• 30 Aprile 2024 9:58

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Cesare Battisti, arrivo previsto a Ciampino alle 11.30. Ci saranno anche i ministri Bonafede e Salvini – Il Fatto Quotidiano

Gen 14, 2019

Ci saranno anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e quello dell’Interno, Matteo Salvini, all’aeroporto di Ciampino dove alle 11.30 è previsto l’arrivo dell’aereo dalla Bolivia su cui ha viaggiato Cesare Barristi. L’ex terrorista dei Pac è stato catturato a Santa Cruz dopo 37 anni di latitanza perché condannato all’ergastolo per quattro omicidi. Il vicepremier ha confermato l’incontro (in programma alle 10.30) con il commissario europeo alla migrazione Dimitris Avramopoulos annullando però la conferenza stampa prevista dopo il vertice.

Buongiorno Amici, alle 11.30 arriva in Italia l’assassino comunista #CesareBattisti. Sarò puntuale in aeroporto. Oggi è una giornata di GIUSTIZIA per la memoria delle vittime di questo criminale, per i loro famigliari e per tutti gli italiani. 🇮🇹 pic.twitter.com/LVA87LRETV

— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 14 gennaio 2019

“Verrà a scontare l’ergastolo” dice il Guardasigilli a Circo massimo su Radio Capital. “Riteniamo che, considerando che non arriva in Italia dal Brasile – che ci ha fornito un supporto politico e giuridico importantissimo -, con questo arrivo diretto in Italia viene meno l’accordo del mio predecessore perché Battisti non scontasse l’ergastolo ma 30 anni”. In una lettera al quotidiano Leggo il leader leghista tra le altre cose scrive: “Aspetto le famiglie rovinate da Cesare Battisti al Viminale. Mentre le nostre galere aspettano lui. La pacchia è finita. Era ora”. A commentare l’arresto anche un tweet della Polizia di Stato: “Dietro questo momento ci sono giorni e notti di chi non ha mollato mai, di chi ha trascurato affetti e famiglie avendo presente il dolore di quanti ancora soffrono per le sue vittime. Grazie alla caparbietà di chi silenziosamente ci ha sempre creduto”.

#CesareBattisti arrestato.

Dietro questo momento ci sono giorni e notti di chi non ha mollato mai, di chi ha trascurato affetti e famiglie avendo presente il dolore di quanti ancora soffrono per le sue vittime.

Grazie alla caparbietà di chi silenziosamente ci ha sempre creduto pic.twitter.com/H4zJmFsCaq

— Polizia di Stato (@poliziadistato) 14 gennaio 2019

L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, è stato condannato per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso: quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre; e quello dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978. Battisti si è sempre dichiarato innocente. Nato a Cisterna di Latina il 18 dicembre 1954, la sua è una vita segnata da mille peripezie, fughe, colpi di scena. La giustizia va comunque avanti e nell’85 lo condanna in contumacia all’ergastolo per vari reati legati alla lotta armata e per i quattro omicidi, sentenza confermata dalla Cassazione nel 1991. La fuga, nel frattempo, lo aveva portato prima in Messico, dove rimane circa una decina d’anni, e poi in Francia nel 1990. L’anno successivo parte dall’Italia la prima richiesta di estradizione, ma Parigi dichiara non estradabile Battisti, che nel frattempo Oltralpe ha intrapreso anche una carriera come scrittore di noir. Sono anni in cui la Francia, con lo scudo della ‘dottrina Mitterand’, si mostra molto morbida con terroristi latitanti.

La seconda richiesta per estradarlo è nel 2004: Battisti viene arrestato il 10 febbraio a Parigi sempre su richiesta delle autorità italiane. Ma in Francia si scatena una campagna in suo favore sostenuta dagli intellettuali della gauche e il 3 marzo Battisti viene scarcerato. Il 30 giugno successivo dopo l’udienza per l’estradizione, la corte d’appello francese dà il via libera: Battisti ricorre e perde. La cosa sembra fatta, ma il 14 agosto è l’ultima volta in cui lui si presenta a firmare in commissariato, come previsto dalle misure nei suoi confronti, poi si rende irreperibile. Scatta quindi un mandato di arresto. E il 23 ottobre il primo ministro francese firma il decreto di estradizione in assenza del condannato, latitante.

Lui nel frattempo è fuggito in Brasile, dove si sposerà e avrà tre figli: il 18 marzo 2007 viene arrestato a Copacabana con la cooperazione dell’antiterrorismo italiano. Parte la terza richiesta di estradizione. Ma il Brasile gli riconosce lo status di rifugiato politico. E nel novembre 2009 il Supremo Tribunal Federal, pur a favore dell’estradizione, lascia la decisione finale all’allora presidente Lula, che il 31 dicembre 2010, ultimo giorno del suo mandato, annuncia il suo ‘nò. Battisti esce dal carcere. Il 3 marzo di cinque anni dopo una sentenza decreta la sua espulsione dal Brasile per via di una storia di documenti falsi con cui, a suo tempo, era entrato nel paese dalla Francia e riprende quota l’ipotesi di un rientro in Italia. Ma l’espulsione viene annullata e tutto si ferma di nuovo. Fino al tentativo di fuga in Bolivia e al nuovo arresto il 4 ottobre 2017. Parte la macchina dei ricorsi e tre giorni dopo Battisti è di nuovo in libertà. “Non stavo fuggendo, mandarmi in Italia è illegale, se mi estradano mi consegnano alla morte”, dichiara lui che nel frattempo rilascia interviste.

Le cose però cambiano. In Brasile tira ormai un’altra aria. L’11 ottobre il presidente Michel Temer revoca l’asilo politico. Jair Bolsonaro, esponente dell’ultradestra, già in campagna elettorale promette di estradare immediatamente Battisti se verrà eletto, cosa che avviene. E il 13 dicembre Luis Fux, magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf), ordina l’arresto dell’ex terrorista per “pericolo di fuga” in vista proprio della possibile estradizione, concessa nei giorni seguenti dal presidente uscente Temer prima dell’insediamento di Bolsonaro il primo gennaio 2019. Battisti fugge ancora, in Bolivia, fino all’epilogo per le vie di Santa Cruz de la Sierra.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close