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Cesare Battisti, i vicini: «Non è più nella sua casa, non lo vediamo da… – Il Messaggero

Dic 14, 2018

Cesare Battisti «non si vede da novembre» nella sua casa di Cananeia in Brasile. Lo riferiscono alcuni vicini ai cronisti riuniti davanti alla sua residenza, in attesa di un possibile arresto. «È da novembre che non lo vediamo», ha detto un vicino all’inviata della tv Globo, il canale che ha rivelato ieri che un magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) ha ordinato l’arresto immediato di Battisti in vista di una sua possibile estradizione in Italia. L’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo), condannato all’ergastolo con sentenze passate in giudicato per quattro omicidi, due commessi materialmente e due in concorso con altri, vive in Brasile dal 2009, e attualmente risiede a Cananeia, sulla costa dello stato di San Paolo.

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«Un ergastolano che si gode la vita, sulle spiagge del Brasile, alla faccia delle vittime, mi fa imbestialire! Renderò grande merito al presidente Jair Bolsonaro se aiuterà l’Italia ad avere giustizia, regalando a Battisti un futuro nelle patrie galere». Così in un tweet il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

«Il Supremo Tribunale Federale brasiliano, ha ordinato l’arresto di Cesare Battisti. Sono state accolte le nostre richieste di rigettare il suo reclamo. È ciò per cui il ministero della Giustizia sta lavorando da tempo. Ma saremo soddisfatti solo quando Battisti sarà estradato in Italia». Così in un tweet il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

«Cesare Battisti deve essere arrestato per evitare il pericolo di fuga in vista di un’eventuale estradizione». Il nuovo corso voluto da Jair Bolsonaro ha avuto conseguenze immediate sulla vicenda dell’ex terrorista dei Pac. A ordinarne l’arresto, con un provvedimento immediatamente esecutivo, è stato un magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano, Luis Fux. Che ha invece chiesto una decisione collegiale (pur definendosi favorevole) sulla possibilità che un capo di Stato annulli la decisione di un suo predecessore sulla concessione dell’estradizione. Formalmente, il giudice Luis Fux ha revocato una misura a favore di Battisti, che lui stesso aveva concesso nell’ottobre dell’anno scorso. Lo ha fatto su richiesta della Procuratrice Generale, Raquel Dodge, per «evitare il rischio di fuga e assicurare una eventuale estradizione», secondo un comunicato diffuso dalla stessa Procura.

Il Stf si era già dichiarato a favore dell’estradizione di Battisti nel 2010, lasciando però l’ultima parola all’allora

presidente, Lula da Silva, riguardo alla sua permanenza nel paese. Lula concesse all’italiano la residenza permanente in Brasile nelle ultime ore del suo mandato. Lo scorso 6 novembre Fux aveva presentato al Stf la sua

relazione sul caso Battisti, chiedendo che sia esaminato in sessione congiunta da tutti i magistrati dell’alta corte. Il Stf deve decidere se un presidente può legalmente modificare una decisione del genere presa da un suo predecessore.

Il presidente eletto, Jair Bolsonaro, ha assicurato molte volte – l’ultima ieri, ricevendo l’ambasciatore italiano in Brasile – che intende concedere l’estradizione di Battisti, che considera un «piccolo regalo» per il popolo italiano. Un

atteggiamento che è stato molto apprezzato da Matteo Salvini. I media brasiliani danno per scontato che i legali di

Battisti presenteranno un ricorso contro la decisione di Fux, chiedendo un parere dell’intero Srf. Ma l’ex terrorista dovrà aspettare la decisione dietro le sbarre. Al momento il suo legale si è limitato a un «non comment» dopo aver precisato di non aver ancora avuto accesso agli atti del giudice: «L’ho saputo dai media», ha detto.

Nell’ottobre dell’anno scorso battisti è stato arrestato a Corumbà, nello stato di Mato Grosso del Sud, mentre, secondo l’accusa, tentava di attraversare il confine boliviano con 6 mila dollari e 1.300 euro non dichiarati. Liberato dopo tre giorni, è rimasto comunque sotto processo per esportazione illegale di valuta.

Ultimo aggiornamento: 12:00© RIPRODUZIONE RISERVATA

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