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Carrara, in difesa delle Alpi Apuane, l’appello di scrittori e intellettuali

Set 7, 2016

In difesa delle Alpi Apuane scendono in campo scrittori e intellettuali. Da Andrea Camilleri a Moni Ovadia, da Salvatore Settis a Adriano Prosperi all’ex presidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena: urbanisti, personalità della cultura e dello spettacolo e giornalisti lanciano un appello:”Le Alpi Apuane sono una parte importante dell’ecosistema del nostro paese, è dovere dei cittadini difenderle contro il loro sfruttamento intensivo e il continuo prelievo di marmo dalle cave”. La battaglia sulle Apuane dura ormai da anni. “L’ultima aggressione – spiega l’Arci Massa Carrara – è la pretesa di alcune grandi imprese del marmo e del carbonato di calcio di rivendicare la proprietà di una parte importante dei giacimenti marmiferi di Carrara, approfittando del contenzioso aperto presso la Corte Costituzionale dal governo contro la nuova legge sulle cave della Regione Toscana”. L’appello degli intellettuali, dunque, serve a chiedere alla Corte di “riconoscere la nullità della pretesa di privata proprietà sui cosiddetti “beni estimati”, spiega l’Arci.

Da Carrara parte così l’appello, e tra i primi firmatari, oltre alle associazioni come Italia Nostra, Legambiente e Arci anche Giuseppe Ugo Rescigno, Tomaso Montanari, Roberta De Monticelli, Maurizio Maggiani, Paolo Baldeschi, Maria Pia Guermandi e Mario Perrotta. “Va respinto con forza ogni tentativo di privatizzazione delle cave delle Apuane – si legge nella lettera appello – in quanto proprietà collettiva le Apuane non sono sacrificabili all’interesse di singole imprese che asportano intere parti della montagna con il solo fine di realizzare enorme profitto per sé, distruggendola in modo irreversibile”.

Secondo i firmatari “un diverso modello di sviluppo nelle Apuane, assolutamente necessario e non più rinviabile, può coincidere soltanto con il riconoscimento che esse – a partire dalle cave – sono proprietà della collettività: da tutelare e non da violentare, saccheggiare e mercificare a vantaggio di pochi e a danno di tutti”.

Tra le adesioni anche quella di Mario Perrotta, attore vincitore del Premio Ubu: “Scavare la montagna come fosse un panetto di burro che tanto, quando si finisce si ricompra, è semplicemente stupido – si legge nel suo messaggio – Guardare gli altri che scavano e mangiano burro senza protestare è semplicemente miope. Un giorno quel panetto finirà e non si potrà ricomprarlo al supermercato. Non ci sarà più, semplicemente”. L’attore continua: “Un

vento freddo dal nord si infilerà laddove prima la montagna faceva barriera e congelerà tutto e tutti, soprattutto chi, con la bocca aperta, guardava gli altri magiare. Chi mangiava, invece, sarà già andato via con la pancia piena in cerca del prossimo panetto di burro da radere al suolo. Colpevoli loro e le loro pance più degli altri. Colpevoli quelli con la faccia inchiodata a bocca aperta dal gelo: meno dei pancia-piena, ma colpevoli”

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