• 11 Ottobre 2024 0:28

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Cicalone torna a Termini. Stavolta per presentare il suo libro: “La politica? Valuterò”

Ott 10, 2024

Simone Cicalone è tornato a Termini. Questa volta però non per registrare uno “degli oltre cento video” con cui il pugile youtuber ha raccontato non solo il degrado, ma anche gli straordinari abitanti della stazione romana con il suo format  “Scuola di botte”. Stavolta Cicalone presenta un libro. “Quartieri criminali”, agile volume edito De Agostini che raccoglie alcune delle storie più belle e talvolta struggenti raccolte durante la registrazione dei video nei tanti quartieri difficili della capitale. Bicipiti ipertrofici, doppi tagli, tatuaggi. La situazione nella piccola e strapiena saletta al primo piano della libreria Borri Books, proprio al centro della stazione, è certamente inedita. Una comunità di pugili in libreria. 

 

In una platea strapiena si intravede un’umanità quanto mai variegata: gruppi di fighter in tuta da allenamento, signori in giacca e cravatta, studentesse di filosofia con gli occhialoni larghi, signore eleganti e con i capelli bianchi, ragazzini tra i 12 e i 16 anni con il borsello al collo e persino Salvatore Buzzi: “Cicalone è un amico, è davvero bravo”. C’è letteralmente gente venuta da tutta Italia. “Un applauso per Marco che è venuto da Mestre”, chiama l’istrionico fighter Mattia Faraoni, talento del kickboxing, altro autore del libro e altra faccia del progetto digitale di Cicalone che qui fa anche da animatore da vilaggio vacanze per tenere “alta l’attenzione”, intermezzando con diversi siparietti la presentazione del giornalista Andrea Venanzoni. Un gruppo di tre ragazzini di 14 anni sbiadisce quando Venanzoni spiega: “Questa stazione è un non luogo come direbbe Marc Augé”. Poco avvezzi alle teorie dell’antropologo francese conoscono meglio un altro dei personaggi raccontati che partecipa attivamente alla presentazione: Mattia Pileggi, pugile con una storia straziante, “una storia di combattimento oltre il ring”.  Sono qui dalle 16.30: “Abbiamo conosciuto Cicalone da Tik Tok e poi da lì abbiamo visto i video su You Tube, sono pazzeschi”, spiega uno di loro. “Però do sta Primo nero?”, chiede impaziente un’altro.

Come Cicalone si tratta di un’altra maschera della Roma verace e digitale, diventato famoso postando su Tik Tok video in cui gira per la città chiedendo un euro a senza tetto e immigrati, raccontando indirettamente tutto un repertorio umano di degrado, ma anche di solidarietà. Il tutto con uno slang diventato virale: “Handiamooo”, “haiuto”, “Inkredibile”. In platea c’è anche un altro idolo della Roma dei social, chef Ruben. Se Cicalone e Primo nero stanno per strada, Ruben sta ai fornelli, e in fondo si tengo l’un l’altro. Un po’ immaginario di un Roma social e antica allo stesso tempo, un po’ vipperie dei tempi digitali. 

 

Ma Cicalone crea anche corto circuiti, non si lascia chiudere in una macchietta. Guardato all’inizio da sinistra neanche fosse un novello Pasolini “in grado di raccontare le periferie senza pregiudizi”, dopo aver girato alcuni video insieme a un gruppo di fighter cercando di fermare gli scippatori sulle metro si è trasformato in un attimo in “un pericoloso squadrista pronto a scendere in politica”.  “Noi non abbiamo mai voluto fare giustizia privata ma documentare”, diceva ieri lui. Un timore cresciuto dopo un’intervista ad Antonello Caporale sul Fatto Quotidiano in cui lo youytuber ha lanciato la bomba: “Io in politica? Perché no”. 

 

Alcuni giorni fa, alla manifestazione non autorizzata per la Palestina, è stato contestato. “Vai via, buffone”, gli hanno gridato. E lui: “Guardate che io sono di sinistra”. E al Foglio conferma: “Io non ho un partito politico di riferimento, non mi riconosco in nessuna fazione, su certe cose sicuramente ho idee più di sinistra, e infatti qualche giorno fa hanno cominciato ad attaccarmi perché ho parlato con delle ragazzine rom, e allora subito hanno cominciato a dirmi ‘ma come Cicalò, mo sei diventato amico delle ladre’”.  Ma quindi farà politica? “Se uno vuole fare uno step in più deve per forza passare per la politica, è una cosa che valuterò quando si presenterà l’occasione”. Noi gli suggeriamo di seguire il consiglio che ci hanno dato alcuni dei suoi fan che hanno partecipato alla presentazione del libro: “A fare politica non ce lo vedo, a noi piace come sa raccontare le cose, è più utile così”.

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