MILANO – Ore 10.15.Partenza in calo per le Borse europee trascinate al ribasso da un lato dalla seduta molto negativa di Wall Street, appesantita a sua volta delle parole della Fed, con il presidente Jerome Powell che ha indicato una ripresa a passo più lento del previsto, dall’altra tra la crescenti preoccupazioni per i ritardi nella distribuzione dei vaccini in Europa, con lo scontro aperto tra Commissione europea e Astrazeneca.
Molto negativa anche la giornata sulla sponda asiatica, con tutti i principali indici in calo e Tokyo che ha chiuso in flessione dell’1,53%. Ad accusare il colpo è stato in particolare il comparto tecnologico, con i rifornitori di Apple penalizzate dalle cautela espressa dall’ azienda sulle prospettive per il 2021.
Nel Vecchio Continente Milano cede in avvio l’1,43%, Londra perde l’1,49%, Francoforte l’1,75% e Parigi cede l’1,04%.
Le fibrillazioni legate alla formazione del nuovo governo continuano a non scuotere lo spread. Oggi partiranno le consultazioni con i partiti e il presidente della Repubblica avrà un quadro più chiaro sugli eventuali numeri in Parlamento a sostegno di un nuovo esecutivo. Il differenziale resta come detto poco movimentato, segnando 119 punti base contro i 120 della chiusura di ieri, con il rendimento del titolo decennale italiano è allo 0,64%.
Trai i dati macrcoeconomici arrivano indicazioni in chiaroscuro dall’Istat a gennaio, che registra un leggero calo della fiducia dei consumatori (da 101,1 a 100,7) a fronte di un miglioramento di quella delle imprese aumenta lievemente (da 87,7 a 87,9). Gli indici – evidenzia comunque l’istituto di statistica – “mostrano modeste variazioni”. Il dato per le imprese, scrive l’Istat è “trainato dai servizi, dalle aspettative sull’occupazione nelle costruzioni e sulle vendite nel commercio al dettaglio”; per i consumatori “sono in peggioramento i giudizi sulla situazione economica generale e le attese sulla disoccupazione; recuperano invece per il secondo mese consecutivo le aspettative sulla situazione economica generale e familiare”.
I timori per un rallentamento della ripresa si fanno sentire come sempre anche sul petrolio, sui timori di una prolungata contrazione della domanda. In mattinata il greggio Wti cede lo 0,5% a 52,54 dollari al barile, il Brent scende a 55,49 dollari al barile, sempre in calo dello 0,5%. In calo anche l’oro: lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.836 dollari l’oncia, con una perdita dello 0,4% avviandosi a chiudere il primo mese dell’anno in flessione.