Carbonara a stelle e strisce nello storico ristorante ‘Da Vincenzo’ all’Esquilino. Ieri lo speaker della Camera degli Stati Uniti Kevin McCarthy con una delegazione di 20 membri del Congresso si è concesso una cena romanesca prima di riprendere il volo per gli Stati Uniti.
“Da giorni la strada davanti al ristorante era stata transennata e la voce che girava tra i commercianti era quella di una possibile manifestazione dei dipendenti di Cdp che non vogliono trasferirsi nella sede di piazza Verdi”, racconta al Foglio il titolare dell’osteria “Da Vincenzo” Paolo Crosti. “Nel pomeriggio abbiamo ricevuto una chiamata dall’Ambasciata americana per sapere se c’era disponibilità di un tavolo per 20 persone”. Intorno alle 19,15 McCarthy con la delegazione e un imponente sistema di sicurezza, hanno fatto tappa nel locale di Crosti. Il menù rigorosamente italiano con prelibatezze della cucina romana. Crudo di pesce, tartare di tonno, prosciutto e mozzarella come antipasto. Bucatini all’amatriciana, carbonara e cacio e pepe come primi piatti. Filetto di pesce in crosta di verdure e asparagi e tagliata di manzo per secondi. Tiramisù e gelato per chiudere la cena, il tutto annaffiato da bottiglie di barbaresco.
L’Hosteria “Da Vincenzo”, che ha superato i cinquant’anni di attività, è anche chiamata la “terza Camera” perché frequentata da personaggi politici nazionali e internazionali e da esponenti della Santa Sede.
McCarthy membro di primo piano del partito repubblicano, nella sua unica tappa europea del suo primo viaggio ufficiale all’estero da quando è stato eletto speaker, nei giorni scorsi era stato ricevuto in Vaticano da Papa Francesco, a Montecitorio dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana, poi tappa al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e colloquio con la premier Giorgia Meloni sulle principali questioni internazionali: dall’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina alla stabilità nel Mediterraneo.