L’ex a.d. del Gruppo Stellantis, Carlos Tavares, ha raccontato il suo punto di vista in una intervista che sta facendo molto discutere
In oltre due settimane dall’exit di Carlos Tavares vi sono state innumerevoli illazioni sulle sue dimissioni. Il manager portoghese aveva ottenuto dei risultati in linea con le aspettative del colosso nato dalla fusione tra PSA e FCA nel primo triennio, ma dopo un 2024 con numeri a ribasso è arrivata la decisione spiazzante lo scorso primo dicembre. Il manager portoghese, dopo una vita spesa in Renault, aveva preso le redini di Stellantis nel 2021 nel pieno del drammatico momento di transizione verso l’elettrico.
Tutte le principali case produttrici di automobili in Europa sono piombate in una crisi nera. L’avanzata cinese ha creato ulteriori scossoni e molti brand sono dovuti scendere a compromessi pur di rimanere a galla. C’è chi ha stretto alleanze con marchi cinesi proprio per usufruire dei vantaggi del car market low cost. Stellantis ha investito nella start-up Leapmotor e per ora la mossa non ha pagato. Tavares ha visto crollare i numeri in modo repentino quest’anno e ha pensato di defilarsi.
Laureato alla École Centrale Paris, Tavares ha cominciato la sua carriera professionale nell’industria dell’Automotive in Renault nel 1981. A soli 23 anni è stato direttore del progetto Renault Mégane II. Con la creazione dell’alleanza con i brand giapponesi Nissan e Mitsubishi, nel 2005, divenne capo per la zona Americhe, facendo parte del consiglio di amministrazione. Nel 2009 venne nominato responsabile della Nissan per i mercati del Nord e del Sud America, mentre Nel 2011 è stato Chief Operating Officer di Renault. Sul piano manageriale è un professionista che non ha paura di prendere delle decisioni impopolari. Per questo è stato scelto da PSA prima e dai vertici di Stellantis poi. Scommettere sull’elettrico potrebbe essersi rivelato un grande azzardo, ma con la dead line sui motori termici in Unione Europea, è nata una esigenza più politica che commerciale.
La posizione di Carlos Tavares
Spogliati dai panni di amministratore delegato di Stellantis, il portoghese si è lasciato andare a qualche dichiarazione sopra le righe. In un’intervista rilasciata al settimanale portoghese Expresso, Tavares ha spiegato tutti i motivi che lo hanno portato a mollare il suo prestigioso e redditizio ruolo. Vi è stata una mancanza di consenso che ha determinato la rottura del rapporto anticipata, ma “la decisione l’abbiamo presa insieme, io e John Elkann, con il quale ho un rapporto estremamente pacifico. È quasi un amico”, ha spiegato Tavares.
Le dimissioni sono state presentate in maniera “pacifica, ponderata e consensuale” al Presidente del colosso italo-francese. Venuta a mancare una uniformità di vedute, la scelta del portoghese è risultata una ovvia conseguenza “per non creare un rischio di disallineamento all’interno della governance dell’azienda“. Secondo molti opinionisti, sulla base del calo di vendite che ha registrato il Gruppo, il nativo di Lisbona ha deciso di mollare dal momento in cui ha capito che i licenziamenti sarebbero stati una naturale conclusione, nel 2025, data la crisi in cui versa il Gruppo.
Tavares a difesa del suo stile aggressivo
In una fase molto delicata dell’industria delle quattro ruote “è possibile che si sia generata un po’ di preoccupazione attorno a una strategia molto aggressiva, in cui questa fase viene vista più come un’opportunità che come un rischio. Inoltre, ho sempre adottato posizioni ferme sulla tutela dell’ambiente. Forse una combinazione di questi fattori ha causato divergenze, e un’azienda che conta 250.000 dipendenti, con un fatturato di 190 miliardi di euro e 15 marchi distribuiti in tutto il mondo, non può essere gestita senza un consenso chiaro, poiché una mancanza di allineamento avrebbe effetti immediati sulla gestione strategica“, ha analizzato il portoghese.
FIAT, Alfa Romeo, Lancia e tanti altri brand del Gruppo Stellantis hanno deciso di proporre delle vetture elettriche che non ancora convinto i puristi. I prezzi si sono alzati tantissimo ma la colpa non è solo dei costruttori. Le direttive che sono state impartite dall’alto hanno steso un tappetto rosso alla concorrenza asiatica, in particolare cinese, creando una frattura interna irreparabile. Un autogol europeo che avrebbe portato a decisioni sempre più impopolari. Per spiegare la situazione il manager portoghese ha fatto una analogia con il Motorsport, sua grande passione.
“Ci sono due tipi di piloti: quelli che, per evitare di forare uno pneumatico o danneggiare le sospensioni stanno lontani dai cordoli e cercano di ottenere il miglior tempo possibile guidando nella parte centrale della pista e c’è chi, per andare il più veloce possibile, passa sui cordoli. Atteggiamento perfettamente lecito ma più rischioso, pericoloso per le sospensioni e aggressivo per gli pneumatici. Io ovviamente rientro della seconda categoria“, ha affermato Carlos Tavares. Quest’ultimo ha dalla sua la capacità di osare e, nelle precedenti esperienze, ha ottenuto grandi risultati. In questo caso, forse, si è sentito di non avere l’appoggio giusto per continuare, nel suo stile, a dirigere un Gruppo che ha tante anime da soddisfare al suo interno.
Stellantis, la verità sullo stipendio faraonico del portoghese
Tavares è stato tra i manager più pagati nella storia dell’Automotive. “Se l’azienda vuole comprare un certo manager e questo è disponibile solo per una certa cifra, si tratta semplicemente di una transazione che nessuno è obbligato ad accettare. A molta gente questa cosa non piace, ma a me sì“, ha annunciato l’ex a.d. di Stellantis. Di sicuro i problemi li avranno gli operai che potrebbero finire in cassa integrazione o non vedere alcun rinnovo all’orizzonte.
Inoltre, nella medesima intervista, Tavares ha spiegato che si godrà questo ritorno in madrepatria e non ha smentito i rumor sul possibile interessamento alla compagnia aerea di bandiera Tap. “Mi stanno chiedendo in molti se voglio partecipare. Sento un forte richiamo patriottico“, ha chiosato il manager. Dopo aver guadagnato decine di milioni di euro per anni nell’Automotive, il manager potrebbe anche trovare una nuova sistemazione professionale nell’aviazione. Al settimanale portoghese Expresso l’ex manager di Stellantis ha detto la sua in modo trasparente, ma tanto altro sarà avvenuto nella stanza dei bottoni del Gruppo Stellantis, dove da mesi le cose non ruotavano per il giusto verso. Spetterà al Presidente John Elkann e gli altri membri del CdA scegliere un successore che sia in grado di riportare in alto i numeri in una fase molto critica per la filiera delle quattro ruote.