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Cadavere smembrato e bruciato, presi i killer della grigliata horror – IL GIORNO

Apr 2, 2019

Milano, 2 aprile 2019 – Il pomeriggio tra amici che all’improvviso prende una brutta piega, con l’alcol a fare da detonatore. La brutale aggressione a coltellate. E poi il depezzamento del cadavere, con un’accetta. Infine, la corsa con un carrello per disfarsi dei resti stipati in un trolley, abbandonato e dato alle fiamme nei pressi di un gabbiotto per la spazzatura.

La soluzione del giallo della Bovisasca a Milano è arrivata a 48 ore dal rinvenimento del corpo di un uomo non ancora compiutamente identificato: dovrebbe trattarsi di un cittadino colombiano, anche se nome e cognome restano un mistero. Ce l’hanno invece i due connazionali fermati dagli agenti della Squadra mobile tra il pomeriggio e la serata di domenica: un 21enne, con precedenti per furto, è accusato di aver compiuto materialmente l’omicidio, mentre il complice 38enne, in Italia da poco, dovrà rispondere di vilipendio e distruzione di cadavere. Il primo è stato bloccato dai poliziotti della Omicidi, coordinati dal dirigente Lorenzo Bucossi, mentre girovagava nel quartiere, non lontano dall’abitazione del delitto, in via Carlo Carrà; il secondo è stato preso a Malpensa, pronto a salire su un volo per Madrid. Ecco la ricostruzione dei fatti, secondo quanto comunicato dagli inquirenti, coordinati dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Paolo Storari. L’assassinio avviene probabilmente nella prima serata di sabato, durante una grigliata tra amici organizzata nell’appartamento con giardino abitato dal 38enne: alla festa ci sono meno di dieci invitati, compresi il 21enne e la vittima. A un certo punto, per motivi ancora da accertare, il 38enne e l’uomo poi ucciso iniziano a litigare, forse per vecchie ruggini familiari. L’alterco si trasforma in un raid violento: il 38enne prende a coltellate il rivale e lo uccide; non è chiaro quanti invitati assistano alla scena, di sicuro ci sono approfondimenti in corso per accertare eventuali responsabilità di altre persone.

Poi va in scena il film dell’orrore: il 21enne colombiano, con la complicità del 38enne, decapita il cadavere con un’accetta e gli stacca braccia e gambe. I resti vengono messi in una grossa valigia, sistemata in un carrello. I due escono di casa, ormai sono le 22 di sabato, e si dirigono in via Cascina dei Prati, dove probabilmente il 38enne sa dell’esistenza di quel gabbiotto della spazzatura che in molti utilizzano per smaltire abusivamente vecchi mobili e altri oggetti voluminosi. Il trolley viene cosparso di benzina per eliminare definitivamente le tracce del cadavere. L’incendio si estende al resto della struttura, in brevissimo tempo le fiamme si fanno alte e vistose. Una residente chiama i vigili del fuoco, che a loro volta allertano la polizia dopo aver fatto la macabra scoperta. Il minuzioso sopralluogo della Scientifica e il successivo lavoro del medico legale consentono di arrivare a un’impronta digitale, che però aiuta poco gli investigatori: quel pollice non è schedato in Italia. La svolta arriva domenica mattina. Porta dopo porta, i segugi della Mobile battono tutto il quartiere, arrivando fino in via Carrà. E lì un uomo parla di quelle urla sentite il giorno prima e di qualcuno notato a pulire la strada. È il luogo dell’omicidio, la villetta familiare al civico 11 di via Carrà: nell’abitazione al piano terra, gli agenti trovano l’accetta e il carrello. Il padrone di casa non c’è, sa che lo stanno cercando. I poliziotti lo troveranno qualche ora dopo a girovagare in zona.

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