Si dimesso il presidente dell’Anm Pasquale Grasso. Dopo aver ascoltato gli interventi dei rappresentanti dei gruppi all’interno all’Associazione nazionale magistrati nel Comitato direttivo centrale, Grasso ha rassegnato le proprie dimissioni come aveva anticipato in apertura nel caso avesse avuto sentore di una richiesta in tal senso. Vi ho ascoltato – ha detto – vi comprendo e ovviamente rassegno le mie dimissioni. Il numero uno del sindacato delle toghe aveva lasciato nei giorni scorsi la sua corrente, Mi, in polemica con la scelta di non far dimettere i membri del Csm coinvolti dall’inchiesta.
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Vi ho ascoltato tutti. Vi comprendo e vi rispetto. Vi rispetto e vi ringrazio. Vi rispetto molto pi di quanto abbiate dimostrato di rispettare me, ha detto Grasso annunciando le sue dimissioni. Potrei osservare che le vostre considerazioni hanno deliberatamente trascurato la prospettiva cronologica degli avvenimenti. Potrei dolermi di convenienti fraintendimenti della mia condotta, ha aggiunto, ma vi ho ascoltato e compreso. Ovviamente rassegno le mie dimissioni. Lo faccio serenamente, dicendo no a me stesso. Nel ricordo di un grande intellettuale del passato, che ricordava che i moralisti dicono no agli altri, l’uomo morale dice no a se stesso. Grasso proprio nei giorni scorsi aveva lasciato la sua corrente, Magistratura indipendente – la pi coinvolta dalla bufera sul Consiglio superiore della magistratura- non condividendone la linea adottata sui togati autosospesi del Csm, cio in dissenso con la scelta iniziale di non farli dimettere. Una posizione che oggi Grasso ha ribadito, parlando di netta frattura tra il sottoscritto e Mi.
All’inizio del suo intervento Grasso si era rimesso al parlamentino dell’Anm. In apertura del Comitato direttivo centrale, convocato a seguito della bufera sulle nomine in magistratura, ha esordito dicendo che se riterrete sar ancor qui per riaffermare quella linea politica e per testimoniare l’unit della associazione, al contrario mi far da parte di fronte alla percezione della semplice richiesta di dimissioni che provenisse da una parte apprezzabile dei presenti, senza volont di imporre un voto che sarebbe comunque divisivo. Rivendico con forza – ha detto all’inizio del suo intervento – la correttezza e la coerenza della linea di azione, politica, giuridica e morale, che, come presidente dell’Anm, componente di questo Comitato direttivo centrale e come magistrato, ho proposto e seguito. Nell’iniziale deflagrare di notizie di stampa – aveva ancora ricordato il magistrato – la chiara affermazione e rivendicazione di un principio non negoziabile: no a qualsiasi forma di cessione dell’autogoverno, centralit del Consiglio, decisa affermazione del fatto che coloro i quali avessero operato nel modo descritto dalla stampa non potevano essere o rimanere rappresentanti dei magistrati nel Consiglio.
Le dimissioni di Grasso, in carica da aprile al vertice dell’Anm, fanno seguito agli interventi al parlamentino dei rappresentanti di Unicost, Area e Autonomia e Indipendenza, che ritengono troppo morbida la sua presa di distanza da quanto l’inchiesta di Perugia ha evidenziato, coi contatti tra magistrati, politici e consiglieri del Csm per le nomine ai vertici delle procure. Ora questi gruppi potrebbero dare vita a una nuova giunta. Duro Giovanni Tedesco, di Area, nei confronti di Magistratura Indipendente, il gruppo che ha espresso Grasso alla presidenza, e dal quale poi per si dimesso: La linea di MI verso chi si era autosospeso nel Csm stato chiedere tornate a fare il vostro splendido lavoro. Angelo Renna, di Unicost ha paragonato la vicenda a una Caporetto per la magistratura alla quale bisognava reagire tracciando la linea della legalit. E per Francesco Valentini, di A&I, gruppo che non sosteneva la giunta unitaria, si tratta di una vicenda catastrofica, di fronte alla quale dal presidente dell’Anm sono arrivati solo una serie di distinguo, e non ne avevamo bisogno. Non ha saputo gestire quel momento e il momento successivo. Da Magistratura Indipendente, invece, con Stefano Buccini arrivato un invito alla unit, data la comune valutazione di assoluta gravit delle condotto contestate.
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