AGI – L’Italia ha conseguito tutti gli obiettivi previsti dal Pnrr per il 2021-2022: 151 sui 527 in programma fino al 2026. Quest’anno invece dovrà centrarne altri 96, di cui 27 nel primo semestre e 69 nel secondo. Se nel primo biennio si è trattato soprattutto di redigere riforme strutturali ora prende il via la fase della realizzazione delle opere infrastrutturali e dei programmi di transizione energetica che diano sostanza sui territori al piano varato dalla Ue per far ripartire l’economia continentale dopo la pandemia di Covid.
Finora sono stati erogati dall’Ue 66,9 miliardi di euro in favore dell’Italia, poco meno di un terzo del totale dei 191,5 previsti, a dicembre scorso è stata presentata la richiesta per l’erogazione di altri 19 miliardi, che potrebbero essere versati entro maggio. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione in Senato di fronte alla Commissione Bilancio, ha fatto il punto della situazione sullo stato di avanzamento del Pnrr.
Il titolare del Mef ha espresso soddisfazione per il raggiungimento degli obiettivi ma ha anche ricordato la “necessità” di un aggiornamento del piano, visto il mutato contesto economico rispetto a quando è stato varato, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha scatenato una ondata inflazionistica e un rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime che hanno reso obsoleti i piani finanziari redatti per alcuni programmi di spesa previsti dal Pnrr.
Per il titolare del Mef “su questo piano si gioca la capacità di ripresa e crescita del Paese, a partire dalla transizione verde”. Giorgetti ricorda che “le tempistiche strette costringono tutta la Pa, oltre che la politica, allo sforzo di rispettare tempi molto stingenti”. Mentre le condizioni di partenza di tipo economico-finanziario “oggi purtroppo sono stravolte, è un problema che riguarda tutti gli altri Paesi Ue, i quadri economici non sono più corrispondenti alla realtà”.
Proprio per questo motivo il ministro specifica che “un aggiornamento del piano rispetto alle condizioni date credo sia necessario e indubbio da parte di tutti”. Quanto alla possibilità che si possa andare oltre il 2026 con l’attuazione del Pnrr, paventata da alcuni membri della Commissione, Giorgetti replica: “Io questo non lo so, ricordo però che rispetto al momento in cui questi piani sono stati redatti è successo qualcosa che ha mandato in tilt l’intero sistema economico, non solo al livello europeo. Quindi parlarne non dovrebbe violare alcun tabù”.
In questi giorni sono in corso di elaborazione i dati da inserire nella ‘Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr’, Giorgetti rende noto che il testo sarà presentato “al termine dell’assessment della terza tranche di pagamenti, e comunque non oltre la presentazione del Documento di Economia e Finanza”. Proprio il Def conterrà indicazioni “sulla spesa già realizzata nel 2022 e quella che verrà sostenuta negli anni successivi, sono in corso verifiche per l’aggiornamento delle previsioni”.
Il ministro ha ricordato che nelle scorse settimane il sistema di governance del Pnrr “è stato rivisto dal decreto-legge con l’obiettivo di potenziare il presidio sui processi di attuazione del Piano e monitorare il rispetto delle scadenze di conseguimento di obiettivi e traguardi concordati con la Commissione europea”.
Il monitoraggio dell’attuazione del Pnrr è stato demandato in via prioritaria alla Ragioneria generale dello Stato. Nel medio periodo l’obiettivo del Governo è quello di giungere, spiega Giorgetti, “a un’unica infrastruttura informatica al fine di garantire il rispetto del principio di unicità dell’invio dei dati, tenendo conto delle peculiarità del sistema ReGiS che, grazie alla sua architettura modulare, è disegnato in linea con i processi amministrativi di programmazione, attuazione, gestione contabile, rendicontazione e controllo”.