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Calenda: «Sulle politiche per energia e clima nessun indietreggiamento»

Apr 12, 2017

Ministro Calenda, il mancato accordo al G-7 Energia su una dichiarazione congiunta mette a rischio gli obiettivi dell’Accordo di Parigi?

Al contrario sei Paesi su sette, e l’Unione europea, hanno ribadito in modo fermo la volont di perseguirli. Abbiamo preso atto del fatto che la nuova amministrazione Usa sta rivedendo molte delle sue politiche, tra cui quelle legate al cambiamento climatico e all’Accordo di Parigi. Per questo abbiamo deciso di evitare una dichiarazione congiunta che inevitabilmente sarebbe stata troppo vaga su un tema per noi cruciale. Su tutti gli altri punti del dibattito il dialogo con gli Usa stato molto costruttivo. Abbiamo lasciato aperta la porta in modo che nel prossimo vertice a Taormina la nuova amministrazione possa pronunciarsi su questa tematica. Per quanto riguarda l’Italia nella Strategia energetica nazionale spiegheremo come intendiamo raggiungere gli obiettivi europei al 2030 investendo su rinnovabili, efficienza energetica e gas. Vogliamo arrivare ad indicare con il ministro Galletti un percorso e una tempistica per l’uscita definitiva dal carbone. Sar per importante il coordinamento con l’Europa per evitare di trovarsi poi nella paradossale situazione di importare dall’estero energia prodotta magari con la lignite.

Il G-7 si aperto mentre andava in scena l’ennesimo stop al gasdotto Tap. Si pu fare ancora affidamento sui nuovi corridoi del gas?

Il gas fondamentale per ridurre le emissioni e accompagnare il phase out del carbone. Rimarr un’energia di transizione finch non sar risolto il problema dell’intermittenza delle energie rinnovabili. Il Tap da questo punto di vista cruciale per la sicurezza energetica italiana, non solo perch potr soddisfare il 13% del nostro fabbisogno gi nella prima fase, ma anche perch rappresenta una diversificazione delle fonti. La dipendenza europea delle forniture di gas dalla Russia resta notevole e quindi si discusso su come promuovere nuove fonti di approvvigionamento, come il progetto di gasdotto EastMed da Israele, e le possibilit di far arrivare in Europa carichi di Gnl dagli Usa e in futuro anche dal Canada.

Al netto delle scelte americane, la transizione verso un’economia decarbonizzata impatter sulla sicurezza del fabbisogno e sui livelli di competitivit delle varie industrie mondiali. L’Italia preparata?

La transizione energetica si coniuga con la sicurezza energetica e con la competitivit. L’incremento delle rinnovabili comporter una riduzione della dipendenza da fonti fossili importate, che sempre stato il punto pi debole dell’Italia. Sul mercato elettrico stiamo lavorando per creare un nuovo segmento di mercato utile a mantenere l’adeguatezza della capacit e dare le risorse di flessibilit necessarie al completo utilizzo dell’energia. Il sistema sar aperto oltre che alla generazione convenzionale, alle rinnovabili in grado di fornire il servizio richiesto, alla domanda attiva e alle nuove tecnologie. Anche l’efficienza energetica un settore dove punteremo molto, continuando ad operare secondo un’ottica di costo/efficacia. In pi, ci sono le misure a difesa della competitivit che il Governo ha gi definito.

Pu anticiparci su che cosa punterete?

Dopo Industria 4.0, il mio obiettivo prioritario sar la SEN e il varo del pacchetto energia che punter a ridurre il differenziale di prezzo dell’energia elettrica pagato dalle imprese italiane rispetto ai concorrenti europei. Nell’immediato, interverremo sulla quota della bolletta (circa il 25%) che costituisce la parte degli oneri di sistema legata agli incentivi per le rinnovabili: li ridurremo in modo deciso sulle industrie manifatturiere pi energivore, esposte alla concorrenza internazionale. Siamo in attesa della decisione della Commissione Ue. Dobbiamo chiudere il gap con la Germania, e il nuovo schema assicurer questo risultato. Ricordo che per quanto riguarda il vecchio schema per le imprese energivore, dopo due anni di blocco, a novembre abbiamo reso disponibili 1,2 mld di arretrati alle imprese. Ci saranno poi provvedimenti per le imprese gasivore e il corridoio di liquidit che aiuter l’allineamento dei prezzi del gas tra il TTF e il PSV.

Baster per allinearci ai nostri competitor?

Guardando al lungo termine, e agli impegni della Cop 21, una politica di phase out dai combustibili fossili e una riduzione del nucleare potr far convergere Paesi come Germania e Francia verso un mix energetico “leggero” simile al nostro, ossia gas e rinnovabili. Anche per questo la transizione energetica per l’Italia un buon affare.

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