“Rendiamo onore ai martiri delle foibe chiudiamo l’Anpi Lecce”. Poche parole per scatenare la bufera. Al centro della polemica finisce ancora una volta il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, fedelissimo del governatore Michele Emiliano e noto per la sua provenienza da ambienti di estrema destra e in passato legato a CasaPound. Già in passato Mellone aveva fatto parlare di sé, come quando, due anni fa, decise di ricordare in piazza Sergio Ramelli, giovane di estrema destra ucciso nel 1975 con tanto di saluto fascista.
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Ora il sindaco ci ricasca e in un post sulla sua pagina Facebook arriva addirittura a chiedere la chiusura dell’Anpi, Associazione nazionale partigiani italiani di Lecce: “La comunità di Nardò rende onore ai martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Chi ancora oggi rifiuta di riconoscere le dimensioni di questa tragedia e reclama l’oblio per Norma Cossetto e altre vittime dei comunisti titini deve solo vergognarsi. Mi riferisco, in particolare, all’anonima Anpi Lecce, una sigla dietro la quale si nascondono uomini e donne fuori dal tempo e dalla civiltà”.
Parole durissime che inevitabilmente provocano la reazione della sinistra: “Pensavamo di aver letto male – scrive in un post sempre su Facebook Sinistra Italiana Lecce – e invece il sindaco di Nardò Pippi Mellone ha scritto che l’Anpi Lecce deve essere chiusa perché rappresenta un pericolo per la democrazia. Una frase inqualificabile, contro la nostra storia antifascista, contro un’associazione libera ed essenziale alla nostra democrazia, contro uomini e donne per bene. Un’esternazione ancora più grave perché pronunciata da un sindaco. Solidarietà ai cittadini di Nardò, all’Anpi, al Salento che non si lega né si piega al revisionismo storico”.
La polemica certamente è destinata a proseguire e per il governatore Emiliano che aspira a mettere su una coalizione anti sovranista e antifascista in vista delle elezioni regionali della prossima primavera questo scontro fra le due ali della sua stessa coalizione potrebbe rappresentare un motivo di grande imbarazzo.