• 30 Aprile 2024 19:02

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Caso Pozzolo, il ricordo di Delmastro ai pm “era bianco in volto e catatonico”

Apr 17, 2024

AGI – Pozzolo “bianco in volto e completamente sotto shock”, che ripete ossessivamente “ma posso avere io sparato?”. Ma anche Pozzolo “alterato dall’assunzione di alcolici” o “rassegnato” davanti ai carabinieri. Sono numerose e ricche di sfumature le descrizioni del comportamento del deputato di Fratelli d’Italia protagonista della vicenda dello sparo al veglione di Capodanno alla Pro Loco di Rosazza che sono contenute nei verbali delle deposizioni rilasciate dai testimoni, sia ai carabinieri nell’immediatezza dei fatti sia nei giorni successivi davanti ai magistrati della Procura, che il 5 aprile scorso ha provveduto a notificare allo stesso Pozzolo l’avviso di conclusione delle indagini.

 

 

A descrivere il parlamentare come in preda ad una sorta di catalessi dopo lo sparo, e’ in particolare il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro. Rispondendo l’8 gennaio alla procuratrice Teresa Angela Camelio e alla sostituta Paola Francesca Ranieri con il comandante dei Carabinieri di Andorno Micca, il maresciallo Alessandro Sabatini, Delmastro ricorda che al momento in cui e’ rientrato nella sala (si trovava all’esterno a fumare una sigaretta con alcuni conoscenti della figlia, dopo aver caricato la sua macchina) “ho notato Pozzolo seduto in prossimita’ del tavolo spostato contro la parete; in particolare ricordo che fosse seduto a meta’ della tavolata, con la schiena rivolta verso il tavolo. Dopo si e’ sicuramente alzato e credo che fosse quello il momento in cui Campana gli ha detto ‘perche’ l’hai fatto?’. In particolare, ricordo che Pozzolo fosse dietro di me quando Campana gli parlava, ma Pozzolo non gli rispondeva in alcun modo”. A quel punto l’indagato si sarebbe avvicinato al sottosegretario “bianco in volto e completamente sotto shock, mi diceva ‘ma posso avere io sparato?’ due o tre volte, era catatonico”.

 

 

“Sinceramente – precisa Delmastro – non sapevo cosa dirgli e non gli ho risposto”. Se il sottosegretario sottolinea come “non ho avuto l’impressione che (Pozzolo – ndr) fosse brillo ne’ prima ne’ dopo”, un altro testimone descrive in modo esplicito uno evidente stato di ebbrezza del deputato. E’ Maverick Morello, figlio del caposcorta di Delmastro. Morello, descrivendo il momento in cui Pozzolo gli e’ stato presentato, dice ai Carabinieri “ho percepito che lui fosse alterato dall’assunzione di alcolici”; opinione condivisa da sua sorella Valentina Morello, moglie di Luca Campana, il 31enne ferito dallo sparo, che mette a verbale che a suo parere Pozzolo era “evidentemente alterato, penso in seguito dell’assunzione di alcol”. E Maverick precisa anche che durante il tragitto fatto per trasportare Campana all’ambulanza, Pozzolo “ha inciampato almeno due tre volte pericolosamente, probabilmente a causa del suo stato d’ebbrezza”. 

 

Nell’avviso di chiusura delle indagini la procuratrice Camelio spiega con chiarezza che anche la consulenza tecnica balistica, svolta dal perito Raffaella Sorropago, “ha accertato la piena sovrapponibilita’ del narrato delle persone informate sui fatti e in particolare quelle della persona offesa e non ha riscontrato la ricostruzione alternativa fornita originariamente dall’on. Pozzolo al momento dei fatti”. Una contraddizione, quella tra il racconto di Pozzolo e quello di tutti gli altri testimoni a proposito dei “movimenti” dell’arma, che emerge fino dai primi verbali sommari raccolti dai carabinieri nella notte alla Pro Loco di Rosazza. Pozzolo rilascia una dichiarazione spontanea in cui dice che “era appoggiata la mia giacca su una sedia e nel prenderla dalla tasca interna cadeva per terra il revolver; nella confusione qualcuno nonostante le mie reiterate dichiarazioni indirizzate a comunicare che l’oggetto di cui trattasi debitamente custodito e non caricato fosse un’arma effettiva, evidentemente ha caricato alzando il cane del revolver medesimo e schiacciando il grilletto dello stesso ha provocato l’espulsione di un proiettile”. E’ la versione a cui il parlamentare ha continuato a rimanere fedele, ma che, secondo i magistrati, non ha trovato riscontro nelle perizie tecniche.

