Il Ministero dell’Interno ha tolto la scorta al giornalista Sandro Ruotolo, minacciato dalla Camorra per le sue inchieste. La notizia, diffusa dall’’ex Guardasigilli Andrea Orlando, ha avuto come replica una salva di critiche, a
cominciare dal leader M5s Luigi Di Maio (Per me una cosa assurda) e dal presidente della Commissione antimafia Nicola Morra (Si devono proteggere i giornalisti esposti).
Amaro anche il commento di un’altra giornalista minacciata dalla mafia di Ostia, Federica Angeli: Che lo Stato, questo Stato in particolare, possa scaricare chi lotta contro la mafia – ha detto – davvero non mi stupisce. Oggi tocca a Ruotolo, domani a un altro di noi cronisti. Lo scrittore Roberto Saviano ha pubblicamente criticato la decisione del dipartimento del Viminale, chiedendo alle istituzioni di rispondere a due domande: Chi ha deciso, ha tenuto conto della “lunga memoria” del clan dei casalesi? Sa che Michele Zagaria, che ha considerato Ruotolo suo nemico, non intende collaborare con lo Stato e cova rancore?.
Ma chi Sandro Ruotolo e perch era sotto scorta? Classe 1955, Sandro Ruotolo un giornalista televisivo e d’inchiesta che per molti anni ha lavorato nella squadra di Michele Santoro (tra i programmi televisivi: Samarcanda, Il rosso e il nero, Tempo reale, Moby Dick, Sciusci, Annozero). Da cronista anti-mafia ha condotto numerose inchieste sulla Terra dei Fuochi e sul traffico illecito di rifiuti in Campania. Nel 2009, nell’ambito di un’inchiesta sulla Trattativa Stato-Mafia, intervist il collaboratore di giustizia Massimo Ciancimino e per questo motivo ricevette una lettera minatoria con minacce di morte. Non per a causa di Ciancimino che Ruotolo venne messo sotto scorta: a originare l’assegnazione della protezione personale, nel maggio 2015, furono le gravi minacce del boss dei Casalesi Michele Zagaria dopo il reportage di Ruotolo sulla Terra dei Fuochi andato in onda su La7. La decisione di porre sotto scorta il giornalista , all’epoca nella squadra di Servizio pubblico, venne presa dall’allora prefetto di Roma, Franco Gabrielli.
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