MILANO – La nazionalizzazione di Carige è una possibilità concreta. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti rispondendo a una domanda sul possibile ingresso nel capitale dell’istituto ligure da parte dello Stato. “Sì”, ha replicato a chi domandava se fosse concreta la posisbilità che l’istituto venga nazionalizzato in seguito alla ricapitalizzazione precauzionale prevista dal decreto appena varato. “La nazionalizzazione è un’eventualità prevista dal decreto se non si verificano alcune condizioni, quindi se nessun privato ci mette i soldi arriverà la nazionalizzazione”, ha aggiunto Giorgetti in un secondo momento. “L’obiettivo è salvarla sotto lo Stato. Se ci saranno utili ci guadagnerà lo Stato”. ha rimarcato invece Matteo Salvini.
Modiano: “Nazionalizzazione non è sul tavolo”
Lo scenario della nazionalizzazione è però smentito dal commissario ed ex presidente Carige, Pietro Modiano, secondo cui la ricapitalizzazione preventiva “non è sul tavolo, non è necessaria”. “Nego che questa sia una ipotesi”, ha detto. È una ipotesi “teorica, estrema, più che residuale”. Acqua sul fuoco (e sull’ipotesi di fuga dei depositi) anche dal commissario ed ex ad, Fabio Innocenzi, secondo il quale in Banca Carige “c’è una situazione assolutamente tranquilla e tranquillo è il comportamento della nostra clientela” e quello del governo è “un intervento estremamente importante per permetterci di fare il nostro lavoro”.
Tria: “Soluzione di mercato resta preferibile”
Nel pomeriggio è intervenuto anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria, parlando al question time alla Camera. “Una soluzione di mercato sarebbe comunque preferibile”, ha detto sottolineando che al momento “non è possibile stabilire se si materializzerà l’emergenza” tale da richiedere la ricapitalizzazione precauzionale prevista dal decreto.
Sul tema ha parlato anche il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia, difendendo la scelta dell’esecutivo. “Genova ha già avuto il crollo del ponte, il fallimento di Carige sarebbe stato il secondo pone e non ce lo potevamo permettere, sarebbe stata una follia totale”, ha detto. “Genova e la Liguria è un territorio con parecchi risparmi tenuti in questa banca”, osserva Garavaglia. “Sarebbe stato danno enorme” il fallimento e l’operazione di salvataggio è stata “di assoluto buon senso”.