• 1 Novembre 2024 0:46

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Carige, dimissioni a raffica e cda decaduto. Arrivano i commissari Bce

Gen 2, 2019

MILANO – Dimissioni a raffica dei consiglieri e board decaduto: saranno i commissari nominati della Bce a prendersi carico della gestione di Carige garantendo “la consueta operatività senza alcun impatto su clienti, depositanti e dipendenti”.

Dopo le indiscrezioni circolate fin dalle primissime ore di giornata, è arrivata la conferma da parte della Banca centrale europea. Dopo “le dimissioni odierne da parte della maggioranza dei membri del board” dell’istituto ligure, dice Francoforte, “la Bce ha nominato tre amministratori temporanei e tre membri di un comitato di sorveglianza” per governare l’istituto ligure e sostituire il cda. Proprio le dimissioni della maggioranza del board hanno “reso necessario l’insediamento di una amministrazione straordinaria per governare la banca al fine di stabilizzare la sua governance e mettere in atto soluzioni efficaci per assicurarne sostenibilità”. La Bce ha quindi nominato Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener come amministratori a tempo, con Gianluca Brancadoro, Andrea Guaccero e Alessandro Zanotti nella commissione di sorveglianza. Innocenzi e Modiano erano già rispettivamente ad e presidente, dimissionari nelle ultime ore con altri tre consiglieri.

Fin dall’inizio di questo già tormentato 2019, la banca aveva chiesto e ottenuto dalla Consob la sospensione del titolo per l’intera giornata” inaugurale degli scambi in “attesa di comunicazioni che riguardano il governo societario”. Una mossa, quella dell’Authority, maturata in vista di decisioni “rilevanti” e perché “essendo già circolate indiscrezioni, permane il rischio di ulteriori fughe di notizie prima della effettiva assunzione delle decisioni”. La sospensione dalle negoziazioni “non si applica agli strumenti finanziari aventi come sottostante indici contenenti i titoli emessi da Banca Carige”, ha chiarito l’Authority.

Le agenzie avevano battuto a stretto giro la raffica di dimissioni dei consiglieri, con decadenza dell’intero board. Nei giorni scorsi erano arrivati i passi indietro di Reichlin e Mincione, ai quali si sono aggiunte le nuove defezioni.

L’attenzione sulla banca ligure – all’ennesimo snodo sulla sua sopravvivenza – è alta perché resta da chiarire se la famiglia Malacalza, che con il 27,5% del capitale è riuscita a bloccare il voto sull’aumento di capitale lo scorso 22 dicembre in assemblea, eserciti un controllo di fatto.

Carige, dimissioni a raffica e cda decaduto. Arrivano i commissari Bce

Proprio i due manager confermati dalla Bce alla guida della banca avevano incontrato in Bce il direttore generale preposto Ramòn Quintana, che ha visto poi i fratelli Mattia e Davide Malacalza. Alla famiglia ligure, paradossalmente, sarebbe costata meno una Opa obbligatoria sul totale del capitale che la partecipazione pro-quota all’aumento di capitale da 400 milioni. Salvatore Maccarone, il presidente del Fondo Interbancario che ha sottoscritto il bond da 320 milioni di euro che ha garantito la sopravvivenza alla banca ma è da rimborsare con l’aumento di capitale, aveva chiesto che l’operazione si chiudesse per giugno. Diversamente, il fondo procederebbe alla conversione e diventerebbe socio al 49%, per far versosimilmente poi scattare una ‘operazione di sistema’ come quella di Intesa Sanpaolo sulle Banche venete.

Le pressioni del territorio sono fortissime. Per l’assessore regionale allo Sviluppo Economico della Liguria Andrea Benvenuti Carige è un “valore imprescindibile per l’intero tessuto economico” che “va difeso e rilanciato”. Per la Fisac Cgil regionale, invece, l’unica soluzione percorribile è una “aggregazione con un altro istituto di credito”. Tra i possibili pretendenti si fa il nome di Banco Bpm e dei francesi di Bnp Paribas, entrambi poco presenti in Liguria in termini di sportelli.

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