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Casteldaccia, parla il superstite: “Io sull’albero, così mi sono salvato”

Nov 4, 2018

“E’ successo tutto in pochi secondi, all’improvviso l’acqua e il fango hanno sfondato i vetri, tutte le imposte. Non abbiamo più capito niente. In pochi istanti l’acqua ha raggiunto il tetto. Io sono riuscito a uscire e salire sull’albero. Solo per questo mi sono salvato”. E’ quanto raccontato dall’unico superstite agli inquirenti che conducono l’inchiesta sulla tragedia di Casteldaccia. L’uomo si trovava nella villetta con altre nove persone, per cenare. Altre due persone, un uomo e una bambina di tre anni, erano andati a comprare dei dolci in centro e si sono salvati solo per questo motivo. Secondo una prima ricostruzione, la villa sarebbe stata sommersa dal fango e dall’acqua a causa della esondazione del fiume Milicia, anche se il fiume non era particolarmente ingrossato. Ma la villetta, che si trova a poca distanza dall’argine del fiume, e che si trova al piano terra, è stata subito sommersa. L’inchiesta aperta dalla Procura di Termini Imerese è condotta dalla polizia in collaborazione con i carabinieri.

Un altro testimone, che stava raggiungendo una villetta vicina a quella della strage al momento dell’alluvione, parla invece di “momenti terribili, il fiume che si ingrossa nel giro di pochi minuti e diventa un’onda che travolge tutto e tutti. Case e persone” . Ha le lacrime agli occhi l’uomo che parla: è uno dei sopravvissuti della strage che ieri sera, intorno alle 23, ha travolto nove persone. La furia dell’acqua ha sommerso le abitazioni che si trovano nella vallata di contrada Dogali-Cavallaro, a Casteldaccia. “Io stavo andando a un incontro del mio gruppo di preghiera, avevo appena imboccato la stradina che dalla statale porta giù, pioveva a dirotto ed era buio, ma ho sentito un rumore forte, come un boato, e sono scappato prima che l’acqua travolgesse tutto”.

Ha paura l’uomo che racconta la sera della strage. Ha paura perché, dice, “questa è una zona molto particolare – sussurra – questa vallata è stata sempre una zona franca. Perché mai nessuno ha controllato le case abusive che in questa zona sorgevano come funghi a ridosso del fiume? Un tempo, in questa zona si facevano pure riunioni di mafia. Questa è una tragedia annunciata”. Sussurra e chiede che il suo nome non venga citato. “Ora – dice – ho solo un grande dolore dentro per quello che è accaduto”.

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