Nel cuore della rivoluzione digitale dell’industria automobilistica, il tema della gestione dei dati sta assumendo un ruolo centrale. I veicoli moderni, sempre più connessi, raccolgono e trasmettono enormi quantità di informazioni. Ma chi ne ha il controllo? Le case automobilistiche, i proprietari o le autorità?
Il talk organizzato da Autopromotec “L’auto connessa: chi possiede i tuoi dati?” ha approfondito questi interrogativi, coinvolgendo esperti di mobilità, diritto e innovazione tecnologica. Dalla proprietà dei dati alla sicurezza informatica, fino alle implicazioni legali, il dibattito ha evidenziato la necessità di una regolamentazione chiara e condivisa.
L’Automobilista Sapiens e la rivoluzione dei dati
Fabio Orecchini, esperto di mobilità sostenibile, ha introdotto il concetto di “Automobile Sapiens“, una visione in cui l’auto non è più solo un mezzo di trasporto, ma un vero e proprio sistema intelligente capace di interagire con l’ambiente e con il conducente.
Secondo una ricerca condotta sul tema, un’ampia maggioranza di automobilisti è pronta ad accogliere l’auto intelligente, con il 75% che la considera un’innovazione rivoluzionaria. Questo entusiasmo, però, solleva una questione cruciale: i dati generati dai veicoli, utilizzati per ottimizzare la guida e migliorare i servizi, chi li possiede realmente?
Dati delle auto: tra proprietà e regolamentazione
L’auto connessa raccoglie informazioni su posizione, stile di guida, condizioni del veicolo e, in alcuni casi, anche dati biometrici. Il Prof. Enrico Al Mureden (esperto di diritto dell’automobile) ha affrontato il tema dal punto di vista legale, sottolineando che la normativa attuale, tra GDPR, Data Act e AI Act, tenta di regolamentare il settore ma presenta ancora molte incertezze. Un fattore che ha tenuto a sottolineare Mureden è che attualmente in Italia ci sono in circolazione quasi 18 milioni di veicoli connessi (il 45% del parco circolante) e che insieme muovono una quantità di dati davvero imponente, tra cui informazioni sulla posizione, lo stile di guida, la diagnostica del veicolo e, in alcuni casi, dati biometrici.
Tre aspetti chiave emergono dal dibattito:
proprietà e controllo dei dati: le Case automobilistiche tendono a rivendicare la proprietà delle informazioni raccolte dai veicoli, ma i conducenti chiedono maggiore trasparenza e controllo;
equilibrio tra sicurezza e diritti della persona: la protezione della privacy deve essere bilanciata con le esigenze di sicurezza stradale e ottimizzazione della mobilità;
condivisione dei dati con terzi: chi può accedere ai dati dei veicoli? Le aziende possono utilizzarli per fini commerciali? E i governi per la sicurezza pubblica?
Il ruolo del Pubblico Registro Automobilistico (PRA)
Michele Mangano (Dirigente della Direzione Gestione e Sviluppo del PRA presso l’ACI) ha evidenziato l’importanza del PRA nella gestione della trasparenza dei dati dei veicoli. Questo archivio ufficiale registra tutte le transazioni giuridiche legate ai veicoli, garantendo sicurezza nelle compravendite e prevenzione delle frodi.
L’aggiornamento costante dei dati del PRA consente di sviluppare servizi innovativi, come notifiche sulle revisioni, campagne di sicurezza e monitoraggio del parco auto circolante, che al momento conta 54.813.606 veicoli (dato aggiornato al 31-12-2023).
Gli interventi dei relatori
Durante il talk, numerosi esperti hanno condiviso la loro visione sul futuro della gestione dei dati nel settore automobilistico. Oltre agli aspetti giuridici trattati dal Prof. Enrico Al Mureden, il contributo di Fabio Orecchini ha sottolineato come la trasformazione digitale stia ridefinendo il concetto stesso di mobilità.
