Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha deciso di intervenire sul caso Consip chiedendo “alla procura generale di Napoli, attraverso gli uffici del mio dicastero, elementi sulle anomalie di funzionamento della polizia giudiziaria“. Lo afferma Orlando stesso in un colloquio con il Corriere della Sera. Si tratta, spiega, “dell’unico passo che posso fare. Perché un ministro della Giustizia può avviare un’ispezione solo in presenza di responsabilità dei magistrati, che a oggi non si registrano. Mentre sulla polizia giudiziaria non ho poteri di vigilanza e di intervento”.
“Non credo – aggiunge – che nemmeno il Csm” abbia molti spazi di azione, siccome “un magistrato si è accorto della manipolazione ed è intervenuto. Certo, emergessero altri fatti si dovrebbe valutare. In ogni caso – sottolinea – l’episodio è grave e inquietante: cambiare
le carte è un’alterazione della verità commessa da chi dovrebbe invece contribuire a ricercarla”.Sul fatto che l’inchiesta riguardi il padre del suo sfidante alle primarie Matteo Renzi, Orlando assicura: “Nessun imbarazzo”, “non cambia il mio atteggiamento, basato sul principio di autonomia della magistratura e sul criterio di garanzia per i cittadini. Certo, mi spiace per questa vicenda. E spero possa risolversi bene per Renzi”.