AGI – Quella di Alfredo Cospito è una vicenda intricata dal punto di vista giudiziario oltre che politico, per il caso Del Mastro-Donzelli, ed etico per la possibile alimentazione forzata a cui potrebbe essere sottoposto. Sotto il primo profilo, il 24 febbraio rappresenta uno snodo cruciale con la Cassazione messa davanti a tre possibili scelte rispetto alla richiesta della difesa di revocare il 41 bis all’anarco-insurrezionalista in sciopero della fame.
Si discuterà il ricorso dell’avvocato Flavio Rossi Albertini contro il verdetto del Tribunale di Sorveglianza di Roma che nel dicembre del 2022 confermò la decisione ministeriale del 41 bis. Gli ‘ermellini’, che hanno anticipato per due volte la data dell’udienza viste le condizioni di salute precarie del recluso, potrebbero accogliere il ricorso, e quindi a Cospito verrebbe tolto il regime ‘speciale’; annullare con rinvio, cioè rimandare gli atti alla Sorveglianza per una nuova valutazione, l’ipotesi più probabile anche perché a chiederla è stato il procuratore generale Pietro Gaeta; respingerla. La decisione potrebbe arrivare già nella serata di domani.
Tutti gli altri filoni giudiziari ancora aperti non riguardano il 41 bis. Come precisato dalla Procura Generale di Torino, il 41 bis non c’entra nulla né con la condanna definitiva a 10 anni e otto mesi per la gambizzazione dell’allora ad di Ansaldo, Roberto Adinolfi, né con la richiesta di ergastolo ostativo per la vicenda dell’attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano. È invece una misura dell’ordinamento penitenziario prevista per chi sia ritenuto particolarmente pericoloso per alcuni reati gravi, tra cui il terrorismo, e in grado di mantenere collegamenti con associazioni mafiose o eversive. Sul 41 bis, ci sarebbe in realtà un’altra strada giudiziaria ancora aperta oltre a quella di domani. Dopo che il ministro Carlo Nordio ha ribadito il 41 bis l’avvocato Rossi Albertini ha presentato un ricorso alla Sorveglianza (non c’è una data dell’udienza al momento).
La Corte d’Assise d’Appello di Torino, chiamata a valutare le responsabilità di Alfredo Cospito e della compagna Anna Beniamino per l’attentato di Fossano, ha sollevato nei mesi scorsi una questione di legittimità costituzionale sulla legge ex Cirielli secondo la quale al recidivo pluriaggravato, come Cospito, non possono essere applicate le attenuanti generiche superiori alle aggravanti. Un tema molto tecnico ma dagli effetti importanti perché se la Consulta dovesse dichiarare incostituzionale la parte della legge impugnata Cospito eviterebbe l’ergastolo ostativo chiesto dalla Procura Generale per ‘strage politica’. Anche qui non è ancora stata indicata una data dai giudici costituzionali.
In primo grado, per le bombe di Fossano Cospito era stata condannato a 20 anni per ‘associazione con finalità di terrorismo’, poi la Cassazione ha riqualificato il reato in ‘strage politica’ e la Procura Generale, seguendo l’indicazione, ha chiesto l’ergastolo nella sua accezione più severa. A completare il groviglio ci sono stati nei mesi scorsi due pareri non vincolanti sul 41 bis e non omogenei inviati a Nordio che poi ha scelto di ribadire la misura scelta dall’ex ministra Cartabia: quello della Procura Generale di Torino che ha detto no alla revoca e uno della Direzione Nazionale Antimafia che invece aveva invitato il ministro a considerare l’ipotesi del carcere ad Alta Sicurezza, un po’ meno duro del 41 bis ma sufficiente, secondo questa interpretazione, a tagliare i legami con l’esterno dell’anarchico.