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Brexit, il legale del governo affonda l’accordo con l’Ue: “Restano i rischi sull’Irlanda” – La Repubblica

Mar 12, 2019

LONDRA. C’era tanta speranza ieri sera dopo la trasferta lampo di Theresa May a Strasburgo per strappare all’Europa “rassicurazioni legalmente vincolanti” sul backstop, la controversa clausola di assicurazione voluta dall’Ue sull’Irlanda del Nord e “trappola di Bruxelles” secondo gli euroscettici. Ci ha pensato stamattina l’attorney general Geoffrey Cox, il massimo legale del governo di Theresa May, ad affossare molto probabilmente tutti gli sforzi della premier per portare a termine una Brexit sempre più snervante ed estenuante per un intero Paese.

Cox, parlando alla Camera dei Comuni, ha confermato la “validità legale” delle nuove concessioni ma allo stesso tempo, pur difendendo le modifiche ottenute dalla premier e chiedendo alla Camera di votare il piano del governo, ha sottolineato che il Regno Unito non avrà comunque la possibilità di uscire unilateralmente dal regime di backstop e che i rischi che Belfast rimanga in qualche modo legata all’Unione europea a tempo indeterminato non sono sostanzialmente cambiati.

Inoltre, per portare l’Ue davanti a un arbitrato in caso di abuso sul backstop (cioè l’Irlanda del Nord “bloccata” nell’unione doganale Ue fino a quando non ci sarà un nuovo accordo in modo da preservare la fluidità del confine irlandese) bisognerà dimostrare la “cattiva fede” degli europei, cosa alquanto complicata. Le parole di Cox hanno avuto subito un contraccolpo sulla sterlina, che in tarda mattinata aveva già perso circa l’1,5% rispetto al dollaro, l’1,3% rispetto all’euro.

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È una mazzata per la premier britannica. “Se questo accordo non verrà approvato, potremmo perdere la Brexit”. Lo ha detto Theresa May aprendo il dibatto alla Camera dei Comuni sul nuovo piano di accordo con la Ue, a cui seguirà questa sera il voto del Parlamento. “Il governo ha lavorato duro per assicurarsi un accordo sulla Brexit migliorato e merita il sostegno di tutti i deputati”, ha aggiunto, dicendo che “è assolutamente imperativo assicurare la Brexit al popolo britannico”. A questo punto il voto di stasera in Parlamento sul suo accordo Brexit torna di nuovo a rischio disfatta, come quello del 15 gennaio scorso. Si parla di ennesimo rinvio, perché molti deputati vogliono leggere con calma i documenti arrivati ieri da Strasburgo ma Theresa May vuole andare al voto questa sera, perché “è il momento di portare a termine il lavoro” sulla Brexit. Una forzatura con scarse possibilità di successo a pochi giorni dalla scadenza del 29 marzo, oltre il quale c’è il No Deal, cioè la pericolosa uscita di Londra dall’Ue senza accordo.

Il problema è che se molti conservatori euroscettici del suo partito e altri Brexiter come il partito unionista nordirlandese Dup (che le fa da stampella in Parlamento) stamattina erano possibilisti sull’approvazione del suo accordo modificato la scorsa notte, poco prima di pranzo e dopo le parole di Cox hanno fatto tutti una radicale marcia indietro. Otto deputati dei Tory brexiteer più oltranzisti e del Dup hanno già annunciato che respingeranno l’accordo: “Non soddisfa l’impegno preso dal governo alla Camera dei Comuni di ottenere cambiamenti legalmente vincolanti nell’accordo di recesso”. Tra loro c’è anche l’ex ministro conservatore per la Brexit, Dominic Raab, e il capogruppo del Dup, Nigel Dodds.

Non aiuta, inoltre, il fatto che i laburisti di Corbyn abbiano immediatamente escluso ogni convergenza. Stasera sarà un altro giorno del giudizio per May e per tutto il Regno Unito, se mai ci sarà. Perché il labirinto in cui si è cacciato questo Paese pare senza uscita.

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