dei propri limiti e della propria forza. Non abbiamo il bomber riconosciuto, ma tanti buoni mediani capaci di interdire e creare. I favoriti? Penso a Van der Poel per l’Olanda, Alaphilippe per la Francia. Anche il Belgio ha diverse carte da giocare come Evenepoel, Gilbert e Van Avermaet. Matthews è temibilissimo. Fuglsang va forte. Ma poi ci sono quei corridori che non ti aspetti e che si preparano perfettamente al mondiale».

Non abbiamo il bomber riconosciuto, ma tanti buoni mediani capaci di interdire e creare

Da non sottovalutare, dice ancora Cassani, le condizioni climatiche. «Pioverà. E sarà un aspetto determinante. I corridori non sono più abituati a queste distanze. Il percorso è tortuoso, ti consuma anche dal lato nervoso. Io chiedo ai miei ragazzi di essere intelligenti. Non si possono usare le radioline, ma loro non sono abituati a correre senza. Devono sapersi adattare, e farlo rapidamente».

Alberto Bettiol, vincitore a sorpresa dell’ultimo Giro delle Fiandre, sarà uno degli otto titolari. Non è al massimo della condizione, ma Cassani gli vuole dare una chance per qualche fuga da lontano o un attacco nel finale. «Gli altri big lo temono e questo ci può aiutare», spiega Cassani che punta anche su Diego Ulissi e Giovanni Moscon.

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