AGI – Chico Forti è atterrato in Italia. Ad attenderlo all’aeroporto di Pratica di Mare la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L’uomo è stato ‘assegnato al carcere Montorio di Verona ma oggi potrebbe essere ‘dirottato’ su quello di Trento per questioni organizzative vista la concomitanza della visita del papa.
Tajani, giusto sconti seconda parte pena in Italia
Il ritorno di Chico Forti in Italia è un risultato ottenuto “con una grande azione del governo ma anche della nostra diplomazia” ed è “una scelta giusta” perché “possa scontare la seconda parte della sua detenzione in un carcere italiano”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani commentando la notizia del rientro dell’uomo di 65 anni condannato all’ergastolo negli Usa per omicidio, che ha già’ scontato 24 anni di pena in Florida. “Si ottengono questi risultati quando si lavora in silenzio senza fare polemiche – ha detto il capo della Farnesina – è una scelta che tutela gli interessi di un cittadino italiano”. Tajani ha ricordato il “comportamento ineccepibile come detenuto negli Stati Uniti” che dà la possibilità a Forti di “poter continuare ad essere un detenuto modello anche in un carcere italiano”.
La vicenda giudiziaria
Chico Forti, oggi 65enne, è un ex velista e produttore televisivo italiano che nel 2000 è stato condannato per omicidio negli Stati Uniti d’America. Ma da sempre l’italiano si è dichiarato vittima di un errore di persona e in Italia, dopo che molte trasmissioni televisive si sono occupate della sua vicenda, è nato un movimento innocentista a sua difesa, che ha raccolto sia sostenitori che contestatori. Il movimento più volte è arrivato alle porte di Montecitorio per sollevare l’attenzione sul connazionale detenuto negli States.
Il 15 febbraio 1998 Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale Forti stava acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza, viene trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach, Miami.
Gli inquirenti telefonano all’albergo e il manager Antonio Fernandez li informa che Dale era partito per Miami per annullare la vendita dell’albergo, dopo che Fernandez aveva detto a Dale che Forti stava truffando il padre Anthony Pike, affetto da demenza. La polizia cerca Forti per fargli alcune domande e lo localizza a Williams Island a Miami. Appena si presentano i poliziotti Forti chiede “Siete qui perché è morto Dale?”, circostanza sospetta perché nessuno sapeva ancora che Dale fosse stato ucciso. Forti dice alla polizia che non aveva incontrato né visto Dale, ma viene smentito dai registri dell’aeroporto. Allora Forti cambia versione e dice che Dale era andato a una festa. A quel punto la polizia gli mostra i tabulati del suo cellulare che lo localizzano vicino al luogo del delitto.
Allora Forti dà la sua terza versione: dice che un suo amico e pregiudicato tedesco Thomas Knott lo ha costretto a prelevare Dale per ucciderlo e che se avesse rifiutato Knott avrebbe ucciso la sua famiglia, ha prelevato Dale all’aeroporto e lo ha consegnato in un parcheggio a un tedesco di nome Hans su una Lexus bianca. Nel corso di una perquisizione la polizia scopre che Forti era coinvolto in una serie di frodi immobiliari a Miami. La pistola usata per l’omicidio era una calibro 22 e la polizia scopre che Forti aveva comprato una calibro 22 pagando con carta di credito. Interpellato sulla pistola, Forti dice che è stata smarrita e che l’aveva data a Knott per il tiro al piattello. A questo punto l’italiano viene accusato di essere complice nell’omicidio e viene condannato all’ergastolo senza possibilità di condizionale.