Tutti gli altri testimoni raccontano una dinamica differente. A cominciare dal caposcorta Pablito Morello che fa mettere a verbale come “Pozzolo Emanuele estraeva dalla tasca interna della propria giacca una pistola di piccole dimensioni a tamburo e la poggiava sul tavolo della sala principale mostrandola ai presenti e dopo averla maneggiata girandola tra le mani esplodeva inavvertitamente un colpo che andava a colpire alla gamba Campana” Anche Luca Zani, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Biella dice ai carabinieri che “Pozzolo aveva in mano una pistola”. E che la pistola sia uscita dalla tasca dei pantaloni di Pozzolo lo dichiara con precisione anche l’uomo ferito Luca Campana, che mette a verbale: “Pozzolo ha tirato fuori dalla tasca destra dei pantaloni una piccola pistola revolver secondo me per farla vedere presenti perche’ la teneva sul palmo della mano destra”. Come lui testimoniano tutti gli altri presenti che hanno visto comparire la pistola estratta dalla tasca dei pantaloni di Pozzolo. Una contraddizione che subito salta agli occhi dei carabinieri che nel verbale della mattina del 1 gennaio scrivono che le spontanee dichiarazioni rilasciate da Pozzolo sono “completamente discordanti rispetto a quelle fornite dai testimoni. In particolare riferiva che la sua arma era caduta accidentalmente dalla tasca della sua giacca che era appoggiata su una sedia e che qualcuno da lui non identificato la caricava ed esplodeva un colpo”. Una discordanza verificata nelle perizie tecniche che per la procura e’ uno degli elementi che dimostrano la responsabilita’ del deputato. 

 

Al veglione di Capodanno, come e’ stato accertato fin da subito, erano presenti anche diversi bambini. Una circostanza che ha fatto riflettere sullo scampato pericolo nella circostanza del ferimento di Campana. Dai verbali delle deposizioni dei testimoni, emerge un caso in particolare, quello della figlia di Davide Zappala’, assessore al Comune di Biella, amico e fedelissimo di Andrea Delmastro, presente all’evento con la moglie e la bambina di 4 anni. “All’una e mezza – ha messo a verbale Zappala’ – mia moglie mi ha affidato mia figlia, che stante l’ora tarda era molto stanca. L’ho fatta sedere sulle sedie verdi poste accanto al tavolo dove c’e’ stato poi lo sparo”. La bambina si trovava quindi a poco piu’ di un metro da dove e’ stato esploso il colpo di pistola che ha poi colpito Campana. “Dopo aver fatto sedere mia figlia”, prosegue Zappala’, “sono andato verso il tavolo posto vicino alla cucina principale ossia frontale rispetto all’ingresso alla sala e notavo Campana Luca che ballava probabilmente vicino a questo tavolo; al contempo notavo un gruppetto di persone vicino al tavolo dove e’ avvenuto lo sparo”. Il tavolo, come specifica Zappala’, e’ quello dove si trovava la bambina. “A quel punto – prosegue la testimonianza – ho sentito lo sparo mi sono girato e ho visto Campana che si dirigeva verso la cucina; io lo seguivo e notavo che si abbassava i pantaloni, si sedeva su una sedia della cucina secondaria e notavamo un buco sulla sua coscia. Dopo ho un blackout mentale: ricordo Pozzolo sotto shock che si era seduto sulla sedia verde dove poco prima avevo fatto sedere mia figlia”. “Subito dopo lo sparo – e’ la conclusione del racconto – mia moglie ha cercato mia figlia. Era preoccupata. Ha visto la bambina immobile. Ha avuto paura che ad essere colpita fosse lei. Si e’ messa a piangere perche’ ha temuto il peggio”.

 

 

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