AGI – Dall’uso del Romano cheese al posto del pecorino, a quello del bacon invece del guanciale, fino alla panna che sostituisce addirittura le uova. La pasta alla carbonara è una delle ricette italiane più taroccate dagli stranieri, tanto che quasi 6 italiani su 10 (57%) in viaggio all’estero si sono imbattuti in versioni storpiate della nostra cucina. È quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Noto Sondaggi in occasione del Carbonara Day che si celebra il 6 aprile. Accanto al fenomeno del “fake in Italy” contro il quale la Coldiretti sarà da lunedì 8 aprile al Brennero con migliaia di agricoltori che grazie alle forze dell’ordine vedranno aprire e controllare tir e autobotti, c’è, infatti, quello dei piatti nazionali che fuori dai nostri confini subiscono le più bizzarre modifiche. Un esempio – riferisce la Coldiretti – è l’utilizzo negli Usa del cosiddetto “Romano Cheese” che, oltre a non rispettare il rigoroso disciplinare di produzione, viene addirittura ottenuto negli Stati Uniti e in Canada dal latte di mucca e non di pecora. Da evitare anche le molte varianti americane scovate dalla Coldiretti nei siti di recette sul web che prevedono tra l’altro l’aggiunta di piselli surgelati, burro o basilico ma anche panna, un orrore commesso anche dagli inglesi.
Ma è lungo l’elenco dei piatti tricolori storpiati fuori dai confini – ricorda Coldiretti – dagli spaghetti alla bolognese che spopolano in Inghilterra, ma che non esistono nella tradizione nazionale se non nei menu’ acchiappaturisti, alla ‘Pasta with Meatballs’, pasta con le polpette che nessun italiano servirebbe a tavola. Fino ad arrivare al pesto proposto con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e con il formaggio comune che sostituisce l’immancabile parmigiano reggiano e il pecorino romano. La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre peraltro – sostiene la Coldiretti – terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che vale oggi 120 miliardi di euro ed è causa di danni economici, ma anche di immagine.
L’origine del nome di pasta alla Carbonara è incerta, dai movimenti carbonari a Carbonia, località sarda originaria di un cuoco che lavorava a Roma, fino all’aspetto conferito dal pepe che, aggiunto alla pasta, assomiglia al carbone. Per preparare la ricetta tradizionale occorre tagliare il guanciale a dadini e rosolarlo in una padella con poco olio fino a farlo divenire trasparente mentre a parte si grattugia il pecorino romano da aggiungere in una terrina con due uova sbattute e una manciata di pepe, amalgamando gli ingredienti per ottenere un condimento cremoso. La pasta cotta – conclude la Coldiretti – deve essere versata in padella e fatta saltare con il guanciale per un minuto per poi aggiungere il condimento mescolando molto rapidamente con il cucchiaio di legno per poi spegnere il fuoco e servire la pasta.