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Cgil in piazza in cinque città. Camusso: “Ricostruire i fili con Cisl e Uil. Divisi si è più deboli”

Dic 2, 2017

MILANO – La Cgil torna in piazza e lo fa con una manifestazione nazionale organizzata in cinque città: Roma, Torino, Palermo, Bari e Cagliari. “Per cambiare il sistema previdenziale, per sostenere sviluppo e occupazione, per garantire futuro ai giovani”: sono questi i motivi al centro della mobilitazione proclamata dopo l’esito del confronto con il Governo sul tema della previdenza, considerato “insufficiente”. Cinque le manifestazioni organizzate dalla Confederazione, con lo slogan “Pensioni, i conti non tornano!”.

“Siamo in piazza perché non c’è l’attenzione che deve essere data al lavoro, perché il governo ha disatteso gli impegni che aveva preso con noi un anno fa sulla previdenza – ha detto Susanna Camusso – perché bisogna dare una svolta anche sulla qualità del lavoro, perché bisogna pensare al futuro di questo Paese, in particolare ai giovani e alle donne, a cui continuano a non venir date risposte”. “Gli impegni disattesi – ha continuato- si riferiscono all’accordo che si fece nel settembre dell’anno scorso con il governo che prevedeva la definizione di norme previdenziali per le lavoratrici, per i giovani; impegni per rivedere una legge profondamente ingiusta”.

Il segretario della Cgil ha quindi lanciato un appello all’unità alle altre organizzazion dei lavoratori, dopo la spaccatura che si è consumata al tavolo con il governo. “Bisogna ricostruire i fili” con Cisl e Uil. Anche perché – ha ribadito nel corso del suo intervento finale – “divisi si è più deboli”

La Cgil sarà presente anche all’appuntamento in programma domani che dovrebbe sancire la nascita del polo a sinistra del Pd che aggregherà Sinistra Italiana, Mdp e Possibile e che con ogni probabilità incoronerà Pietro Grasso come candidato. “Siamo state invitate, Cgil, Cisl e Uil. Ovunque noi siamo invitati noi andiamo”, ha detto Camusso.

I TEMI DELLA MANIFESTAZIONE

Le rivendicazioni, si legge nel volantino della manifestazione, sono “bloccare l’innalzamento illimitato dei requisiti per andare in pensione, garantire un lavoro dignitoso e un futuro previdenziale ai giovani, superare la disparita’ di genere e riconoscere il lavoro di cura, garantire una maggiore liberta’ di scelta ai lavoratori su quando andare in pensione”.

E ancora, “favorire l’accesso alla previdenza integrativa” e “garantire un’effettiva rivalutazione delle pensioni”. Ma le motivazioni della mobilitazione non si fermano alla previdenza, il sindacato di corso d’Italia chiede anche di “cambiare la legge di bilancio per sostenere lo sviluppo e l’occupazione”, di “estendere gli ammortizzatori sociali”, di “garantire a tutti il diritto alla salute” e di “rinnovare i contratti pubblici”.

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