Igino De Lotto (Marketing Manager, Texa SpA), esperto di autoriparazione, ha messo in evidenza le difficoltà che le officine indipendenti devono affrontare per accedere ai dati diagnostici dei veicoli. Le restrizioni imposte dalle case automobilistiche creano un mercato sempre più chiuso, rendendo complesso e costoso il lavoro delle officine non ufficiali.
Marco Pozzatello (AD e Socio Fondatore, Adas Mobile Group) ha invece analizzato l’impatto dell’obbligatorietà dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) dal 2024, evidenziando come le nuove tecnologie impongano una formazione più avanzata per gli autoriparatori, che devono dotarsi di strumenti sofisticati per garantire interventi precisi e sicuri.
Stefano Giorgi (Business Development Manager di Gilbarco Italia) ha concluso il dibattito spiegando il valore commerciale dei dati, illustrando come l’analisi dei dati raccolti dalle auto possa ottimizzare le strategie aziendali, dalla gestione delle flotte alla manutenzione predittiva, fino alla personalizzazione dei servizi per i conducenti. Tuttavia, ha sottolineato la necessità di normative più chiare per evitare abusi e garantire il rispetto della privacy.
Questi interventi hanno evidenziato una questione centrale: la gestione dei dati automobilistici è una sfida complessa che richiede equilibrio tra innovazione, diritti degli automobilisti e sviluppo del settore.
Software e aggiornamenti: il lato invisibile dell’auto moderna
L’evoluzione dell’auto connessa ha trasformato i veicoli in veri e propri computer su ruote. Andrea Cantadori (R&D Senior Consultant, MAHLE Aftermarket Italy) ha evidenziato che le auto di oggi contengono decine di centraline elettroniche, ognuna con software complessi che necessitano di aggiornamenti costanti.
I principali problemi legati agli aggiornamenti software includono:
conformità e sicurezza: gli aggiornamenti garantiscono che l’auto rimanga conforme alle normative e sicura da guidare?
Trasparenza: gli automobilisti possono verificare quale versione software è installata nel proprio veicolo?
Responsabilità: chi risponde in caso di guasti o malfunzionamenti dovuti a un aggiornamento?
Autoriparazione e accesso ai dati
Un altro punto critico riguarda le officine indipendenti. Igino De Lotto ha sottolineato che molte case automobilistiche impongono restrizioni sull’accesso ai dati diagnostici, limitando la concorrenza nel settore delle riparazioni.
Senza un accesso chiaro e regolamentato ai dati delle auto, il rischio è che i costi di manutenzione aumentino per chi non si rivolge alle reti ufficiali dei costruttori. Standardizzazione e trasparenza sono dunque essenziali per garantire equità nel settore.
ADAS e la manutenzione del futuro
Marco Pozzatello ha affrontato il tema dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), obbligatori dal 2024 su tutte le nuove auto. La loro diffusione ha reso necessaria una formazione specifica per gli autoriparatori e l’adozione di strumenti avanzati per la calibrazione.
Il futuro della manutenzione dei veicoli passa dall’integrazione tra tecnologie digitali e riparazione tradizionale, con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza su strada.
I dati come nuovo petrolio
Stefano Giorgi ha chiuso il dibattito con una riflessione sul valore dei dati. Le informazioni raccolte dai veicoli sono una risorsa strategica per migliorare efficienza, manutenzione e strategie commerciali.
L’intelligenza artificiale e il machine learning permettono di prevedere la domanda di carburante, ridurre i costi operativi e ottimizzare la gestione delle flotte. Tuttavia, per sfruttare al meglio queste opportunità, è fondamentale regolamentare l’uso dei dati per garantire trasparenza e tutela della privacy.
La mobilità connessa offre straordinarie opportunità, ma anche sfide complesse. La gestione dei dati delle auto deve garantire sicurezza, equità e trasparenza, con una normativa chiara che tuteli i diritti di chi guida.
L’appuntamento è fissato per Autopromotec 2025, dove il dibattito su questi temi continuerà con approfondimenti sulle nuove tecnologie e le evoluzioni normative del settore automotive.