AGI – Una rimonta epica che tiene il Bochum in Budesliga e fa sfumare il sogno del Fortuna Duesseldorf di tornarvi dopo quattro anni di purgatorio. Sembrava tutto apparecchiato per la squadra renana, arrivata terza in seconda divisione dietro a St. Pauli e Holstein Kiel: era imbattuta da febbraio, all’andata aveva vinto 3-0 in casa del Bochum (arrivato allo spareggio da terz’ultimo nella serie maggiore) e all’Esprit Arena 50mila tifosi erano pronti a far festa, con un gigantesco striscione “Fortuna vince”. Invece i biancoblu di Heiko Butscher hanno ribaltato il risultato nei 90 minuti, con la doppietta di Hofmann (autore di un autogol all’andata) al 18mo e al 66mo e la rete del centrocampista austriaco Kevin Stoeger su rigore al 70mo. Quest’ultimo, un ex avendo giocato due stagioni a Duesseldorf, è stato il protagonista assoluto con due assist e la trasformazione del penalty che si era procurato.
Per la prima volta da quando è stato introdotto nel 2008, lo spareggio tra terz’ultima di Bundesliga e terza della Zweite è finito ai rigori. Solo in tre occasioni, peraltro, c’è stata una promozione e non una retrocessione evitata. Gli ospiti si sono divorati il gol del 4-0 nel recupero con Takuno Asami, poi i supplementari con poche emozioni e infine i rigori: ci sono stati subito due parate, di Andreas Luthe per il Bochum e di Florian Kastenmeier per il Duesseldorf, poi solo gol fino quando il giapponese Takashi Uchino ha spedito la palla sulla traversa, materializzando l’incubo per i biancorossi.
Il Bochum resta in Bundsliga per la quarta stagione di fila, il Fortuna di Daniel Thioune resta in Zweite dove si ritroverà con Darmstadt e Colonia, le due retrocesse dalla Bundesliga. “Ci eravamo così vicini, fa ancora più male”, si è sfogato il ds del Fortuna, Klaus Allofs. Lo storico club fu fondato nel 1895 ispirandosi per il nome alla carrozza trainata da cavalli di un panificio che si chiamava Fortuna e non alla Dea del caso e del destino dell’Antica Roma. Mai come stavolta, però, non si è rispecchiato nel suo motto che coniò il padre della ginnastica tedesca, Friedrich Ludwig Jahn: ‘frisch, fromm, frohlich, frei’ (fresco, pio, felice e libero), le quattro effe poi confluite in quella unica del logo.
AGI – Una rimonta epica che tiene il Bochum in Budesliga e fa sfumare il sogno del Fortuna Duesseldorf di tornarvi dopo quattro anni di purgatorio. Sembrava tutto apparecchiato per la squadra renana, arrivata terza in seconda divisione dietro a St. Pauli e Holstein Kiel: era imbattuta da febbraio, all’andata aveva vinto 3-0 in casa del Bochum (arrivato allo spareggio da terz’ultimo nella serie maggiore) e all’Esprit Arena 50mila tifosi erano pronti a far festa, con un gigantesco striscione “Fortuna vince”. Invece i biancoblu di Heiko Butscher hanno ribaltato il risultato nei 90 minuti, con la doppietta di Hofmann (autore di un autogol all’andata) al 18mo e al 66mo e la rete del centrocampista austriaco Kevin Stoeger su rigore al 70mo. Quest’ultimo, un ex avendo giocato due stagioni a Duesseldorf, è stato il protagonista assoluto con due assist e la trasformazione del penalty che si era procurato.
Per la prima volta da quando è stato introdotto nel 2008, lo spareggio tra terz’ultima di Bundesliga e terza della Zweite è finito ai rigori. Solo in tre occasioni, peraltro, c’è stata una promozione e non una retrocessione evitata. Gli ospiti si sono divorati il gol del 4-0 nel recupero con Takuno Asami, poi i supplementari con poche emozioni e infine i rigori: ci sono stati subito due parate, di Andreas Luthe per il Bochum e di Florian Kastenmeier per il Duesseldorf, poi solo gol fino quando il giapponese Takashi Uchino ha spedito la palla sulla traversa, materializzando l’incubo per i biancorossi.
Il Bochum resta in Bundsliga per la quarta stagione di fila, il Fortuna di Daniel Thioune resta in Zweite dove si ritroverà con Darmstadt e Colonia, le due retrocesse dalla Bundesliga. “Ci eravamo così vicini, fa ancora più male”, si è sfogato il ds del Fortuna, Klaus Allofs. Lo storico club fu fondato nel 1895 ispirandosi per il nome alla carrozza trainata da cavalli di un panificio che si chiamava Fortuna e non alla Dea del caso e del destino dell’Antica Roma. Mai come stavolta, però, non si è rispecchiato nel suo motto che coniò il padre della ginnastica tedesca, Friedrich Ludwig Jahn: ‘frisch, fromm, frohlich, frei’ (fresco, pio, felice e libero), le quattro effe poi confluite in quella unica del logo.