• 23 Ottobre 2024 6:33

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Buste paga più pesanti per un milione e 300mila dipendenti in più

Ott 23, 2024

AGI -Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rivendica l’estensione da 35 a 40mila euro del taglio del cuneo fiscale, con una platea ampliata di 1,3 milioni di lavoratori dipendenti, mentre la maggioranza continua a discutere su alcune misure contenute nella manovra, che vedono sensibilità diverse, con Forza Italia che chiede un supplemento di riflessione sul possibile tetto allo stipendio dei manager di enti e fondazioni che percepiscono contributi statali.

I sindacati chiedono al governo di essere ricevuti per un confronto sul testo. Mentre le Regioni non trovano l’unanimità nel giudizio sulla legge di bilancio. In attesa del testo, nel corso di una riunione tra i capigruppo di maggioranza, sarebbe stato abbozzato un primo possibile calendario per l’iter della manovra alla Camera tra Commissione Bilancio e Aula. L’ipotesi di lavoro sarebbe quella di provare a far arrivare la legge di bilancio in Aula alla a Montecitorio attorno a mercoledì 18 dicembre, in modo da provare a completare l’approvazione anche in Senato prima di Natale.

La maggioranza, a quanto filtra, proverà ad accelerare l’iter in Aula di altri decreti per non arrivare a discutere la legge di bilancio troppo a ridosso della fine dell’anno. Giorgetti sottolinea che il taglio del cuneo fiscale contributivo è stato fatto “in una misura che non si era mai vista”.

 

L’anno scorso la misura, ricorda il titolare del Mef, “ha portato nelle buste paga dei lavoratori”, con redditi “fino a 35mila euro, una dote mediamente di 100 euro. L‘abbiamo fatto per 13 milioni di lavoratori e lavoratrici italiane”. Quest’anno invece, non soltanto lo confermiamo”, ma “la cosa nuova è che non arriviamo solo ai 35mila euro ma ai 40mila euro. Questo significa che di questi benefici ne godranno un altro milione e 300mila lavoratori e lavoratrici italiane, che avranno questa forma di beneficio che lo scorso anno non avevano”.

Da registrare la posizione di Forza Italia sul tetto ai compensi ai manager della Pa. “Non siamo felicissimi, lo dico con chiarezza. In questi anni, proprio a causa del tetto, molti manager hanno lasciato la pubblica amministrazione per le aziende private“, commenta il capogruppo azzurro in Commissione Bilancio al Senato Dario Damiani.

I sindacati chiedono un confronto. “Se il governo non ci ascolta non escluderemo nulla, siamo già scesi in piazza, abbiamo già programmato iniziative”, annuncia il leader della Cgil Maurizio Landini. Mentre il segretario della Cisl Luigi Sbarra sottolinea: “Attendiamo una convocazione del Governo per discutere e analizzare i contenuti del Ddl Bilancio prima di dare un giudizio esclusivamente sindacale. Se le misure annunciate fossero confermate, la manovra accoglierebbe molte istanze Cisl”.

Cosa c’è nella manovra

Due i punti più attesi del testo della manovra di cui si attende il deposito: la norma sulle banche e quella sugli stipendi dei manager della Pa. La legge di bilancio, dal valore di circa 30 miliardi lordi, è stata impostata dal governo per aiutare i redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e per dare uno stimolo contro l’inverno demografico. Per farlo rende strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e la riduzione a 3 aliquote Irpef. Solo questi due provvedimenti costano 15 miliardi di euro. Le risorse arriveranno, tra le varie voci, da tagli alla spesa dei ministeri – nell’ordine di una media del 5% del budget – pari ad oltre 2 miliardi di euro.

E poi dal contributo di banche e assicurazioni, per 3,5 miliardi di euro. Dalla revisione delle tax expenditures invece dovrebbe arrivare circa un miliardo. Tra le novità più rilevanti inserite in manovra: una Card da 1.000 euro a beneficio dei genitori con un Isee entro 40 mila, l’esclusione dell’assegno unico dal computo Isee, l’ampliamento da due a tre mesi del congedo parentale retribuito all’80%. Sulle pensioni conferme e qualche novità.

Per il 2025 vengono confermate tutte le misure dell’anno scorso – Ape sociale, Opzione donna e Quota 103 – e viene introdotto un incentivo sul piano fiscale per chi sceglie di restare al lavoro. Viene inoltre garantita la piena rivalutazione degli assegni e delle minime, eliminando il meccanismo di sterilizzazione in vigore.

 

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