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Borse Ue positive nonostante le tensioni geopolitiche. Germania, il Pil giù del 2,2% nel primo trimestre

Mag 25, 2020

MILANO – Ore 9:00. Azioni incerte nell’avvio di settimana, con gli investitori a ponderare da una parte l’uscita delle economie dai lockdown e dall’altra le rinnovate tensioni tra Stati Uniti e Cina, che anche nel dibattito sull’origine della pandemia hanno trovato nuova benzina. In attesa dell’indice Ifo sulla fiducia delle imprese, dalla Germania arriva di prima mattina la conferma del calo del 2,2% del Pil nel primo trimestre e del 2,3% annuo (peggior dato dalla riunificazione con l’esclusione del -4,7% di inizio 2019), scontando in marzo gli effetti del Covid: i consumi sono calati del 3,2 e l’export del 3,1 per cento. Considerando la già effettuata revisione al -0,1% per il Pil del quarto trimestre del 2019, si conferma dunque la recessione tecnica (due trimestri consecutivi in rosso) per Berlino. Arriva di contro un segnale prospettico positivo: l’indiceIfo, uno dei principali barometri dell’economia tedesca perché misura la fiducia delle imprese, migliora a maggio e sale a 79,5 punti, sopra gli attesi 78,3 punti e contro i 74,3 di aprile.

Ragionando su questi dati, i mercati Ue procedono positivi. Francoforte si rafforza al +1% dopo l’Ifo, Parigi sale dello 0,7% mentre Milano è solo leggermente attardata (+0,6%) con il tonfo di Atlantia sul nuovo scontro con il governo per il tema delle concessioni.

I volumi odierni sono attesi deboli, complice la chiusura degli scambi americani così come a Londra e Singapore. A Wall Street, nota Bloomberg, c’è una grandissima forbice tra le performance del Dow Jones e dei tecnologici del Nasdaq, simbolo di come il “vecchio” indice paghi maggiormente la presenza delle società che stanno ricevendo un colpo tremendo dal Covid. Mentre le blue chip americane sono in ribasso del 14% come bilancio annuo, il listino del tech è in positivo del 7 per cento.

In Asia, la giornata si chiude contrastata: Tokyo riesce a guadagnare l’1,7%, con gli investitori sollevati dalla fine dello stato di emergenza che dovrebbe esser ufficializzato a stretto giro. Inoltre la Banca del Giappone (la Boj) ha annunciato venerdì scorso un nuovo piano di aiuti destinati alle imprese. In totale, dall’inizio della crisi, il Giappone ha messo a punto un piano di sostegno dell’economia da 75mila miliardi di yen, l’equivalente di 640 miliardi di euro. Diversa invece l’attutidine a Hong Kong che scivola ancora di un punto percentuale.

Lo spread tra Btp e Bund apre stabile a 209 punti, sui livelli della chiusura di venerdì scorso. Il rendimento del decennale avanza dell’1,602%, dopo aver chiuso sotto quota 1,6% la settimana scorsa.

Sul fronte valutario, la Pboc, la Banca centrale cinese, ha svalutato dello 0,33% lo yuan nei confronti del dollaro, fissando il cambio tra il biglietto verde e la valuta di Pechino a 7,1209, ai minimi dal 2008, contro il precedente 7,0939. La parità tiene conto delle perdite subite dallo yuan dopo la proposta di Pechino sulla nuova legge per la sicurezza nazionale di Hong Kong. Una mossa che ha riportato gli scontri tra polizia e manifestanti, con almeno 180 arresti a Hong Kong, dove ieri è stata una nuova giornata di protesta; se arrivasse l’approvazione definitiva di Pechino, gli Usa probabilmente farebbero scattare sanzioni. L’euro apre sotto 1,09 dollari mentre in generale le tensioni geopolitiche fanno calare la propensione al rischio: la moneta europea passa di mano a 1,0890 dollari e 117,28 yen. Dollaro/yen sale a 107,70. Arretrano yuan e dollaro australiano.

Il prezzo del petrolio apre in rialzo, nonostante l’incremento delle tensioni tra Usa e Cina per la legge di Pechino sulla sicurezza nazionale a Hong Kong. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti avanzano dell’1% a 33,58 dollari e quelli sul Brent dello 0,5% a 35,28 dollari. Sui prezzi pesano in positivo le riaperture, con Italia e Spagna che si preparano a riaprire gradualmente le frontiere. Nonostante le incertezze generali, le quotazioni dell’oro – che solitamente beneficiano dello status di rifugio – sono in lieve calo sui mercati asiatici: il lingotto con consegna immediata perde lo 0,4% a 1.728 dollari l’oncia.

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