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Borse Ue deboli, l’ok definitivo alla riforma fiscale Usa potrebbe slittare

Dic 20, 2017

MILANO – I listini europei aprono in leggero rialzo all’indomani dell’approvazione del Senato Usa della riforma fiscale: il pacchetto di tagli alle imposte targato Trump è stato approvato per 51 voti a 48 e si attende ora il secondo via libera dalla Camera. Una vittoria politica pesantissima per il presidente americano, che potrebbe con questa firma cancellare il tentativo di dare un colpo di spugna all’Obamacare naufragato miseramente tra i veti incrociati del partito. Il tycoon punta a recuperare consenso grazie al taglio delle tasse per 1.500 miliardi di dollari in 10 anni, la cui misura principe è la sforbiciata permanente all’aliquota aziendale dal 35% al 21%.

Gli analisti economici si aspettano un impulso alla crescita da questa riforma, ma i listini hanno reagito misti. Milano apre positiva dello 0,2%, in linea con Francoforte mentre Londra cede lo 0,2%. Tokyo ha chiuso vicino ai massimi di sempre, in forza di un rialzo dello 0,1%, mentre Hong Kong e Shanghai hanno terminato in lieve ribasso. Nel panorama finanziario del Sol Levante, scossone per la casa automobilistica Subaru: ha perso il 7,05% con nuovi scandali possibili legati ai consumi del carburante.

I listini europei hanno ereditato una chiusura debole da Wall Street, dove ieri sera il Dow Jones ha limato lo 0,15% e il Nasdaq ha perso lo 0,44%. A Piazza Affari si guarda all’Eni, che ha annunciato l’avvio della produzione del giacimento Zhor, il maggiore di gas nel Mediterraneo. “Una giornata storica” per l’ad, Claudio Descalzi.

L’euro si stabilizza dopo essersi involato sopra 1,18 dollari. Sulle valute pesa l’aliquota una tantum sul rientro delle liquidità parcheggiate all’estero dalle grandi aziende Usa, contenuta nella riforma fiscale, che essendo un provvedimento però permanente non dovrebbe comportare strappi troppo forti. La moneta europea passa di mano a 1,1833 dollari e 133,73 yen.

Da segnalare che il prezzo del Bitcoin è affondato del 15% in Asia. La criptovaluta, il cui valore era volato al livello record di 19.500 dollari la settimana scorsa è crollata a 15.815 dollari, per poi risalire intorno a quota 16.000 dollari, sulla scia delle notizie di un attacco hacker alla piattaforma di scambi sudcoreana Youbit. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è in leggero ampliamento sopra quota 150 punti base.

L’agenda italiana è ancora occupata dall’inchiesta della Commissione banche, mentre la Manovra è attesa in aula con gli ultimi correttivi al testo. I prezzi alla produzione in Germania a novembre sono aumentati dello 0,1% a novembre rispetto al mese precedente e del 2,5% su base annua. L’indice delle attività industriali del Giappone a ottobre è salito dello 0,3% su base mensile, rispetto al calo dello 0,5% precedente. Il dato è stato in linea con le attese.

Il prezzo del petrolio è in rialzo, in attesa dei dati sulle scorte settimanali Usa che sono previste in calo. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti crescono di 14 cent a 57,70 dollari e quelli sul Brent avanzano di 11 cent a 63,91 dollari al barile.

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