AGI – Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha rivelato oggi, a margine dell’inaugurazione del Cosmoprof a Bologna, che i commissari dell’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia hanno indicato in Baku Steel Company dell’Azerbajian la migliore offerta presentata per l’intero gruppo ex Ilva.
L’annuncio di Urso non ha però suscitato sorpresa a Taranto, sede dell’impianto principale di Acciaierie. Già da un pò, infatti, nella città pugliese – tra ambienti sindacali, imprenditoriali e di fabbrica – si dava quasi per scontato che alla fine la partita dell’ex Ilva se la sarebbero aggiudicati gli azeri, anche se negli ultimi giorni si è fatta strada anche la possibilità di una joint tra Baku Steel e l’indiana Jindal Steel. Quest’ultima, comunque, potrebbe essere coinvolta dagli stessi azeri in una fase successiva. Baku ha offerto circa un miliardo per l’acquisizione dell’azienda, investimenti a parte, riconoscendo nel miliardo, 500 milioni per il valore del magazzino.
Inoltre, avrebbe proposto circa 7.800 occupati sui poco meno di 10mila che costituiscono a oggi l’organico di AdI, di cui poco meno di 8mila a Taranto. Baku Steel porta con se anche la disponibilità del gas che servirà alla transizione di Acciaierie, cioè il passaggio dagli altiforni ai forni elettrici per realizzare quella decarbonizzazione produttiva indicata come priorità del bando di vendita dei commissari. Come l’Italia coinvolgerà nell’operazione Invitalia, società del Mef, attraverso una quota di minoranza, cosi’ Baku Steel Company coinvolgerà lo Stato azero attraverso la società Azerbaijan Investment Company Ojsc.
Ma quale è il profilo di Baku?
Baku Steel Company CJSC (Bsc), attiva dal 2011, ricostruisce l’osservatorio Siderweb, “è il fiore all’occhiello della metallurgia della Repubblica dell’Azerbaigian ed è la prima acciaieria moderna nella regione del Caucaso. Nel 2010, Bsc è stata completamente ristrutturata e ora produce un’ampia gamma di prodotti, tra cui billette tonde e quadre, tondo per cemento armato, vergella, profili, travi oltre a vari tipi di getti sagomati e tubi senza saldatura. Massimizzando l’automazione dei processi produttivi – dice Siderweb su Baku Steel – l’azienda previene potenziali incidenti derivanti da errori umani, accelera la produzione e garantisce prodotti di alta qualità. La direzione aziendale attribuisce inoltre grande importanza alla tutela ambientale”.
Attraverso un progetto ad hoc, Baku, secondo Siderweb, è in grado “garantire la rimozione completamente automatizzata di polvere e aria inquinata generate dal processo produttivo, prevenendo cosi’ l’inquinamento ambientale. Obiettivo strategico di Bsc – si spiega – è diventare il polo siderurgico della regione caucasica, aumentando l’efficienza operativa, migliorando la qualità dei prodotti, garantendo la responsabilità ambientale, investendo in tecnologie moderne, sviluppando le competenze del personale e implementando un programma di transizione digitale.
Le principali direzioni di investimento sono: l’ampliamento della gamma di tubi prodotti, in modo da soddisfare la domanda crescente delle imprese dell’industria dell’Oil & Gas nella Repubblica dell’Azerbajian, l’ammodernamento degli impianti di laminazione per renderli più efficienti e consentire di ampliare la gamma e migliorare la qualità dei prodotti”.
Bsc – si afferma – utilizza un moderno forno elettrico ad arco, installato nel 2012-2013, con una capacità produttiva di 800mila tonnellate di acciaio all’anno della società tedesca Siemes Vai. Il forno è caricato, oltre che con rottami di ferro, con pellet Dri e Hbi ottenuti da minerale di ferro utilizzando la tecnologia di riduzione diretta. Si tratta in sostanza del preridotto, il materiale che sarà usato anche per i forni elettrici a Taranto I ricavi delle vendite complessivi del gruppo Bsc ammontavano nel 2022 (ultimo dato disponibile) a 218,3 milioni di euro, con un incremento del 39,3% rispetto all’anno precedente. Il risultato netto della gestione industriale (Ebit) ha sfiorato i 55 milioni di euro, con una redditività delle vendite (Ros) pari al 25%, quasi 5 punti in meno rispetto all’anno prima, “comunque molto alta – annota Siderweb – se confrontata con quella dei gruppi siderurgici di altre aree del mondo. L’utile netto dell’esercizio ha sfiorato i 40 milioni di euro” mentre “il patrimonio netto, pari a circa 49 milioni di euro, copre soltanto il 33% dell’attivo totale, una percentuale significativamente più bassa dei gruppi siderurgici delle altre aree geografiche del mondo. L’indice di indebitamento (mezzi di terzi/patrimonio netto), è invece nettamente superiore a quello medio degli altri gruppi siderurgici”.
Circa la società Azerbaijan Investment Company Ojsc (Aic), partner di Baku nell’operazione per Acciaierie, “è stata fondata nel 2006 dal Governo della Repubblica dell’Azerbaigian che detiene il 100% del capitale – dice ancora Siderweb -. Governata da un consiglio di sorveglianza nominato dal ministero dell’Econo-mia, Aic ha come scopo principale investire nel settore non petrolifero della Repubblica dell’Azerbaigian.
In particolare, le priorità chiave sono: investire in progetti finanziariamente interessanti in Azerbaigian; diventare un catalizzatore per attrarre investimenti diretti, talenti e tecnologie nell’economia dell’Azerbaigian; contribuire allo sviluppo delle industrie non petrolifere dell’Azerbaigian; sostenere lo sviluppo dell’economia azera, facilitando la diversificazione produttiva e supportando i processi di sostituzione delle importazioni”. Finora Aic ha investito 184,6 milioni di dollari in 22 progetti.